Il più antico gioiello
decorato rinvenuto in Eurasia
Risalente a 41.500 anni fa e trovato in
una grotta in Polonia, è un ciondolo d’avorio decorato da 50 puntini che
disegnano una curva circolare irregolare. L’analisi del reperto – guidata da
studiosi dell’Università di Bologna – amplia le nostre conoscenze sui tempi di
comparsa di questi oggetti realizzati dai primi Homo sapiens arrivati in Europa
Un ciondolo d’avorio risalente a 41.500
anni fa e ritrovato all’interno di una grotta in
Polonia è il più antico ornamento decorato finora emerso in Eurasia. La
scoperta – riportata su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature
– nasce da uno studio multidisciplinare di un gruppo di ricerca guidato da
studiosi dell’Università di Bologna insieme a studiosi dell’Istituto
Max Planck per l’Evoluzione Umana (Germania), dall'Università di Wrocław
(Polonia) e dall'Istituto di Sistematica ed Evoluzione degli Animali dell’Accademia
Polacca delle Scienze.
Il gioiello è un ciondolo d’avorio
decorato da 50 puntini che disegnano una curva circolare irregolare. La sua
scoperta retrodata di 2.000 anni lo sviluppo di questo tipo di decorazione da
parte dei primi Homo sapiens arrivati in Europa.
“Determinare l'età esatta di questo
gioiello era fondamentale per la sua attribuzione culturale e siamo
entusiasti del risultato raggiunto”, spiega Sahra Talamo, coordinatrice
dello studio e direttrice del laboratorio di radiocarbonio BRAVHO presso il Dipartimento
di Chimica “Giacomo Ciamician” dell'Università di Bologna. “Questo
studio dimostra che utilizzando i più recenti progressi del metodo del radiocarbonio
è possibile ridurre al minimo la quantità di materiale da campionare e
ottenere ugualmente date molto precise e con un intervallo di errore
molto piccolo”.
Assieme alla datazione al radiocarbonio,
il ciondolo è stato analizzato anche con metodologie digitali, a partire
da scansioni micro-tomografiche dei reperti. “Attraverso tecniche di
modellazione 3D, i reperti sono stati ricostruiti virtualmente e il
ciondolo opportunamente restaurato, permettendo al contempo di effettuare
misurazioni di dettaglio e supportare la descrizione delle decorazioni”,
aggiunge Stefano Benazzi co-autore dell'articolo e direttore del
laboratorio di Osteoarcheologia e Paleoantropologia (BONES Lab) presso il Dipartimento
di Beni Culturali dell'Università di Bologna.
Sin dagli inizi della loro dispersione
in Europa centrale e occidentale, circa 42.000 anni fa, i gruppi di Homo
sapiens iniziarono ad usare l’avorio delle zanne dei mammut per la
produzione di ciondoli e figurine, e a volte a decorarli con motivi geometrici.
In particolare, oltre a linee, croci e hashtag, un nuovo tipo di decorazione
- l'allineamento di puntini - compare in alcuni ornamenti ritrovati nella
Francia sud-occidentale e in alcune figurine del Giura Svevo, in Germania. La
maggior parte di questi ornamenti furono però scoperti durante scavi
archeologici realizzati nei primi del ‘900 e quindi le loro attribuzioni
cronologiche rimangono imprecise. Questa incertezza fa sì che la ricostruzione
cronologica della comparsa e diffusione dell'arte mobiliare e degli ornamenti
in Europa rimanga ancora oggi fortemente discussa e irrisolta.
L’analisi e la datazione di questo
gioiello decorato, risalente a 41.500 anni fa, permette ora di ampliare
le nostre conoscenze sui tempi di comparsa di questi oggetti in Eurasia.
Il ciondolo è stato rinvenuto nel 2010 nella grotta di Stajnia, in Polonia,
durante le indagini archeologiche dirette da Mikołaj Urbanowski (co-autore
dell'articolo), insieme a ossa di animali e alcuni strumenti di pietra del
Paleolitico superiore. Le tracce rinvenute indicano che la grotta fu occupata
sia dai Neandertaliani che dai Sapiens, ma solo per visite sporadiche.
