Aspirina® – una storia di continui successi Con più di 115 anni, Aspirina® ha alle spalle
una ricca e solida storia e grandi prospettive per il futuro. Fin dalla propria
introduzione sul mercato, i suoi benefici sono stati riconosciuti dalla
comunità scientifica e dai pazienti di tutto il mondo. Aspirina riduce il
dolore e la febbre e già da molti anni la sua assunzione quotidiana a bassi
dosaggi è prescritta dai medici di tutto il mondo per la prevenzione
dell’infarto e dell’ictus ischemico in specifiche categorie di pazienti. Sono
pochi i farmaci che possono vantare un così ampio ventaglio di indicazioni terapeutiche,
come quello del farmaco di Bayer. La storia di Aspirina®, ricca e in costante
evoluzione, inizia con i tentativi di un giovane chimico di Bayer di alleviare i
reumatismi di cui soffriva il padre. Il 10 agosto del 1897 il Dr. Felix
Hoffmann riuscì per la prima volta a sintetizzare una forma pura e stabile di
acido acetilsalicilico in uno dei laboratori Bayer a Wuppertal, in Germania. Nasceva,
così, un nuovo analgesico, dai molteplici impieghi, che venne subito utilizzato
per curare il dolore del padre di Hoffmann. Il medico gli aveva precedentemente
prescritto salicilato di sodio, una medicinale dal gusto amaro. Grazie alla
scoperta di suo figlio, ora poteva invece alleviare il proprio dolore con una
sostanza più facilmente tollerata, l’acido acetilsalicilico, il principio
attivo di Aspirina® di Bayer. Da quel momento, decine di milioni di persone
hanno assunto Aspirina® a scopo analgesico. Nei primi tempi che seguirono la scoperta, comunque, il
responsabile della ricerca farmacologica di Bayer, il Professor Heinrich
Dreser, non sembrò particolarmente interessato a questa novità. Sebbene i
medici che avevano prescritto il medicinale ai propri pazienti fossero
entusiasti dell’efficacia del farmaco, Dreser gli prestò poca attenzione. Fu solo
quando Carl Duisberg, amministratore delegato di Bayer, fece pressione affinché
il farmaco fosse testato nuovamente in uno studio clinico, che i risultati convinsero
tutti - anche il Professor Dreser - del
valore di Aspirina®. Nel
1898, vennero pubblicati i primi risultati dello studio clinico e furono
descritti i benefici effetti antidolorifici dell’acido acetilsalicilico. Questo
indusse l’azienda a iniziare la produzione del medicinale. Il 6 marzo 1899
Aspirina® di Bayer venne registrata con il codice 36433 nella lista dei marchi registrati presso l’Imperial
Patent Office di Berlino. Bayer depositò la richiesta di brevetto per il nome e le
modalità produttive sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. L’inghilterra
rifiutò la domanda di brevetto poiché nel 1897 l’azienda tedesca “Chemische
Fabrik von Heyden” aveva già registrato l’aspirina sotto il nome commerciale di “Acetylin”. Negli Stati Uniti, invece, Bayer
ricevette il brevetto nel febbraio del 1900. A partire da qual momento, Aspirina®
fu prodotta e commercializzata negli USA. Inizialmente Aspirina® era disponibile solo
nelle farmacie e veniva venduta in polvere, in fiale da 250 grammi ciascuna. Dopo
poco tempo molte altre aziende iniziarono a produrre e a vedere preparati in
polvere di acido acetilsalicilico. Per differenziare Aspirina®,
Bayer sviluppò quindi una formulazione in compresse. Aspirina® divenne
così uno dei primi medicinali in compresse ad essere prodotti in modo
industriale. Le compresse avevano il vantaggio di risultare ben compatte
all’esterno, ma di sciogliersi facilmente in acqua, oltre a consentire di avere
un dosaggio standard, a differenza della polvere che richiedeva la pesatura. La formulazione solida e pratica
fece di Aspirina® un farmaco assai maneggevole. Presto, i medici
iniziarono a prescriverla per il trattamento del mal di testa, del mal di denti
e dolori di varia natura, così come
stati febbrili dovuti a raffreddore o influenza. Subito
dopo la sua introduzione, Aspirina® divenne l’antidolorifico più
conosciuto al mondo. Con oltre un secolo di pratica clinica, Aspirina®
oggi continua ad essere considerata un antidolorifico collaudato, affidabile ed
economico. Sebbene Aspirina® si sia affermata come valido
antidolorifico, il suo meccanismo d’azione rimase un mistero per più di 70 anni
dalla scoperta di Hoffman. Ancora nel 1966, il quotidiano New York Times pubblicò un articolo dedicato ad Aspirina®
intitolato: “La medicina portentosa che nessuno comprende”. Poi, nel
1971, il farmacologo inglese John Vane scoprì che le proprietà antinfiammatorie
dell’acido acetilsalicilico dipendono dalla sua capacità di inibire la
produzione da parte dell’organismo di alcuni mediatori chimici (le
prostaglandine) che favoriscono l’infiammazione e sono coinvolte in alcuni
meccanismi che attivano la sensazione di dolore. La sua ricerca gettò le basi
per ulteriori studi sull’Aspirina® e
qualche anno dopo gli valse il premio Nobel per la medicina. Nel 2004 Derek W.
