mercoledì 17 dicembre, ore 11.30
Vicenza,
Basilica Palladiana, piazza dei Signori
Apertura
della mostra
TUTANKHAMON
CARAVAGGIO VAN GOGH
La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento
Alle
ore 12 il Sindaco di Vicenza, Achille Variati, porgerà a tutti i giornalisti il
benvenuto.
A seguire Marco Goldin, curatore dell’esposizione, condurrà una visita guidata
COMUNICATO STAMPA
“Mi piace fare mostre come questa, mai per la voglia di stupire, ma sempre e
solo perché la pittura, attraverso la conoscenza, sia l’adesione a un sentimento,
ne sia il racconto e non mai la spiegazione. Non desidero spiegare niente a
nessuno, ho solo la gioia di mostrare che una finestra di Giorgione, oltre la
quale sta il velluto di una notte chiara, io la possa appendere accanto a una
finestra dipinta da López García quasi cinquecento anni dopo, quando una
tangenziale butta la notte della periferia di Madrid dentro quella stessa
finestra aperta. Penso che si possano fare mostre anche così, né migliori né
peggiori di altre, ma diverse. Dove, sulla stessa parete, a Bellini non debba
per forza succedere Giorgione, e dopo di lui Tiziano. Certo, anche questo, ma
non solo. Penso che valga la pena vivere e lavorare in questo modo, dentro alla
verità d’ognuno. Dentro all’emozione d’ognuno.”
E’ un brano tratto dal libro che Marco Goldin ha scritto e che è diventato il
catalogo dell’esposizione. Un brano che identifica compiutamente il suo modo di
essere storico e curatore, il suo modo di pensare a una mostra. Come questa
dedicata al tema della sera e della notte nella storia dell’arte, nella quale
la novità è l’ingresso della Fondazione Teatro Comunale della Città di Vicenza
come Ente Promotore, con il Comune di Vicenza e Linea d’ombra, con il
contributo fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza,
Belluno e Ancona. Main Sponsor Segafredo Zanetti, special sponsor UniCredit.
Accoglienza turistica a cura del Consorzio “Vicenza è”.
Afferma il Sindaco di Vicenza, Achille Variati: "A due anni dalla sua
riapertura, proprio con il primo fortunatissimo episodio della collaborazione
con Linea d'ombra, "Raffaello verso Picasso", la Basilica Palladiana
può già esibire numeri di primaria importanza: 650 mila visitatori, una
pluralità di eventi, mostre, incontri che l'hanno trasformata nel vero cuore
culturale della nostra città, e che hanno contribuito a facilitarne
l'inserimento, avvenuto quest'anno, nell'elenco dei Monumento Nazionali. La
Basilica, edificio simbolo delle architetture palladiane, rappresenta anche la
ritrovata vocazione di Vicenza a ripensare il proprio sviluppo in un'ottica
innovativa: capoluogo di una provincia fortemente produttiva, oggi la città sta
dimostrando come, pur in un periodo di crisi, l'investimento in cultura,
creatività, attrattività rappresenti il modo migliore per costruire nuove
opportunità di sviluppo per un intero territorio".
Per tornare alla mostra, si tratta di un'esposizione di capolavori, sensazioni,
emozioni e simboli. E simbolica non poteva che essere, quindi, anche la data di
inizio: il 24 dicembre 2014, la Notte Santa.
Il titolo, “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi
al Novecento”, richiama millenni di storia dell’uomo e dell’arte, appuntati in
una mostra che indaga una vicenda antica, quella degli Egizi, ma soprattutto
poi una seconda storia, dal Quattrocento al Novecento in pittura, lungo il suo
versante struggentemente serale e notturno.
Quella in cui alcuni artisti raffigurano una manciata di stelle o un chiaro di
luna, come profonde corrispondenze dell’anima. Ma anche la notte come luogo nel
quale si raccolgono alcuni grandi passaggi della storia dell’arte. Perché la
notte in questa mostra non è solo fascino del naturalismo ottocentesco, da
Turner e Friedrich fino agli impressionisti e poi Mondrian e Klee all’inizio
del nuovo secolo. Non è solo il luogo in cui meravigliose storie sacre si
raccontano, da Giorgione a Tiziano, da Caravaggio a El Greco. Ma è anche una
notte fortemente spirituale, interiore, che giustifica così la presenza di
straordinari pittori astratti da Rothko a De Staël, da Noland a Morris Louis.
