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LA MENINGITE: CAUSE, SINTOMI, DIAGNOSI E PREVENZIONE

La meningite è un’infezione delle meningi, membrane che rivestono il sistema nervoso centrale e proteggono il cervello e il midollo spinale, che esordisce improvvisamente in persone sane, soprattutto nei bambini nei primi mesi di vita.

L'epidemiologia in Italia e nel mondo
Ogni anno in Italia oltre 1000 persone contraggono la meningite e circa una persona ogni due viene colpita da meningite meningococcica. In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l'80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese.

Se si considera invece la situazione epidemiologica a livello mondiale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si verificano 500mila casi di meningite meningococcica, di cui circa 50mila letali. Inoltre, il 5-10% delle persone che contraggono l’infezione muore nonostante la malattia venga diagnosticata in tempo e si riceva un trattamento appropriato. Per quanto riguarda il sierotipo B del meningococco, si stima che nel mondo si verifichino ogni anno tra i 20mila e gli 80mila casi, con un tasso di letalità medio del 10%.

In Europa la maggior parte dei casi di meningite è causata dal meningococco di tipo B e C, negli Stati Uniti risulta importante anche il sierogruppo Y, mentre il ceppo A è responsabile delle epidemie in Asia. Per quanto riguarda il continente africano le epidemie sono state associate soprattutto ai gruppi A e C del meningococco, per le quali esiste una vera e propria fascia di meningite radicata - chiamata “cintura della meningite” - in cui la stagione secca favorisce la diffusione della malattia. Proprio in quest’area si è verificata nel 1996 la più grave epidemia di meningite mai registrata con circa 250.000 casi e 25.000 morti. Un’altra epidemia di meningite causata, invece, dal meningococco di tipo W135, si è originata invece a partire dal 2000: i pellegrini di ritorno dalla Mecca hanno diffuso il batterio dapprima in Africa e in seguito in tutto il mondo; in Turchia, ad esempio il sierogruppo W135 ha epidemiologicamente sostituito il sierogruppo C. Questo sierogruppo dovrebbe essere pertanto tenuto in considerazione come sierogruppo emergente.

Eziologia e tipi di meningite
Esistono diversi agenti patogeni che possono causare la meningite: virus, batteri o funghi.

Le infezioni più frequenti, ma anche le meno pericolose sono, in genere, quelle provocate dai virus. Le forme più gravi della malattia sono, invece, quelle provocate dai batteri, in particolare da Neisseria meningitidis (meningococco), Haemophilus influenzae tipo b (emofilo di tipo b o Hib) e Streptococcus pneumoniae (pneumococco).

  • La meningite da emofilo di tipo b: L'emofilo o Hib era fino alla fine degli anni Novanta la causa più comune di meningite nei bambini fino a 5 anni. Lo sviluppo di strumenti preventivi efficaci e la loro somministrazione attraverso campagne di immunizzazione a livello nazionale hanno avuto un’efficacia pari al 99%, riducendo quasi a zero i casi di meningite causati da questo batterio. In caso di meningite da Hib, è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti, cioè tutte le persone che sono venute a stretto contatto con la persona malata devono sottoporsi a delle terapie antibiotiche come misura di sicurezza.
  •  La meningite da pneumococco: Lo pneumococco è, dopo il meningococco, una delle cause più comuni della meningite. Lo pneumococco, di cui esistono diversi sierotipi, si trasmette per via respiratoria e può trovarsi nel naso e nella bocca senza causare alcuna malattia. Le meningiti da pneumococco, più frequenti tra adulti e anziani, causano ogni anno la morte del 10% circa di coloro che si ammalano e si presentano in forma sporadica, cioè non sono in grado di provocare epidemie, al contrario del meningococco e, in misura minore, dell’emofilo di tipo b. Oltre alla meningite, lo pneumococco può essere la causa anche di polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l'otite.
  •  La meningite da meningococco: L’infezione meningococcica si trasmette attraverso le secrezioni o per via inalatoria. L’agente patogeno penetra nelle mucose nasali o nella faringe provocando l’infezione. Se il soggetto ha un sistema immunitario compromesso, è più facile che il meningococco riesca a superare le difese dell’organismo e provocare la malattia. La malattia non si ha solo per contagio diretto del batterio da un soggetto malato, ma può essere scatenata anche da batteri usualmente presenti nella mucosa.
La maggior parte dei casi di meningite meningococcica è dovuta a cinque sierogruppi del batterio perché infettivi e contagiosi, noti come A, B, C, W135 e Y, ciascuno caratterizzato da livelli di pericolosità e diffusione differenti. Nello specifico, i sierogruppi A, B e C causano fino al 90% di tutti i casi di meningite invasiva al mondo.
 