Gilroy riuscì a chiarire un secondo meccanismo d’azione di Aspirina®. La sua ricerca
dimostrò che l’acido acetilsalicilico agisce su ormoni inibitori
dell’infiammazione noti come lipossine, che a loro volta formano ossido di
azoto (NO) e ne aumentano i livelli nel sangue. Quando si ha un’infiammazione
acuta, l’ossido di azoto regola il trasporto dei globuli bianchi verso il punto
infetto e danneggiato. Gilroy concluse che assumendo acido acetilsalicilico, diventa
più facile per i globuli bianchi combattere l’infezione e favorire la
riparazione del tessuto danneggiato. Inoltre, scoprì che il calore,
l’arrossamento, il gonfiore e il dolore della zona interessata, tipici segni
dell’infiammazione, si riducevano. Nel 1980, Aspirina® inizia la sua seconda
“carriera”. La pubblicazione dello studio Second International Study of Infarct
Survival (ISIS-2) dimostrò l’efficacia di Aspirina®
(160 mg/die) nel trattamento acuto dell’infarto del miocardio. Grazie a questo studio
gli scienziati appresero che l’acido acetilsalicilico, assunto durante un
sospetto infarto e per 30 giorni successivi all’evento, può ridurre il rischio
di morte e danno al tessuto cardiaco. Inoltre, successivi studi clinici
pubblicati, compreso uno studio dell’Antithrombotic Trialist Collaboration (ATTC),
hanno dimostrato che l’acido acetilsalicilico a basse dosi può prevenire
l’infarto in specifiche categorie di pazienti a rischio. Questa grande scoperta
e la ricerca che ne è scaturita hanno reso oggi Aspirina® il trattamento di riferimento nella prevenzione secondaria dell’infarto. Hanno,
inoltre, aperto la strada per l’approvazione di Aspirina® in oltre
50 paesi per la prevenzione di un primo evento infartuale o ictus ischemico
(prevenzione primaria) in alcune categorie selezionate di pazienti. Tutt’oggi, la
validità di Aspirina® continua
ad essere supportata e rafforzata dalla comunità scientifica internazionale
attraverso la stesura di numerose linee guida cliniche nazionali e
internazionali che ne raccomandano l’impiego in alcune categorie di pazienti a
rischio per la prevenzione di eventi cardiovascolari sia in prima sia in
seconda linea. In termini di sicurezza, se assunta come indicato per le
indicazioni cardiovascolari approvate, Aspirina®
è ben tollerata ed efficace e, per la maggior parte di pazienti, è raramente
associata ad eventi avversi rilevanti. L’impiego di Aspirina per la prevenzione
del rischio cardiovascolare deve comunque essere valutato dal medico curante,
che saprà individuare i pazienti che possono beneficiare di questa terapia. È proprio grazie alla sua storia eccezionale che Aspirina®
ha trovato un posto anche nei musei, incluso il Museo Nazionale di Storia
Americana della Smithsonian Institution a Washington, DC, USA. Allo stesso tempo, continua a giocare un
ruolo di rilievo nella ricerca attuale. Si stima che ogni anno siano circa
700-1.500 le pubblicazioni di studi scientifici dedicati all’acido
acetilsalicilico. Gli esperti sono concordi sul fatto
che il farmaco continua a sorprendere gli scienziati coinvolti nella ricerca
farmacologica moderna. Sulla base di oltre 200 studi clinici, che hanno coinvolto
più di 200.000 pazienti, i ricercatori di tutto il mondo continuano ad
esplorare i potenziali benefici di Aspirina® anche in altri
ambiti terapeutici oltre a quello cardiovascolare e dell’analgesia, incoraggiati dai risultati promettenti che Aspirina ha finora mostrato nel
favorire potenzialmente la prevenzione, il trattamento o la gestione di altre
patologie, acute e croniche. Bayer HealthCare è impegnata nel collaborare con
la comunità scientifica al fine di rendere massima l’utilità di Aspirina®
in specifici pazienti, man mano che il sostegno scientifico evolve a nuove
indicazioni. Ad esempio, Bayer sostiene numerosi studi che valutano il
potenziale di Aspirina® nel far
fronte ad esigenze cliniche che non hanno ancora trovato una cura soddisfacente,
fornisce servizi di formazione e sostiene
enti e istituzioni benefiche che incoraggiano il dialogo medico-paziente
sul rischio cardiovascolare e sulla gestione dello stesso. Aspirina®: la
strada verso il successo ·
400 AC: Ippocrate usa la
corteccia di salice come rimedio per ridurre stati febbrili e dolore. ·
1897: Nel laboratorio Bayer
di Wuppertal, in Germania, il giovane scienziato Dr. Felix Hoffmann è il primo
a sintetizzare con successo una forma chimicamente pura e stabile di acido
acetilsalicilico (ASA) che diventa il principio attivo di Aspirina®.