Ben 113 opere, spesso rare, divise in sei sezioni e provenienti da trenta musei
e collezioni di tutto il mondo, musicano questo affascinante racconto
sinfonico.
Un poema che inizia lungo il Nilo, dove si sedimenta l’idea della notte del
mondo oltre il mondo. E’ la notte abitata nel ventre delle Piramidi. Raccontata
in mostra da reperti che, da soli, valgono il viaggio a Vicenza. Dal Museum of
Fine Arts di Boston giunge per la prima volta in Italia un nucleo di tesori
egizi: dal volto del re Menkaura a quello, celeberrimo, di Tutankhamon re
bambino sino ai ritratti del Fayum, quando Egitto e Roma si avvicinano, a
partire dal I secolo d. C. Questo il grande prologo.
La seconda sezione, con molti capolavori da Giorgione a Caravaggio, da Tiziano
a El Greco, da Tintoretto a Poussin, indugia sulla suggestiva atmosfera delle
figure collocate in ambienti notturni, soprattutto seguendo la vita di Cristo
dal momento della nascita fino alla crocifissione e alla deposizione nel
sepolcro. Opere straordinarie soprattutto del Cinquecento e del Seicento sono
al centro di questa parte.
La terza sezione tocca alcuni dei vertici dell'incisione di tutti i tempi, in
una sala nella quale, con sedici fogli in totale, si confrontano Rembrandt e
Piranesi, il primo con i suoi celeberrimi soggetti religiosi, a cominciare
dalla Stampa da cento fiorini fino alla visione delle Tre croci, il secondo con
le altrettanto celebri immagini delle "Carceri".
La quarta sezione si sofferma invece sul paesaggio, dal momento del tramonto
fino a quello in cui nel cielo si levano la luna e le stelle. Ovviamente il
secolo raccontato è il XIX, poiché, dal periodo romantico fino
all'impressionismo, questo è stato il tempo della natura serale e notturna.
Sfilano alcuni dipinti indimenticabili di Turner e Friedrich, di Corot e
Millet, dei grandi americani da Church a Homer, fino a Whistler, Monet,
Pissarro, Van Gogh e poi Mondrian, Klee e Hopper nella prima parte del
Novecento, fino a Kiefer nella seconda.
La penultima sezione entra nel pieno Novecento, dove in due sale vengono
disposti alcuni dei grandi della seconda parte del secolo, specialmente per
quanto riguarda il versante astratto americano, da Morris Louis a Noland a
Rothko. Ma anche pittori che si sono tenuti a cavallo tra figurazione e
astrazione, come De Staël, fino a un altro grande americano come Andrew Wyeth,
e poi López García e Guccione, per entrare nelle profondità della sera e della
notte intesa come fatto soprattutto psicologico.
Infine, la sesta e ultima sezione è un riassunto di tutti i temi affrontati e
le opere indimenticabili si succedono, da Gauguin a Cézanne, da Caravaggio a
Luca Giordano, da Van Gogh a Rothko ancora. Per una chiusura che lascia con il
fiato sospeso, tra notti dello spirito, notti della vita e notti della natura.
“A testimoniare – chiosa Goldin - il senso di una notte che non è più soltanto
il risultato di un vedere fisico e riproduttivo, ma interiore e determinato
dalla profondità psicologica, del sogno e della memoria. In una mostra che, come
dice il titolo, vuole avvicinare, ma non accostare, il sentimento che
scaturisce dalla fierezza del viaggio nel tempo di Tutankhamon e lo straziato
viaggio sotto la luna e le stelle di Vincent van Gogh a Saint-Rémy. Nessuna
giunzione stilistica, e non servirebbe nemmeno dirlo, ma il racconto dei modi
diversi, anche lontani, entro i quali la notte è stata intesa. Detta. Con un
largo compasso storico, appunto dagli Egizi fino al Novecento. La notte è
sempre stata la rappresentazione della vita, il suo limite e insieme un culmine
che si supera”.
Informazioni e prenotazioni
Linea d’ombra
call center 0422.429999 - www.lineadombra.it
Ufficio Stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. 049.663499 - info@studioesseci.net
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