COSA
INCONTRANO I SUB NEL MEDITERRANEO
Quanto
si degrada il mare con la presenza umana
Abbiamo intervistato per il
nostro giornale l’istruttore foto sub Ugo Meneghinotto del Centro Sub Lodi che
regolarmente si immerge nel Tirreno, in particolare nella zona ligure e che ci ha gentilmente
fornito le foto a commento dell’articolo oltre a quella della medusa Pelagia noctiluca
che abbiamo pubblicato per confrontarla con la Pelagia benovici, nuova
arrivata.
D.
Gli chiediamo se ha notato nell’arco della sua lunga esperienza un degrado
sottomarino
R. Devo fare una serie di
considerazione per rispondere a questa domanda. Ovviamente l’aumento del numero
delle persone che si immerge aumenta il degrado generale dell’ambiente anche se
si presta la massima attenzione nell’usufruire del mare. Avvengono piccole
involontarie distrazioni (con una pinnata maldestra ho urtato un corallo e l’ho
spezzato) che provocano un danno non naturale. La crescente presenza dei
visitatori, se pur discreta, disturba comunque gli abitanti del mare, tuttavia
il problema fondamentale del degrado è quello legato allo sfruttamento
indiscriminato e fraudolento delle risorse: la pesca intensiva, la
cementificazione delle coste, il turismo sconsiderato incontrollato, ecc.
Di contro la maggiore
attenzione dell’opinione pubblica e la creazione di aree marine protette
regolamentate con criteri intelligenti, permettono di usufruire di tanta
meraviglia in modo sostenibile. Un valido esempio sono l’area marina protetta
del promontorio di Portofino e l’area marina protetta dell’isola di Bergeggi
che hanno permesso l’aumento di numerose
specie marine che a causa della pesca scriteriata avevano subito un drastico
ridimensionamento. Oggi queste aree sono ricche di pesci, coralli e organismi
tipici del Mediterraneo, facilmente visibili per i subacquei, inoltre le
attività di Diving – che guadagnano sull’utilizzo di queste aree marine, ne
favoriscono l’autocontrollo e l’auto disciplina nello sfruttamento.
D. Ha mai avvistato pesci alieni nelle sue immersioni?
R. Per quanto riguarda la mia esperienza non mi è mai
capitato di incontrare pesci non mediterranei a parte uno sporadico incontro
con un pesce Balestra Mediterraneo ( Balistes capriscus) a Capo Noli. Questo
pesce è diffuso nelle acque temperate del sud Mediterraneo, non nelle acque
fredde del Tirreno. Se consideriamo invece altri organismi infestanti, la più
diffusa in Liguria è la famigerata alga killer, tropicale, Caulerpa taxifolia,
che incontriamo sempre di più quando ci immergiamo. Altri animali infestanti lo
ho incontrati nelle immersioni nei laghi, in acqua dolce il gambero rosso della
Luisiana (Procambarus clarkii) ha soppiantato i gamberi endemici europei. La causa
principale è la dispersione di alcuni esemplari importati a scopo alimentare,
così come la tartaruga dalle orecchie rosse d’acqua dolce, Trachemys scripta
elegans, importata dal Sud America, Mississippi
ed abbandonata dai proprietari, ha colonizzato numerosi corsi d’acqua italiani.
In cattività questa tartaruga vive fino a cento anni.
D. Il numero dei sub è in aumento? Il profondo blu attira
sempre?
R. E’ in costante aumento grazie anche alla crescente
facilità nel fare viaggi in paesi esotici, alle trasmissioni che parlano di
subacquea ed ai documentari che mostrano immagini di organismi affascinanti e
misteriosi. Negli ultimi anni il trend si è abbassato a causa della recessione
economica. Oggi la subacquea è uno sport sicuro, con un costo di gestione
paragonabile allo sci. Quindi il profondo blu attira sempre perché è immenso e
vario da esplorare e Blu è misterioso.
D. Quali sono le principali motivazioni? Mettersi alla
prova o la curiosità dell’esplorazione?
R. Le motivazioni proposte dai nuovi sub sono sempre le
stesse ed entrambe valide anche se li possiamo suddividere in due categorie:
gli apneisti più interessati nel mettersi alla prova come massima espressione
dello spirito e i “Bombolari” più interessati alla scoperta della magia e della
bellezza di un mondo poco conosciuto e fantastico.
D. I fotosub sono in aumento? Incontrate ancora sub che
praticano la caccia. Avete collaborazioni per il monitoraggio marino?
R. I fotosub sono in aumento esponenziale grazie
all’evoluzione e alla semplificazione sia tecnica che economica delle
attrezzature fotografiche subacquee. Ci sono fotosub tecnici ed altri
improvvisati. Chi fa snorkeling in vacanza nel Mar Rosso non può tornare a casa
senza una foto ricordo. La caccia subacquea si può fare solo in apnea ed oggi
ancora come in passato è molto diffusa anche se, essendo legata alla
prestazione apneistica è comunque limitata ad un certo numero di appassionati
che esercitano la disciplina apneistica con il solo fine di cacciare e quindi
ancora di mettersi alla prova. Per quanto riguarda le bombole invece si sta
facendo largo la disciplina di caccia fotosub che ovviamente non intacca flora
e fauna ma ha le stesse regole ed appassionati della caccia vera e propria. Il
Centro sub Lodi collabora costantemente con associazioni, ma è capitato che in
passato abbia partecipato ad alcune
campagne per il monitoraggio di alcune specie.
D. Le donne sub aumentano ogni anno?
R. Si, aumentano ogni anno rispetto agli uomini e questo
perché la emancipazione femminile è sempre maggiore. I costruttori di
attrezzature sono sempre più interessati a questo target, comunque il numero
complessivo delle donne sub è ancora sensibilmente inferiore al numero di
uomini anche se il trend facilmente potrebbe invertirsi nei prossimi anni .
D. I sub in generale sono rispettosi dell’ambiente?
R. Sono estremamente rispettosi dell’ambiente marino sia
perché le didattiche che formano sono attente ad insegnare il rispetto
dell’ambiente con lezioni specifiche dei corsi, sia perché chi s’immerge si
rende conto del delicato equilibrio del mondo marino e della necessità di
proteggerlo e rispettarlo per poter continuare a goderne.
Pia Bassi
Foto del fotosub Ugo Meneghinotto
Grotta Giusti
Ugo con Mustella
Amore per la subacquea
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