·
1899: Il marchio Aspirina®
viene registrato e lanciato sul mercato come formulazione in polvere. Bayer distribuisce
il medicinale alle farmacie in piccole fiale di vetro da 250 grammi. Una dose
da 500 mg del preparato viene poi pesata e fornita ai pazienti in piccole buste
di carta. Solo un anno più tardi, Bayer lancia l’analgesico nella classica
forma di compressa – uno dei primi farmaci ad essere commercializzato con
questa formulazione. ·
1900: Bayer lancia Aspirina®
in Giappone. ·
1901: Aspirina® viene
lanciata in Brasile. ·
1909: Dopo soli 10 anni, le
vendite di Aspirina® rappresentano già circa il 30% delle vendite
complessive di Bayer negli Stati Uniti e il prodotto diventa uno dei medicinali
più spesso prescritti negli USA. ·
1915: Aspirina® diventa
disponibile senza obbligo di prescrizione e diventa uno dei farmaci più venduti
negli Stati Uniti. ·
1918: con la Prima Guerra
Mondiale si registra in breve tempo una battuta d’arresto per la crescita
dell’azienda: il Trattato di Versailles obbliga Bayer a rinunciare al suo
brevetto negli Stati Uniti. Tutto viene
confiscato, dai soldi al nuovo sito produttivo di Aspirina®. Sterling
Winthrop (poi Sterling Drug) acquista l’azienda Americana ad un’asta del
Governo Americano per un totale di 5,3 milioni di dollari. ·
1924: La pubblicità dell’Aspirina®
appare sui veicoli di tutto il mondo. ·
1948: Dr. Lawrence Craven, un
medico di medicina generale californiano, osserva che il tasso di infarti è più
basso nelle diverse centinaia di pazienti per i quali ha prescritto aspirina.
Due anni più tardi, pubblicherà queste sue conclusioni su Annals of Western
Medicine & Surgery, ma le sue considerazioni verranno inizialmente ignorate.
·
1949: Aspirina® compie 50 anni e, l’anno successivo,
è per la prima volta inserita nel Guinness Book of Records come
l’antidolorifico più venduto al mondo. ·
1950: L’American Medical
Association pubblica un annuncio a supporto della sicurezza ed efficacia di Aspirina® come
antidolorifico. ·
1969: Una confezione di Aspirina® vola sulla
luna a bordo di Apollo 11. ·
1971: Il farmacologo inglese
Sir John R. Vane spiega il meccanismo d’azione di Aspirina® e scopre che l’acido
acetilsalicilico (ASA) ha effetti analgesici, antipiretici e antinfiammatori
poiché inibisce la sintesi delle prostaglandine nell’organismo. Lo stesso anno,
J.B. Smith e A.L. Willis provano per la prima volta che l’effetto dell’Aspirina® sulla
fluidificazione del sangue è basato sull’inibizione irreversibile della
produzione di prostaglandine nelle piastrine. ·
1971: Aspirina® C,
compressa effervescente contenente acido acetilsalicilico e vitamina C, viene
introdotta nel mercato tedesco. ·
1977: Uno studio riporta che
l’aspirina può prevenire l’ictus ischemico in specifiche tipologie di pazienti.