Probabilmente è proprio durante una di queste visite, forse una spedizione
di caccia nel vicino altopiano di Cracovia-Częstochowa, che il ciondolo
si ruppe e fu abbandonato nella grotta, per la gioia degli archeologi che,
oltre 40.000 anni più tardi, lo hanno riportato alla luce.
"Questo gioiello mostra la
grande creatività e la straordinaria abilità manuale del gruppo di Homo
sapiens che occupava il sito: lo spessore della placca è di circa 3,7
millimetri e mostra la sorprendente precisione nell’incidere i puntini e
i due fori per indossarlo", dice Wioletta Nowaczewska dell'Università
di Wrocław, co-autrice dell'articolo.
"Se questi segni indichino un
calendario lunare o un conteggio delle prede cacciate è ancora da scoprire;
tuttavia, è affascinante che decorazioni simili siano apparse in modo
indipendentemente da una parte all’altra dell’Europa", aggiunge Adam
Nadachowski dell'Istituto di Sistematica ed Evoluzione degli Animali
dell’Accademia Polacca delle Scienze, co-autore dell’articolo.
Il territorio della Polonia è spesso
escluso dalle ipotesi relative alla prima espansione dell'Homo sapiens in
Europa, suggerendo che questa regione sia rimasta deserta per diversi millenni
dopo la scomparsa dei Neandertaliani. Una ricostruzione che ora potrebbe
cambiare. "L'età del ciondolo in avorio trovato nella grotta di
Stajnia finalmente dimostra che la migrazione dei Sapiens in Polonia è
antica quanto quelle in Europa centrale e occidentale", conferma Andrea
Picin dell’Istituto Max Planck per l’Evoluzione Umana di Lipsia, co-autore
dell’articolo. "Questo importante risultato cambierà le nostre prospettive
sull'adattabilità di questi primi gruppi di Sapiens e metterà in
discussione il modello monocentrico di diffusione dell'innovazione artistica
nell'Aurignaziano".
Ulteriori analisi dettagliate sulle
collezioni dell’avorio trovati nella grotta di Stajnia e in altri siti in
Polonia sono attualmente in corso e promettono di fornire maggiori informazioni
sulle strategie di produzione di ornamenti nell'Europa centro-orientale.
"Oggi come oggi, se vogliamo risolvere seriamente il dibattito di quando
cominciò la produzione di ornamenti e dell'arte mobile nei gruppi del
Paleolitico, dobbiamo datare direttamente questi oggetti con il
radiocarbonio, specialmente quelli ritrovati durante vecchi scavi o in
sequenze stratigrafiche complesse", conclude la professoressa Talamo.
Lo studio è stato pubblicato sulla
rivista Scientific Reports con il titolo “A 41,500 year‑old decorated
ivory pendant from Stajnia Cave (Poland)”. Per l’Università di Bologna hanno
partecipato Sahra Talamo, Silvia Cercatillo e Dragana Paleček del
Dipartimento di Chimica "Giacomo Ciamician" insieme a Stefano
Benazzi e Antonino Vazzana del Dipartimento di Beni Culturali.
Hanno partecipato inoltre dell’Istituto Max Planck per l’Evoluzione Umana (Germania),
dall'Università di Wrocław (Polonia) e dall'Istituto di Sistematica
ed Evoluzione degli Animali dell’Accademia Polacca delle Scienze.
Didascalie immagini:
Immagine 1. Vista frontale del gioiello
d'avorio decorato rinvenuto nella grotta di Stajnia, in Polonia - © Antonino
Vazzana - BONES Lab
Immagine 2. Vista aerea della grotta di
Stajnia - © Marcin Żarski
Immagine 3. Gli studiosi che hanno
guidato il progetto. Da sinistra: Sahra Talamo, Adam Nadachowski e Wioletta
Nowaczewska - © Sahra Talamo
Immagine 4. A) Vista frontale e retro
del gioiello; B) Rappresentazione schematica del gioiello (vista frontale) - ©
Antonino Vazzana - BONES Lab