IL SUCCESSO DEL BRESCIA PHOTO FESTIVAL 30.000 VISITATORI NELLE VARIE SEDI DELLA CITTÀ E DELLA
PROVINCIA L’edizione 2022 ruoterà attorno al tema “Le
forme del ritratto” e presenterà, tra le altre, la grande retrospettiva
dedicata al fotografo statunitense Edward Weston. Un grande riscontro di pubblico, nonostante il periodo pandemico,
ha caratterizzato il Brescia Photo Festival 2021, che, fino a domenica 17
ottobre, ha celebrato il ritorno a Brescia della Vittoria Alata attraverso un
programma di mostre ed eventi fotografici interamente dedicato ai patrimoni
culturali, archeologici e storici. Sono stati circa 30.000 i visitatori che hanno ammirato le
iniziative dedicate allestite nelle varie sedi diffuse per la città e la
provincia di Brescia. Un dato davvero lusinghiero, se si tiene conto del
periodo nel quale si è tenuta la manifestazione, caratterizzato dalle
limitazioni imposte dalla pandemia. Tra
le esposizioni più significative si segnala IMPERIVM
ROMANVM. Fotografie 2005-2020, la prima retrospettiva italiana del
fotografo austriaco Alfred Seiland (St. Michael, Austria, 1952) che ha proposto
al Museo di Santa Giulia 136 immagini di grande formato, frutto di un lavoro
quindicennale che Seiland ha realizzato attorno ai luoghi mitici della
romanità, reinterpretati in modo sorprendente e inatteso. L’edizione
2022 del Brescia Photo Festival, curata da Renato Corsini, promossa dal Comune
di Brescia, dalla Fondazione Brescia Musei e dal MaCof - Centro della
fotografia italiana, in programma per marzo del prossimo anno, ruoterà attorno
al tema “Le forme del ritratto”, una sorta di viaggio internazionale tra le molteplici
declinazioni che questo argomento ha assunto nella storia della fotografia
mondiale. Come
da tradizione, molti saranno i siti coinvolti dal Brescia Photo Festival, a
partire dal Museo di Santa Giulia, proseguendo per gli altri musei civici di
Brescia, al Mo.Ca e negli altri luoghi sia della città che della provincia, nei
quali si tornerà anche a svolgere, nella prospettiva del termine della
emergenza pandemica, eventi collaterali come laboratori, incontri con autori e
progetti speciali. Proseguirà
anche il progetto BPF
Friends, che coinvolgerà le gallerie d'arte cittadine, le
biblioteche, le librerie gli esercizi pubblici e i negozi che ospiteranno
mostre o varie iniziative legate al tema proposto. Brescia
Photo Festival 2022 omaggerà Edward
Weston (1886-1958), uno dei maestri della fotografia del
Novecento, con una grande monografica dal titolo The Weston Photographers, che riunirà, per la prima volta, le
opere di Edward Weston, dei suoi due figli Brett e Cole, e della nipote Cara. La
rassegna, curata da Filippo Maggia, co-prodotta con Skira, progettata
direttamente con la famiglia Weston, presenterà
oltre 80 opere dei quattro fotografi, tra cui 40 del solo Edward. Saranno
presenti quasi tutti i suoi maggiori capolavori: dai ritratti plastici ai nudi
che esaltano forme e volumi, dalle dune di sabbia agli oggetti trasformati in
sculture, sino ai celebri vegetable
- peperoni, carciofi, cavoli - e le conchiglie riprese in
primissimo piano. Immagini che hanno segnato la storia della fotografia del
secolo scorso, traghettandola dalla rappresentazione della realtà in chiave
pittorialista di fine Ottocento e primi decenni del Novecento verso
un’innovativa interpretazione modernista e surrealista, che fa di lui uno dei
maestri assoluti della fotografia mondiale. Oltre
ai Weston, il Brescia Photo Festival ricorderà autori quali Maurizio Frullani, con
un focus sui ritratti al femminile nella “sua” Eritrea, realizzati tra il 1993
e il 2000 nella Massaua piagata dalla guerra, entrando nelle case, nei cortili,
nei laboratori, nei quali la magia del medium fotografico si fonda con
l'umanità dell'artista, o Mario
Dondero, con una serie dei suoi “ritratti dell'intelligenza”, Fabrizio Garghetti,
che dalla metà degli anni ‘60 ha documentato le avanguardie artistiche italiane,
o ancora Gian Paolo
Barbieri e Santi
Visalli, con i loro lavori sulle star del cinema, della società
e del costume del Novecento, o del fotografo indiano N.V. Parekh con i
suoi reportage da Mombasa. Non mancherà una mostra tematica sulla storia del
ritratto dal dagherrotipo al selfie. “Il
Brescia Photo Festival – afferma Francesca
Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei - si conferma
una iniziativa di successo grazie alla quale la Fondazione Brescia Musei, oltre
a progettare e allestire le mostre presso le proprie sedi - quest'anno insieme
a Skira la grande mostra di Alfred Seiland e con il Macof, centro della
fotografia italiana, altre 4 mostre in Santa Giulia - ha svolto anche il ruolo
di produttore artistico per tutta la città organizzando le rassegne che si
svolgono anche nelle altre sedi che ospitano il festival. Una funzione dunque
compiuta di agenzia culturale, che ben incarna lo spirito di una Fondazione
sempre più orientata verso la definizione di museo partecipativo e inclusivo.