Nello stesso anno, la World Health Organization (WHO) dà vita alla sua “Lista
dei Farmaci Essenziali” nella quale Aspirina® è inclusa, fin dall’inizio, come analgesico
fondamentale. ·
1978: Il Canadian
Cooperative Study viene pubblicato sul “New England Journal of Medicine” mostrando come l’Aspirina® può ridurre in modo considerevole l’incidenza di
attacchi ischemici transitori (TIA), di ictus o di morte. ·
1982: il farmacologo
inglese Professor John Vane riceve il
Premio Nobel per la Medicina per aver scoperto che le proprietà
antinfiammatorie dell’Aspirina® derivano dalla sua capacità di inibizione della
produzione da parte dell’organismo di specifici mediatori chimici
(prostaglandine) che favoriscono l’infiammazione. ·
1983: Pubblicazione dello
Studio della Veterans Administration Cooperative (VACS), uno dei cinque studi
clinici chiave nel dimostrare che l’Aspirina® riduce il rischio di eventi cardiovascolari
in pazienti con angina. ·
1985: La Food and Drug Administration
americana approva l’uso di aspirina, sotto supervisione del medico, nella
prevenzione dell’infarto in pazienti che abbiano già avuto un infarto o con
angina instabile, e nella prevenzione delle recidive di ictus negli uomini con attacchi
ischemici transitori (TIA). ·
1988: Pubblicazione del
British Doctors’ Trial (BDT), che avanza l’ipotesi che l’incidenza di attacchi
ischemici transitori sia significativamente più bassa in pazienti che prendono
regolarmente l’aspirina. ·
1988: L’Antiplatelet
Trialists’ Collaboration pubblica i risultati di una meta-analisi dimostrando
che l’aspirina riduce in modo significativo il rischio di eventi
tromboembolici. In quello stesso anno, vengono pubblicati anche i risultati del
Second International Study of Infarct Survival (ISIS-2). Secondo gli autori,
l’aspirina riduce il rischio di morte se assunta durante un infarto e per i 30
giorni successivi all’evento ·
1989: Pubblicazione del
Physicians’ Health Study (PHS), che ha
dimostrato una chiara riduzione del primo infarto in donne in salute che
stavano assumendo aspirina. Lo studio PHS viene interrotto anticipatamente per
evidenza di tasso di mortalità significativamente basso per le persone incluse
nel gruppo in trattamento con aspirina rispetto al gruppo con placebo. Newsweek
ha titolato la notizia sullo studio PHS: “Aspirin breakthrough”. ·
1990: L’American Heart Association raccomanda una terapia con
aspirina a basso dosaggio per la riduzione del rischio di recidiva d’infarto in
pazienti con una storia relativa a questo evento cardiovascolare. ·
1990–1992: Lo Studio Svedese
RSIC (Risk of myocardial infarction and death during treatment
with low dose aspirin and intravenous heparin in men with unstable coronary
artery disease) è il primo di cinque studi
chiave che dimostrano che l’aspirina a basso dosaggio può ridurre di almeno il
50% il rischio di infarto in pazienti con angina pectoris instabile. In
questo periodo si ricorda anche la pubblicazione di uno studio condotto da Ridker
et al, e dello studio Svedese su Angina Pectoris, altri due studi fondamentali
nel dimostrare che l’aspirina riduce il rischio di eventi cardiovascolari in
pazienti con angina. ·
1992: L’Aspirina viene
inserita come farmaco essenziale per la prevenzione della trombosi nella World
Health Organization’s Essential Drug List. Quello
stesso anno, viene introdotta Aspirina® in compresse masticabili contenente
un agente antiacido con carbonato di calcio e, quindi, adatta per i pazienti con stomaco sensibile. ·
1993: Bayer introduce, in
Germania e in diversi altri paesi, Aspirina® Protect, una
formulazione di Aspirina a basso dosaggio nella prevenzione di eventi
cardiovascolari per specifici pazienti a rischio. ·
1995: Bayer acquista la divisione
OTC (over the counter) di Sterling Winthrop per 1 miliardo di dollari
americani, riacquistando la proprietà del suo medicinale ora commercializzato
come Bayer® Aspirin. A Bitterfeld, in Germania, viene inaugurato uno stabilimento di
produzione farmaceutica all’avanguardia per la produzione di Aspirina e altri
analgesici Bayer. ·
1996: In un’indagine
nazionale sulle innovazioni, condotta dal Massachusetts Institute of Technology
