PROGRESSI NELLA SICUREZZA ALIMENTARE UN
NANOSENSORE MESSO A PUNTO A TRENTO RIVELA MUFFE DANNOSE. Perché un alimento
messo in vendita deve essere etichettato con in evidenza la data di scadenza,
gli ingredienti e i gradi C. di conservazione nella catena del freddo? Perché
le micotossine prodotte da funghi microscopici e filamentosi, meglio conosciute
come muffe, possono svilupparsi ed essere dannose per la salute umana ed
animale. Queste muffe non solo attaccano i cibi mal conservati in frigorifero,
ma anche tutti gli altri alimenti: cereali, ortaggi, frutta, solo per citarne
alcuni. E’ vero che ci sono formaggi come il gorgonzola la cui caratteristica
sono le muffe, ma queste sono “muffe buone”, commestibili appositamente immesse
durante la caseificazione del latte. Il
settore lattiero-caseario è quello più soggetto a contaminazioni da sostanze
tossiche e di conseguenza anche i prodotti a base di latte. Un potente
cancerogeno è l’aflatossina M1 che si sviluppa nei mangimi infestati dal fungo Aspergillus flavus. I bovini possono
nutrirsi di mangimi contaminati, il
fungo resiste nel sistema gastroenterico del bovino e passa nel latte
sviluppando l’aflatossina . Gli attuali sistemi di rilevamento sono accurati e
sicuri ma ha bisogni di tempi lunghi e costi non proprio economici. Da questi
fatti l’Unione Europea ha finanziato un progetto di ricerca denominato SYMPHONY (Integrated SYsteM based on PHOtonic
Microresonators and Microfluidic Componentes
for a rapid detectioN of toxins in milk and diarY products), affidando
il coordinamento alla Fondazione Bruno Kessler di Trento. Coordinatore del progetto Leandro Lorenzelli,
responsabile dell’Unità di ricerca BioMens, appartenente al Centro Materiali e
Microsistemi dalla FBK e come responsabile scientifico Andrea Adami,
ricercatore dell’Unità BioMems. Per questo progetto della durata di tre anni la
UE ha stanziato 2.345.379 euro e sarà incluso in un network internazionale di iniziative focalizzate
nello sviluppo di microsistemi per il settore agroalimentare. La ricerca
punterà alla messa a punto di dispositivi di nuova generazione atti ad “aprire
la strada a metodologie più rapide ed efficienti per l’analisi della qualità
dei prodotti nell’industria lattiero- casearia e che possono permettere una
maggiore precisione ed efficienza nella gestione dei processi di produzione e
distribuzione, soprattutto in relazione con il problema delle contaminazioni da
aflatossina e potere rilevare in modo rapido la sua eventuale presenza”. Lo
studio e la produzione di questo utile quanto necessario biosensore – la FAO
stima che il 25% degli alimenti è contaminato da micotossine – si deve oltre
alla Fondazione Bruno Kessler, l’Università di
Trento, LioniX BV (Olanda), Epigem
(UK), Acreo Swedish ICT (Svezia), Quadrachem Laboratories (UK) e il
Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini
(Concast) e Veneto Nanotech. La
scienza, quindi, applicata al sistema lattiero-caseario ci darà sicurezza in
uno dei prodotti alimentari più consumati
nel mondo. Info: Unità
BioMEMS (Centro Materiali e Microsistemi – Fondazione Bruno Kessler http://www.biomens.com/ Progetto SYMPHONY: http://www.symphony-project.eu/ Viviana Lupi www.fbk.eu/press Pia
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