ASMA DA POLLINI I COLPEVOLI SONO SOPRATTUTTO PARIETARIA,
GRAMINACEE E OLIVO Milano,
26 maggio 2021. Quasi un italiano su
quattro soffre di allergie respiratorie, e molti di questi hanno sintomi che
compaiono o peggiorano nei mesi primaverili. L’allergia ai pollini è infatti
una delle manifestazioni più note dell’allergia, con sintomi che sono
caratterizzati prevalentemente da starnuti, naso chiuso, prurito nasale e
oculare, ed asma. In un
Paese come l’Italia, caratterizzato da un’eccezionale diversità di clima e di
flora dovuta ad una posizione geografica unica, anche l’allergia ai
pollini ha caratteristiche particolari. Sono infatti presenti
moltissime piante che producono pollini allergenici, cioè in grado di provocare
sintomi nei pazienti sensibilizzati, e la loro distribuzione è notevolmente
variabile sul nostro territorio. “Mentre
è semplice apprezzare la differenza fra le piante, quello che succede a livello
microscopico quando guardiamo i pollini, o ad un livello ancora più dettagliato
quando si analizzano le
molecole allergeniche, è
ancora oggetto di studio ed in parte ancora da comprendere pienamente” afferma il dott. Lorenzo Cecchi, Presidente
eletto AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani e Ospedalieri) “Uno
degli aspetti più interessanti è la capacità di alcuni pollini
di provocare asma, una caratteristica clinicamente importante
che è limitata prevalentemente ad alcune specie come la parietaria, le
graminacee, l’ambrosia e l’olivo”. Nonostante
il tema sia oggetto di studio da decenni, i meccanismi che rendono questi
pollini più “asmogeni” non è ancora del tutto chiaro. Infatti, le dimensioni dei pollini allergenici sono
prevalentemente intorno a 10-50 micron (un micron corrisponde ad un millesimo
di millimetro), mentre le vie respiratorie critiche per l’infiammazione tipica
dell’asma hanno un diametro inferiore ai 4 micron. Anche se l’infiammazione
allergica coinvolge generalmente sia le vie respiratorie superiori che
inferiori e che quindi il contatto dell’allergene con le mucose nasali può
comunque essere sufficiente a spiegare anche sintomi respiratori, si ritiene
che il polline debba comunque entrare in contatto con le mucose delle piccole
vie respiratorie. “Il fatto che la maggior parte dei pollini in grado di
provocare sintomi di asma sia generalmente di piccole dimensioni” analizza
il dott. Cecchi “è sembrato un indizio sufficiente a spiegare questo
fenomeno, nonostante che il diametro di uno dei più piccoli, quello della
parietaria, sia comunque tra 12 e 16 micron”. L’asma da temporale (thunderstorm-related asthma): un indizio per
indirizzare la ricerca. Un
aiuto ad indirizzare la ricerca in questo campo è venuto dalla cosiddetta asma
da temporale, cioè delle “epidemie” di asma grave, anche fatale, che
si concentrano durante e dopo eventi temporaleschi nei periodi di fioritura di
piante allergeniche. Da molti anni sono stati segnalati in alcune aree del
mondo e nel nostro Paese come, ad esempio, a Napoli in più occasioni, ed in Puglia.
I sintomi compaiono in pazienti allergici soprattutto a parietaria, graminacee
ed olivo, non necessariamente affetti da asma o con asma lieve e non ben
controllata con la terapia. In queste occasioni, la comparsa di sintomi
respiratori di tipo asmatico ha fatto pensare agli esperti che avvenisse
una rottura del polline e che le particelle liberate, contenenti le
molecole allergeniche, fossero in grado di entrare più profondamente
nelle vie respiratorie e provocare asma. La
ricerca condotta dagli allergologi AAIITO in collaborazione con l’Università
Milano Bicocca. Una
recente ricerca condotta da Lorenzo Cecchi, Enrico Scala e Riccardo Asero in
collaborazione con Sandra Citterio e Sarah Caronni della Università
Milano-Bicocca sembra confermare questa ipotesi. Sottoponendo
in laboratorio i pollini di cipresso, ambrosia, parietaria, graminacee e olivo
a condizioni simili a quelle che si verificano durante un temporale, l’analisi
molecolare ha dimostrato che i frammenti dei pollini implicati
nell’asma da temporale contengono le molecole allergeniche mentre gli altri no,
o ne contengono in quantità significativamente minore. Ciò
significa che durante un temporale i pollini si rompono e si formano dei
frammenti con diametro tra i 2 e i 4 micron che, nel caso di parietaria,
graminacee e olivo contengono le molecole allergeniche e sono in grado, date le
loro dimensioni, di penetrare profondamente nelle vie respiratorie. Questo
meccanismo di formazione di piccole particelle con proprietà allergeniche
potrebbe svolgere un ruolo importante anche nell’asma da pollini in generale. “E’
facile pensare che queste particelle possano essere presenti, magari in
concentrazioni minori, anche in condizioni meteorologiche meno estreme come in
giornate umide o semplicemente ventose e che siano così le responsabili dei
sintomi asmatici nei pazienti affetti da allergia a pollini” afferma il dott. Cecchi e conclude “Le ricadute
pratiche di queste nuove scoperte sono purtroppo limitate, e al momento rimangono
fondamentali la prevenzione e, soprattutto, il trattamento, sia farmacologico
che con l’immunoterapia specifica, dell’allergia ai pollini”. Per informazioni: Ufficio Stampa AAIITO Andrea Comaschi Cell. 340/4542203 comaschi@aristea.com Ilaria Ugolini ugolini@aristea.com
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