(MIT), le persone che scelgono l’aspirina come invenzione risultano il doppio rispetto
a coloro che hanno indicato il computer. ·
1997: l’acido
acetilsalicilico, il principio attivo di Aspirina®, festeggia il
primo centenario. ·
1997: Pubblicati i risultati
dello studio International Stroke Trial, che coinvolge circa 20.000 pazienti in
36 paesi, a supporto dell’impiego di aspirina entro le 48 ore successive ad un
ictus ischemico. ·
1998: Pubblicati gli studi
clinici Thrombosis Prevention Trial (TPT) e Hypertension Optimal Treatment (HOT),
due tra gli studi che aprono la strada all’approvazione di aspirina nella
prevenzione primaria in oltre 50 paesi. Viene pubblicata dalla seconda Joint
Task Force of European Other Societies on Coronary Prevention una
raccomandazione, fondata sulle evidenze dei due studi clinici TPT e HOT, per
l’impiego di una terapia con aspirina a basso dosaggio nella prevenzione del
primo infarto miocardico in pazienti ad alto rischio cardiovascolare. ·
1998: La Food and Drug Administration
statunitense approva l’ampliamento delle indicazioni in ambito cardiovascolare
per l’impiego di aspirina nella prevenzione secondaria. Le nuove indicazioni
includono l’impiego di aspirina, dietro indicazione medica, per: riduzione del
rischio di morte durante un sospetto attacco cardiaco; prevenzione di recidive
di ictus ischemico o attacco ischemico transitorio (TIA) in uomini e donne;
riduzione del rischio di recidive di infarto e ictus ischemico; prevenzione di
infarto e morte in pazienti con angina stabile, in pazienti sottoposti a
procedure di rivascolarizzazione se presente una precedente condizione per la quale
sia già indicata l’aspirina - impianto
di bypass aortocoronarico (CABG), angioplastica coronarica transluminale
percutanea (PTCA), endoarteriectomia della carotide. ·
1998: Aspirina® Prevent
viene lanciata in Brasile. ·
1999: Bayer Aspirin®
Cardio viene lanciata in Cina. Aspirina è approvata in Cina e Spagna per
l’impiego nella prevenzione secondaria. ·
1999: Il 6 marzo,
esattamente 100 anni dopo l’introduzione di Aspirina® nel registro
dei marchi depositati dell’Imperial Patent Office di Berlino, Bayer stabilisce
un record mondiale nel Guinnes dei primati trasformando l’edificio di 122 metri
di altezza del quartier generale con sede a Leverkusen nella più grande
confezione di Aspirina®. L’edificio
viene avvolto con un telo di oltre 22.500 metri quadrati per celebrare il
centenario di Aspirina®. ·
1999: Aspirina viene inclusa
tra i progressi della scienza medica, come lo stetoscopio e il cuore
artificiale, con l’introduzione nel Museo Nazionale di Storia Americana del
Smithsonian Institution, negli USA. ·
2001: Aspirina® viene
lanciata in Giappone per la prevenzione degli eventi cardiovascolari. ·
2003: Aspirina®
Complex e Aspirina® Effect sono immesse sul mercato in Germania. ·
2003: Pubblicazione dello studio
clinico Primary Prevention Project (PPP), uno dei cinque studi chiave a
supporto della riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, con Aspirina®,
in pazienti con angina. Lo studio viene interrotto anticipatamente per le evidenze
positive nell’impiego di Aspirina®, identificate da un’analisi
interna, e nuove evidenze disponibili dagli studi clinici Thrombosis Prevention
Trial (TPT) e Hypertension Optimal Treatment (HOT) riguardo ai benefici della
terapia con Aspirina® a basso dosaggio nella prevenzione di eventi
cardiovascolari in specifici pazienti ad alto rischio. ·
2004: Il ricercatore inglese
Professor Derek W. Gilroy evidenzia le proprietà antinfiammatorie dell’aspirina
in aggiunta alla precedente ricerca sul meccanismo d’azione condotta da Sir
John Vane e altri. ·
2005: Pubblicazione dello Studio Women’s Health Study
(WHS), che rappresenta una pietra miliare nella caratterizzazione
dell’efficacia di Aspirina® nella prevenzione cardiovascolare. Si tratta di uno studio della durata di 10 anni,
randomizzato, condotto su 40.000 donne apparentemente in salute. Lo studio
mostra come l’assunzione di Aspirina® a basso dosaggio, a giorni alterni, riduce gli eventi cardiovascolari
maggiori, inclusi infarto e ictus ischemico, in donne di 65 anni e oltre.