Infine, il festival è stato per anche un’occasione di ricerca intorno al medium
fotografico, come è testimoniato dallo straordinario lavoro di recupero della
gigantesca albumina di Rossetti, finanziato grazie alla vittoria del bando
“Strategia Fotografia 2020”. “Anche
in questa edizione appena conclusa – sottolinea Laura Castelletti, Vicesindaco e Assessore alla Cultura
del Comune di Brescia - il Brescia Photo Festival si conferma
come iniziativa culturalmente solida e, nello stesso tempo, capace di
grande attrattività e richiamo. La ricca kermesse iniziata la scorsa primavera
ci fatto conoscere nuove firme ma anche ritrovare i più noti maestri della
grande tradizione della fotografia italiana, ci ha condotto in vari luoghi
della città e della provincia. È stato un viaggio lungo, intenso ed
emozionante, una rilettura per immagini - che sono sempre storie - di un
patrimonio materiale e immateriale talvolta a noi vicinissimo, talvolta molto
distante. In pochi anni, il Brescia Photo Festival ha saputo portare la nostra
città fra le mete predilette per gli appassionati del medium fotografico,
offrendo loro una proposta di alto livello artistico che sa coniugare aspetti
della nostra specifica tradizione culturale coi grandi temi dell'attualità. Una
formula che, anche in vista del 2023, reputo vincente e da coltivare con cura.” “È
per noi davvero una grandissima soddisfazione essere riusciti a riportare il
pubblico ad ammirare le mostre di fotografia in un periodo così difficile, in
cui la cultura è stata uno dei motori della rinascita della città – dichiara Stefano Karadjov, Direttore della
Fondazione Brescia Musei - Abbiamo portato a Brescia a nella
sua provincia grandi artisti e fatto scoprire al pubblico italiano un
grande fotografo, Alfred Seiland, con la sua prima monografica italiana e con
la meravigliosa edizione del catalogo pubblicato con Skira. Abbiamo
creato i presupposti perché anche la fotografia con la sua potenza
immaginifica diventasse un medium potente e immediato nella comprensione
del grande processo di trasformazione che sta interessando il nostro patrimonio
romano e che ha avuto incipit nel restauro e nel riallestimento della Vittoria
Alata nell'area orientale del Capitolium a opera di Juan Navarro Baldeweg. I
numeri dei visitatori di settembre, che hanno riportato la frequentazione dei
musei ai valori del 2019, ci fanno ben sperare, in previsione di uno
straordinario 2022, dove abbiamo in serbo una mostra unica - La dinastia dei
Weston - co-progettata direttamente con i familiari, per raccontare il grande
‘900 del ritratto con la firma di uno dei suoi maestri. Da marzo 2022
aspettiamo il pubblico a Brescia.” “Nonostante
le restrizioni imposte dalla pandemia – afferma Renato Corsini, curatore artistico del Brescia Photo
Festival - le mostre esposte al MO.CA che per lo più
avevano un indirizzo e una tematica legata al patrimonio e ai luoghi della
cultura bresciana - come Bellissima! e È Brescia - hanno avuto un ottimo
riscontro di pubblico, prevalentemente italiano, così come l’omaggio a Federico
Fellini di cui si celebrava il centenario della nascita. Altrettanto è
possibile dire per le mostre che affrontavano la tematica del patrimonio da un
punto di vista naturalistico; è il caso di quelle organizzate alla biblioteca
di Vobarno, sul cui territorio si trova uno dei più grandi castagni d’Europa, o
quella al Museo delle Scienze di Brescia dove le fotografie di Federico
Veronesi hanno colloquiato con i materiali del museo stesso.” Brescia, ottobre 2021 Ufficio stampa Fondazione Brescia Musei Francesca Raimondi | T. +39 331 8039611 | raimondi@bresciamusei.com |