Padova,
28 febbraio 2022
AGRICOLTURA SOSTENIBILE E CRITTOGRAFIA
NELLE COMUNICAZIONI
L’Università di Padova all’Expo di Dubai
vince con
due brevetti l’IntellectualProperty Award
Nella prima giornata
dell’IntellectualProperty Award che si svolge al Padiglione Italia dell'EXPO di
Dubai, l'Università di Padova si aggiudica il primo premio con due tecnologie
brevettate dall’Ateneo patavino nella fase finale del concorso nazionale “IntellectualProperty
Award 2021” indetto dal Ministero della Sviluppo Economico. IPA 2021,
organizzato dal MiSE - Direzione Generale per la Tutela della Proprietà
Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, in collaborazione con NETVAL,
ha permesso alle Università pubbliche italiane, gli enti pubblici di ricerca
nazionali e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di
partecipare alla selezione dei migliori brevetti in 7 aree tecnologiche (future
mobility - cybersecurity, artificial intelligence, big data - tecnologie green
e materiali alternativi - filiera
agroalimentare – aerospazio - fonti rinnovabili/energie alternative/acqua - life science / health care). Un’apposita
Commissione di valutazione ha selezionato i migliori 5 brevetti che sono stati
invitati a presentare queste nuove tecnologie all’interno della settimana
dedicata all’innovazione all’ Esposizione Universale a Dubai, nel Padiglione
Italia. Nel corso di questa occasione è stata premiata la migliore innovazione
per ciascuna area tecnologica.
Marta De Zotti del Dipartimento di Scienze chimiche con il suo brevetto “Peptidi analoghi del peptaibolico naturale
tricoginaga iv con attività fitosanitaria” è prima nella macro area della
“Filiera agroalimentare”, mentre Giuseppe
Vallone del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, cofondatore e CTO
di Think Quantum, si aggiudica il premio nella macro area della “Cybersecurity,
artificial intelligence, big data”.
«L'invenzione consiste
nell'uso di peptidi, cioè piccole proteine, completamente biodegradabili, come
prodotti fitosanitari contro un ampio spettro di fitopatogeni che causano
malattie su vite, cereali e piante da frutto. Formati da soli undici
amminoacidi naturali – commenta Marta De
Zotti del Dipartimento di Scienze chimiche – i nostri peptidi proteggono la
vite dalla peronospora, che è la malattia più importante e devastante di questa
coltura, con un livello di protezione simile a quello dei prodotti rameici. Gli
ottimi risultati che abbiamo raggiunto finora ci fanno credere fermamente che
questi peptidi saranno il futuro dell'agricoltura sostenibile. Il nostro team
di inventori è composto, oltre a me, dai professori Francesco Favaron e Luca
Sella, fitopatologi. Il brevetto italiano, concesso lo scorso anno, è stato
esteso in Europa e negli USA».
La motivazione: La
presente tecnologia trova applicazione concreta nella necessità del settore
agroalimentare di trovare soluzioni alternative per produrre biopesticidi,
alternativi ai composti derivati alla base dei pesticidi chimici, che
principalmente vengono utilizzati per la protezione delle colture, al fine di
ridurne la tossicità per l’uomo, gli animali e allo stesso tempo l’impatto
ambientale. Tramite prodotti biocompatibili derivati dalla tricogina GA IV,
stabili all’irraggiamento solare, fornisce una soluzione promettente per
soddisfare le precedenti necessità, risultando particolarmente adatta nei
confronti di vari patogeni di frutta, verdura e cereali e soprattutto delle
viti.
Il brevetto - “Peptidi analoghi del peptaibolico naturale tricoginaga iv con attività
fitosanitaria”: l’invenzione descrive l'impiego come prodotti fitosanitari
biocompatibili di alcuni analoghi idrosolubili del peptide naturale tricogina
GA IV. Questo peptide appartenente alla famiglia dei peptaibolici, metaboliti
secondari naturali dei funghi del genere Trichoderma, che sono agenti di
controllo biologico distribuiti in tutto il mondo e utilizzati con successo
nelle prove in campo contro molti agenti patogeni. I peptaibolici sono noti per
le loro capacità di proteggere le piante da attacchi parassitari in quanto: (i)
posseggono attività antimicrobica, (ii) agiscono come stimolanti delle difese e
della crescita delle piante (iii) inducono nelle piante la produzione di
composti volatili che attirano nemici naturali di insetti erbivori. Inoltre, i
peptidi sono composti ecocompatibili degradati dagli enzimi ad aminoacidi non
tossici. L'uso dei nostri analoghi idrosolubili permette di evitare la scarsa
riproducibilità connessa all'uso sia dei peptaibolici tal quali, sia dei
microrganismi del genere Trichoderma che presentano in campo un’efficacia
fortemente condizionata dai fattori ambientali. I loro analoghi mantengono gli
effetti benefici sulle piante, rendendo la distribuzione in campo più semplice
per l'operatore. I peptidi sono stati sperimentati in vitro (da soli o in
combinazione) nei confronti di vari patogeni di frutta, verdura e cereali,
dimostrandosi efficaci nell'inibire lo sviluppo della malattia già a basse
concentrazioni micromolari.