Nella totalità della popolazione femminile oggetto di studio – principalmente
donne sane tra i 45 e 55 anni d’età, lo studio evidenzia una riduzione di ictus
ischemico ma nessun beneficio significativo nella prevenzione di primo infarto
o di morte cardiovascolare. ·
2007: Pubblicazione dello studio Critical Leg
Ischaemia Prevention Study (CLIPS), uno dei relativamente pochi studi clinici
condotti, fino a questo momento, per valutare la prevenzione delle malattie
cardiovascolari e cerebrovascolari che abbia incluso pazienti con arteriopatia
periferica (PAD). CLIPS indica un effetto benefico di aspirina a basso dosaggio nella
prevenzione del primo evento vascolare in pazienti con PAD. ·
2009: Pubblicazione della
meta-analisi dal Antithrombotic Trialists’ Collaboration, che valuta i dati relativi
ai singoli pazienti provenienti da sei studi clinici prospettici, rilevando
riduzioni statisticamente significative di eventi cardiovascolari gravi,
infarto non fatale e ictus ischemico. Inoltre, le loro analisi hanno dimostrato
un positivo rapporto beneficio/rischio, maggiore di 2:1, con aspirina a basso
dosaggio. ·
2011: La pubblicazione della
meta-analisi condotta da Lanas et al. su dati relativi a pazienti provenienti
da 67 studi clinici, principalmente a dosaggio singolo, riconferma il profilo
di sicurezza di aspirina utilizzata come antidolorifico. Le analisi non
mostrano gravi eventi avversi gastrointestinali correlati all’utilizzo del
farmaco o altre complicanze associate all’aspirina se somministrata a pazienti
in apparente stato di salute, non anziani e che non presentino alcun rischio
noto di complicanze gastrointestinali. Inoltre, l’incidenza di eventi avversi è
paragonabile a quelle osservate con paracetamolo e ibuprofene. ·
2012: La pubblicazione sulla rivista scientifica Headache a cura di Lampl e
collaboratori, riconferma l’efficacia di Aspirina® come trattamento di prima linea per l’emicrania o cefalea
di tipo tensivo episodica e dimostra che l’intensità del dolore prima del
trattamento non influenza l’efficacia di Aspirina®. ·
2012: Il business globale di
Bayer legato ad Aspirina® continua
a mostrare risultati di vendita significativi e
Aspirina® continua a
figurare nella top ten dei brand aziendali. Ad oggi, Aspirina®
fa parte dei primi tre analgesici da banco al mondo. ·
2013: Una meta-analisi
condotta da Baron e collaboratori, su 78 studi clinici, riconferma il profilo
di sicurezza di aspirina per l’impiego come antidolorifico. Le analisi non
rilevano alcun evento avverso gastrointestinale grave e rilevano una bassa
incidenza, non significativa da un punto di vista clinico, di sintomi
gastrointestinali. Comunicato stampa Bayer “reinventa”
Aspirina contro il dolore Dalla ricerca Bayer arriva anche
in Italia un’importante innovazione contro il dolore sotto il marchio Aspirina,
un farmaco con oltre 115 anni di ricerca e di utilizzo da parte di pazienti di
tutto il mondo. Milano, 23 settembre 2014 – Da
settembre sarà disponibile in tutte le farmacie italiane la nuova Aspirina Dolore e Infiammazione in
compresse rivestite, un’importante innovazione nella storia del marchio, che
svolge la propria attività analgesica in
metà tempo rispetto ad una compressa tradizionale da 500mg1,
offrendo al paziente un valido rimedio nel trattamento sintomatico del dolore
da lieve a moderato come mal di testa,
dolori cervicali, dolori muscolari, mal di schiena e disturbi
infiammatori. Nuova Aspirina Dolore e
Infiammazione si avvale dell’innovativa
tecnologia MicroActive, sviluppata da Bayer e il cui brevetto è stato depositato. “La nuova compressa contiene al
proprio interno un nucleo effervescente, costituito da carbonato
di sodio, che funge da agente disgregante – dichiara Michael Voelker, Director,
Global Therapeutic Area Lead Analgesics/Aspirin e Global Medical Affairs and
Clinical Development di Bayer Healthcare – La compressa si disgrega in particelle
di microdimensioni di principio attivo (acido acetilsalicilico) le cui
dimensioni sono in media 1/10 di quelle di una compressa tradizionale da 500