I sintomi della meningite

Negli adulti la meningite si manifesta con cefalea, febbre, vomito o nausea, alterazione del livello di coscienza, convulsioni, sensibilità alla luce e irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale). Nei lattanti, invece, prevalgono instabilità termica, irritabilità e inappetenza, con sonnolenza e scarsa reattività agli stimoli, sintomi che, ai primi stadi dell’infezione, possono essere facilmente confusi con quelli di una comune influenza, determinando un ritardo nella diagnosi che può portare a danni cerebrali, perdita dell’udito, amputazione degli arti o addirittura al decesso.

Il decorso clinico della meningite batterica è molto rapido perché può condurre alla morte entro 24-48 ore. Per questo è di fondamentale importanza che la diagnosi avvenga precocemente: si stima che la meningite venga effettivamente diagnosticata in circa il 30% dei bambini che ne presentano i sintomi.

Tecniche diagnostiche

Nella gestione di un paziente con meningite batterica, soprattutto in fase acuta, è importante determinare l’agente eziologico che l’ha causata per sottoporre tempestivamente il paziente alla terapia antibiotica più appropriata.

Nel caso della meningite meningococcica, caratterizzata da un decorso molto rapido, le tecniche diagnostiche utili a identificare il batterio si dividono in tre gruppi: esame batterioscopico (prelievo di campioni di materiale infetto dal corpo del paziente che vengono sottoposti alle analisi), analisi molecolare (permette di identificare tracce del DNA di N. meningitidis all'interno dell'organismo umano grazie all’analisi PCR - reazione polimerasica a catena) e l’esame colturale (i campioni biologici vengono seminati su una piastra da laboratorio per verificare l'eventuale crescita del batterio).

Delle tre tecniche diagnostiche, la più affidabile è l'analisi PCR in real-time: è rapida (si ottiene la risposta

in 45 -120 minuti), rileva anche campioni biologici di volume esiguo, ha una sensibilità elevata, un costo contenuto e può essere utilizzata per individuare il sierogruppo di appartenenza del meningococco con una certezza prossima al 100%. In media, la PCR è in grado di identificare il meningococco nel 94% dei casi di potenziale meningite, contro il 46% di risultati positivi ottenuti dall’esame colturale degli stessi campioni.

Trattamento della meningite batterica

Il trattamento della meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L’identificazione del batterio che causa la malattia è importante sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire se è necessaria la profilassi dei contatti.

Nel caso della meningite meningococcica, data la rapida evoluzione dell’infezione, il trattamento antibiotico può risultare inadeguato ad arrestarla. Ben il 10% dei bambini che contraggono la malattia rischia la morte anche dopo aver ricevuto, per tempo, la terapia appropriata. Per tutti i soggetti che sono entrati in contatto con l’individuo infetto, per i quali il rischio di contagio è fino a 800 volte maggiore rispetto al resto della popolazione, sono previste misure di profilassi farmacologiche a base di antibiotici.

Meningiti batteriche: prevenzione e vaccinazione

Insieme ad una diagnosi precoce, le vaccinazioni rappresentano oggi le armi più efficaci con cui contrastare la malattia. La prevenzione primaria consiste nella somministrazione di un vaccino specifico per i differenti tipi di infezione:

  • dagli anni Novanta è ormai comune la vaccinazione contro l’Haemophilus influenzae b per tutti i nuovi nati, che in Italia rientra tra quelle previste dal servizio sanitario nazionale;
  • per quanto riguarda lo pneumococco, in Italia, sono disponibili il vaccino coniugato 10 valente, il vaccino coniugato 13 valente e il vaccino 23 valente polisaccaridico;
  • sul fronte della lotta al meningococco sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135 (che però forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni), il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014 o PNPV) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135 (non previsto dal PNPV 2012-2014). Da gennaio 2014 è in commercio anche in Italia il vaccino contro il sierotipo B del meningococco (non ancora inserito nel PNPV 2012-2014), che può essere somministrato ai bambini a partire dai 2 mesi di età, anche in co-somministrazione con le altre vaccinazioni dell’infanzia previste dal PNPV 2012-2014.

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Referenze

  • Epicentro - Istituto Superiore di Sanità: http: //www.epicentro.iss.it/problemi/meningiti/meningite.asp
  • Sistema Informatizzato Malattie Infettive: http: //www.simi.iss.it/meningite_batterica.htm
  • Comitato Nazionale Contro la Meningite:  http: //www.liberidallameningite.it
  • World Health Organization: http: //www.who.int/topics/meningitis/en/
  • European Centre for Disease Prevention and Control: http://www.ecdc.europa.eu/en/healthtopics/meningococcal/pages/index.aspx
  • VaccinarSì, portale di informazione medica e scientifica sulle vaccinazioni a cura della SITI - Società Italiana di Igiene: http://www.vaccinarsi.org