Marta De Zotti è professore associato presso il Dipartimento di Scienze
Chimiche, Universita' degli studi di Padova. Fin dl suo dottorato in Scienze
Chimiche, si è occupata di peptidi ad attività antimicrobica contenenti
particolari amminoacidi naturali, che conferiscono alla loro struttura
particolari caratteristiche di stabilita'. La sua ricerca è incentrata nello
sviluppo di applicazioni per questi peptidi particolarmente versatili, ad
esempio come fitosanitari ecocompatibili, in collaborazione con il gruppo d
fitopatologia del Dipartimento TeSAF. Recentemente, l'applicazione di questi
peptidi nel campo dei dispositivi biomolecolari per la conversione di luce
solare in energia elettrica è stata premiata da Mattarella.
«La comunità dei
ricercatori del Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Padova – sottolinea il Direttore Michele Maggini
– esprime alla collega Marta De Zotti le più vive congratulazioni per
l'importante riconoscimento che premia una ricerca innovativa nel campo dei
peptidi per applicazioni fitosanitarie. Marta sta cogliendo i frutti di un
lavoro collaborativo e interdisciplinare svolto con grande competenza ed
entusiasmo che tutti ci auguriamo continui e sia rafforzato da questo
importante riconoscimento».
«Sono onorato di questo risultato
e condivido la soddisfazione con gli altri inventori, Paolo Villoresi,
Costantino Agnesi e Marco Avesani. La nostra invenzione – dice Giuseppe Vallone del Dipartimento di
Ingegneria dell'Informazione – riguarda un dispositivo innovativo, chiamato
iPognac, per realizzare la comunicazione quantistica con la quale è possibile
scambiare informazioni riservate con massima sicurezza. Il brevetto è stato
concesso in licenza a ThinkQuantum, spin-off dell'università, e rappresenta una
risorsa chiave per lo sviluppo dell'azienda. Sono sicuro che questa tecnologia
avrà un impatto decisivo per lo sviluppo delle comunicazioni quantistiche».
La motivazione: “In ragione della grande rilevanza della crittografia quantistica nello
scenario futuro, si sottolinea la robustezza dell’approccio proposto e il grado
di avanzamento del progetto. Il grado di maturità della soluzione e la chiara
visione delle potenzialità concrete nel breve e nel medio periodo rappresentano
il presupposto per il futuro successo di questa promettente innovazione”.
Il brevetto - “Metodo di modulazione della polarizzazione di impulsi fotonici per la
generazione di chiavi crittografiche quantistiche, e relativo modulatore di
polarizzazione” L’invenzione ha come oggetto un metodo di modulazione della
polarizzazione in impulsi fotonici, i quali sono impiegati nell’ambito di un
sistema di distribuzione quantistica di chiave (Quantum Key Distribution o QKD)
per la generazione di chiavi crittografiche quantistiche, impiegabili in reti
di comunicazione quantistiche e in particolari in sistemi di protezione delle
comunicazioni. L’invenzione riguarda inoltre un modulatore di polarizzazione
che implementa il metodo di polarizzazione oggetto dell’invenzione. La presente
tecnologia brevettata permette una completa automazione del dispositivo e di
generare stati in polarizzazione perfettamente noti e non variabili nel tempo.
Questa caratteristica è particolarmente interessante per le applicazioni di QKD
in spazio libero. Il modulatore oggetto dell’invenzione offre, inoltre, la
possibilità di cambiare configurazione (codifica in polarizzazione o in
time-bin) in modo automatico. Infine, grazie ad una fibra a mantenimento di
polarizzazione in ingresso, si ottiene un’elevatissima stabilità.
Giuseppe Vallone è Professore Associato presso l'Università di Padova dal
2019. Ha conseguito il dottorato di ricerca e Laurea in Fisica Teorica presso
l'Università degli Studi di Torino nel 2006. Dal 2006 al 2011 ha lavorato nel
Gruppo di Ottica Quantistica della Sapienza Università di Roma. Dal 2011 al
2019 è stato Ricercatore presso l'Università di Padova. La sua attività di
ricerca è focalizzata sull’informazione e comunicazione quantistica.
Attualmente è coordinatore di progetti nazionali e internazionali, è titolare
di 3 brevetti e autore di più di 130 lavori scientifici. È co-fondatore e
direttore tecnico di ThinkQuantum, spinOff dell'Università di Padova che
commercializza dispositivi per la comunicazione quantistica.
«Il Dipartimento di
Ingegneria dell'Informazione – conclude il Direttore
Gaudenzio Meneghesso – si congratula con i sui ricercatori per l'importante
riconoscimento che ancora una volta premia la ricerca di eccellenza svolta
quotidianamente nei suoi laboratori. Da decenni infatti il nostro dipartimento
contribuisce con la sua attività all'innovazione scientifica e tecnologica ed
il brevetto "iPognac", con questo premio, conferma il grande valore
applicativo della ricerca. Siamo orgogliosi di poter contare su gruppi come
quello del Prof. Vallone che, grazie al loro lavoro, contribuiscono a mantenere
alto il prestigio del nostro Ateneo.
Qui i video di presentazione:
Video presentazione Marta De Zotti:
https://mediaspace.unipd.it/playlist/dedicated/236008053/1_aqpm0cnz/1_7ub428ra
Video presentazione Giuseppe Vallone:
https://mediaspace.unipd.it/playlist/dedicated/236008053/1_cdqczafd/1_u8pwprm2