mg. Queste sono le innovazioni alla base della Tecnologia MicroActive. La nuova
compressa – continua Voelker - una volta
nello stomaco agisce come un’effervescente e si dissolve in pochi minuti (6 volte più velocemente rispetto ad una
compressa di Aspirina tradizionale da 500mg), consentendo un più rapido assorbimento del principio
attivo (2 volte e mezza più rapido) ad
una concentrazione tre volte superiore rispetto a quella di una compressa tradizionale da 500mg, con un
conseguente effetto antalgico in metà
tempo”. Nuova Aspirina Dolore e Infiammazione agisce, quindi, due volte più
velocemente contro il dolore, offrendo sollievo fino a 6 ore1. Velocità d’azione analgesica ed efficacia, dimostrati da studi clinici1,3,
rendono la nuova Aspirina Dolore e Infiammazione il primo medicinale di automedicazione ad usare la tecnologia MicroActive,
una nuova opportunità per i pazienti nel trattamento del dolore in
automedicazione, ma anche per medici e farmacisti, che hanno a disposizione nel
proprio arsenale terapeutico un farmaco efficace e ben tollerato per il
trattamento del dolore acuto. “Aspirina Dolore e Infiammazione ha
tutte le caratteristiche per rispondere a quello che un medico cerca in un
analgesico per il trattamento del dolore acuto – afferma il Dottor Carlo Gargiulo, Medico di Medicina
Generale – In questa situazione, infatti, un farmaco deve garantire efficacia, ovvero sollievo dal dolore, tollerabilità, rapidità di azione, maneggevolezza
e limitati rischi di interazione. E’
opportuno, infatti, sottolineare – continua Gargiulo – che l’acido acetilsalicilico, capostipite degli anti-infiammatori non steroidei,
ha una buona tollerabilità a livello cardiovascolare,
epatico, e renale superiore rispetto ad altri FANS e una tollerabilità a livello
gastrico sicuramente non inferiore. Infine, nei pazienti in prevenzione cardiovascolare con acido acetilsalicilico a basse dosi, Aspirina permette di avere un’azione
analgesica e anti-infiammatoria senza il rischio di interazioni, che invece
si potrebbero manifestare con altri FANS.” Molto è stato fatto per caratterizzare in maniera estensiva la
tollerabilità di questo farmaco: l’acido acetilsalicilico, con una storia di
oltre 115 anni, è stato testato in situazioni real life da diverse generazioni. Una meta-analisi di recente
pubblicazione, ad esempio, derivata da 67 studi clinici, che hanno incluso
oltre 13.000 pazienti, ha riconfermato il
profilo di tollerabilità gastrointestinale dell’acido acetilsalicilico nel
trattamento a breve termine del dolore acuto, febbre e sindromi da
raffreddamento. Se usato come da indicazioni, l’acido acetilsalicilico
mostra infatti un’incidenza di effetti collaterali gastrointestinali bassa e
paragonabile a quelle osservate con ibuprofene e paracetamolo nelle stesse
situazioni d’uso11. Inoltre,
l’acido acetilsalicilico è tra i pochissimi anti-infiammatori non steroidei il
cui uso non è associato a un aumento né del rischio cardiovascolare (viene
infatti impiegato, con modalità e dosaggi differenti, proprio per la
prevenzione cerebro-cardiovascolare)12, né di quello renale13. Numerosissimi studi clinici randomizzati hanno contribuito negli ultimi
anni alla caratterizzazione di Aspirina come analgesico, tanto da portare società scientifiche nazionali e
internazionali ad includerlo come trattamento di prima linea (e quindi, da
preferire rispetto ad altri) nella terapia sintomatica delle cefalee primarie – cefalea di tipo tensivo ed emicrania, le più diffuse nella
popolazione7. Due review
Cochrane sono state condotte sull’azione di Aspirina come analgesico,
mostrando come il farmaco sia efficace nell’emicrania8
e nel dolore acuto post-operatorio. A tutto questo si aggiunge la ben nota
efficacia di Aspirina sull’infiammazione. “Nelle Linee Guida della SISC –
Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, così come in altre Linee Guida
Internazionali, Aspirina è raccomandata tra
i trattamenti di prima scelta sia dell’emicrania (al dosaggio di 1.000 mg),
