A partire
dal 7 dicembre 2019, la Pinacoteca De Nittis di Barletta ospiterà la mostra Boldini.
L’incantesimo della pittura. Capolavori dal Museo Boldini di Ferrara. Si
tratta della prima monografica mai dedicata in Puglia al celebre ritrattista,
collega di Giuseppe De Nittis a Parigi, frutto di un virtuoso scambio tra
istituzioni civiche simili per storia, natura e vocazione: il Museo Giovanni
Boldini di Ferrara e la Pinacoteca - Casa De Nittis di Barletta. Tra i
protagonisti indiscussi della pittura italiana ed europea a cavallo tra
Ottocento e Novecento, Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931) è stato
uno dei più celebri ritrattisti della Belle Époque assieme a James McNeill
Whistler, John Singer Sargent e Joaquín Sorolla e ha immortalato i protagonisti
del tempo, da Robert de Montesquiou alla marchesa Luisa Casati, facendo di loro
l’immagine stessa di quel momento storico e culturale. Boldini annovera una parabola
artistica avvincente e complessa che va oltre il ritratto: il suo talento si è
espresso in ogni genere e tecnica, dalla veduta alla natura morta, dalla
pittura alla grafica, come dimostrano testimonianze figurative di straordinario
fascino e forza, imprescindibili per comprendere l’opera dell’artista nella sua
totalità. Nato a
Ferrara nel 1842, si trasferisce nella più vivace e cosmopolita Firenze all’età
di 22 anni. Qui, grazie anche alla vicinanza alle poetiche del vero promosse
dai “macchaioli”, si distingue per un’interpretazione libera e personale del
ritratto. Dopo un breve soggiorno di sei mesi a Londra nell’ottobre del 1871,
Boldini si sposta a Parigi, dove rimane fino alla morte, facendo della capitale
francese la sua seconda patria. Grazie ad uno spiccato talento, studia e
assorbe le differenti tendenze artistiche in voga al tempo: dalla pittura di
genere e in costume di Mariano Fortuny e Ernest Meissonier di cui, durante gli
anni Settanta, diviene l’erede, a quella di paesaggio e soprattutto di vita
moderna della quale offre una personale declinazione facendo tesoro delle
innovative lezioni di Eduard Manet e Edgar Degas, oltre che delle poetiche
dell’impressionismo. Grazie a
queste esperienze, ma anche ad una vasta cultura del museo, Boldini sviluppa
uno stile originale e sofisticato con il quale rinnova l’antica pratica del
ritratto, genere al quale si dedica in maniera pressoché esclusiva a partire
dall’ultimo decennio dell’Ottocento divenendo, anche grazie a una notevole
capacità imprenditoriale, uno dei più richiesti interpreti del ritratto di
società. Contestualmente, l’artista si dedica a
interessanti declinazioni di una pittura di oggetti e luoghi a lui cari, non
destinata al mercato e caratterizzata da uno stile personalissimo, emblematica
della sensibilità della fin de siècle: fra tutti, gli affascinanti
interni della sua casa e atelier o le vibranti vedute della laguna di Venezia. Frutto di
una collaborazione che permetterà la realizzazione di una grande mostra
dedicata a De Nittis al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, la rassegna Boldini.
L’incantesimo della pittura intende presentare l’opera di questo grande
maestro in ogni aspetto e ambito della sua produzione, dal paesaggio alla
natura morta, dalle vedute di città al ritratto, sia quello intimo che ritrae
amici e colleghi, che quello di società che gli ha regalato successo e fortuna.
Grazie all’ampiezza della collezione del Museo Boldini di Ferrara – la più
estesa e rappresentativa raccolta pubblica intitolata al maestro – una straordinaria
selezione di quasi 70 opere permetterà di ripercorrere, in maniera esaustiva, i
principali snodi della sua vicenda artistica, dalle vibranti prove degli anni
fiorentini ai grandi dipinti della maturità, iconici capolavori della Belle
Époque come il Piccolo Subercaseaux, i ritratti “alla moda” della Contessa
de Leusse, della Principessa Eulalia e Fuoco d’artificio o la
magnetica effigie della Signora in rosa, emblematica di una nuova
rappresentazione, nervosa ed elegante, della femminilità moderna. Le due
mostre organizzate a Barletta e Ferrara rappresentano l’epilogo virtuoso di un
progetto a lungo meditato e fortemente voluto dalle due Istituzioni museali e
la piena attuazione di un proficuo scambio culturale e professionale tra enti
pubblici. “Il patrimonio
artistico è un bene comune e in quanto tale è importante che sia ammirato e
apprezzato da tanti – ha detto il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito – e in
sedi prestigiose come il Palazzo dei Diamanti di Ferrara o Palazzo Della Marra
a Barletta, vista anche l’affinità degli artisti di cui si tratta e i progetti
di ricerca del Museo Giovanni Boldini e della nostra Pinacoteca”. “Per De
Nittis abbiamo grandi ambizioni, su tutte quella di conferirgli la giusta
dimensione internazionale - ha concluso il primo cittadino – quella stessa che
caratterizzò l’opera e la vita dell’artista barlettano”. |