che della cefalea di tipo tensivo (dosaggio 500-1.000 mg, a seconda
dell’intensità dei sintomi) – dichiara il Professor Paolo Martelletti, Direttore
del Centro di Riferimento della Regione Lazio per le Cefalee dell’Ospedale Sant’Andrea
di Roma e Presidente della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee. Inoltre,
nell’emicrania Aspirina si è dimostrata efficace anche sui sintomi associati:
nausea, fastidio alla luce (fotofobia) e al rumore (fonofobia).” Nella gestione del dolore acuto una
funzione molto importante è svolta dal farmacista, spesso il primo
professionista della salute con cui il paziente entra in contatto. Un ruolo,
questo, che richiede solide competenze per
inquadrare le patologie socialmente rilevanti e consigliare al paziente la
migliore terapia di automedicazione nell’ambito della medicina basata sulle
evidenze. Compito che si è assunto la Società
Italiana di Farmacia Clinica, costituita di recente. “Tra gli obiettivi della Società c’è la stesura e la validazione delle
prime Linee Guida per il farmacista di comunità - ha dichiarato il Professor Corrado Giua Marassi dell’Università degli Studi di Trieste e
Presidente della Società Italiana di
Farmacia Clinica – In attesa di queste, il farmacista che voglia svolgere
la funzione di ‘farmacista clinico’ fa riferimento alle Linee Guida per medici
delle società Scientifiche Nazionali e Internazionali. Nel caso dell’emicrania e della cefalea di tipo tensivo, sono già
queste Linee Guida a riportare Aspirina come trattamento di prima linea. In
più l’innovazione tecnologica di Aspirina Dolore e Infiammazione permette al farmacista di andare incontro alle esigenze
del paziente la cui soddisfazione è legata alla velocità di risoluzione dei
sintomi nelle prime due ore dall’assunzione.” La dose raccomandata e l’assunzione massima giornaliera di Aspirina Dolore
e Infiammazione sono indicate nel foglietto illustrativo, che va letto e
seguito prima di assumere il prodotto. Il farmaco è specificamente riservato ad
adulti e ragazzi di età non inferiore ai 16 anni. Il nuovo prodotto, disponibile in due
nuovi formati da 20 e 8 compresse, è stato completamente rinnovato nell’immagine grazie ad una grafica moderna
e distintiva, e nella comodità d’uso grazie al nuovo blister a forma di quadrifoglio, resistente e pratico anche per
l’utilizzo fuori casa. Informazioni
su Bayer HealthCare Il Gruppo Bayer è
un’azienda globale con competenze specifiche nel settore sanitario, in quello
agricolo e nel campo dei materiali high-tech.
Bayer HealthCare, una consociata di Bayer AG con fatturato annuo pari a
circa 18,9 miliardi di euro (nel 2013), è una delle aziende leader nel mondo
per innovazione, nel settore dell’industria sanitaria e dei prodotti medicali;
la sua sede è a Leverkusen, in Germania. L’azienda riunisce le attività
complessive delle divisioni Animal Health, Consumer Care, Medical Care e
Pharmaceuticals. Bayer HealthCare si prefigge di scoprire, sviluppare,
preparare e commercializzare prodotti per migliorare la salute dell’essere
umano e degli animali in tutto il mondo. Bayer HealthCare può contare su un
totale complessivo di 56.000 dipendenti (dati al 31/12/2013) e su una
rappresentanza aziendale dislocata in oltre 100 Paesi. Ulteriori informazioni disponibili su www.healthcare.bayer.com. Seguiteci su facebook: www.facebook.com/healthcare.bayer La divisione Consumer Care di Bayer
HealthCare ha sede a Whippany, N.J. USA. La divisione Consumer Care di Bayer è
tra i maggiori produttori al mondo di farmaci da banco e di integratori
alimentari. Oggi, alcuni dei marchi più affidabili e riconoscibili nel mondo
provengono dal portafoglio prodotti di Bayer. In Italia, i prodotti di automedicazione
includono: Aspirina®, Aleve®, Aspro®, Bepanthenol®, Berocca®, Canesten®,
Citrosodina®, Elevit®, Ematonil®, Geffer®, Gynocanesten®, Lasonil®, Sobrepin®,
Supradyn®. Contatti: Marco Ranzoni Tel: +39 02 3978 3340 E-mail: marco.ranzoni@bayer.com Value Relations Srl - Tel. 02 2042491 Maria Luisa Paleari – 331 6718518 Irene Niccolini – 347 1532849 |