Ondate
di calore e siccità! Massimiliano Fazzini
(climatologo Università di Camerino) :“L’ondata
di caldo di matrice subtropicale subcontinentale (un mix di condizioni
azzorriane e subsahariane” sta apportando condizioni di caldo intenso, con
valori di 4-6°C oltre le medie del periodo ma non particolarmente afoso (i
tassi di umidità relativi non sono mediamente così elevati) ed i termometri, in
particolare sulla Sicilia centrorientale, hanno toccato valori superiori ai
40°C”. Lotta alla siccità – tutela della
risorsa acqua. Martini (Pres. Italy Water Forum 2024): “Il caso
del fiume Paglia passato in 4 mesi da uno stato di troppa acqua ad uno stato di
poca acqua. Nel mondo tanti i corsi d’acqua in crisi: il delta del Colorado ,
il Musselshell nel Montana, il fiume Ipswich nel Massachusetts, il corso
dell’Amu Darya nell'Asia centrale, il Murray-Darling in Australia, il Cunene,
tra Namibia e Angola, il Gan e il Poyang in Cina, il Rio Grande tra Messico e
Usa, l’Indo in Pakistan alla diga di Kotri a Jamshoro. Eppure i fiumi erano le
autostrade di collegamento come testimoniato dal sito archeologico che è
possibile visitare sul Paglia”. Italy Water Forum 2024 –
ultima occasione per dibattere nel cuore dell’Europa e cercare di salvare il
Pianeta Terra. Intanto imprese –
associazioni – Enti – organismi – possono raccontare la loro storia di idee e
progetti innovativi a tutela della risorsa acqua compilando l’apposita pagina
sul sito della candidatura dell’Italia : ITALY WATER FORUM “L’ondata di caldo di matrice
subtropicale subcontinentale (un mix di condizioni azzorriane e subsahariane”
sta apportando condizioni di caldo intenso, con valori di 4-6°C oltre le medie
del periodo ma non particolarmente afoso (i tassi di umidità relativi non sono
mediamente così elevati) ed i termometri, in particolare sulla Sicilia centrorientale,
hanno toccato valori superiori ai 40°C. Se dobbiamo definire
statisticamente eccezionali questi valori possiamo localmente farlo, in quanto
eguagliano o localmente persino superano i valori massimi ivi registrati per la
terza decade di giugno ma è altresì evidente che nell’ultimo ventennio,
numerose sono state le avvezioni di caldo “africano” fioriere di valori termici
bel al di sopra delle medie se non da “record”. Che il clima sia più “estremo” lo
possiamo realmente osservare tutti; siamo passarti da una primavera instabile e
lenta a declinare verso l’estate a temperature decisamente elevate. Ma
evidentemente, se un certo valore di qualunque parametro meteorologico si
propone molto raramente, esso statisticamente viene inquadrato come evento raro
e non dipende direttamente dal cambiamento climatico in atto ma se si
verifica una ripetitività più o meno costante, ad esempio una o più volte ad
estate o ogni anno, allora è molto probabile che il valore sia il
risultato del riscaldamento globale in atto”. Lo ha affermato Massimiliano
Fazzini, geologo, climatologo, Coordinatore del Team sul Rischio
climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente
dell’Università di Camerino. “Certo è che il connubio tra
punte di calore estreme e maggiore frequenza delle ondate di calore (almeno 5
giorni con temperatura massima maggiori di 34°C) e l’irregolarità delle
precipitazioni (sempre meno frequenti ma più intense) sta favorendo una
maggiore evaporazione e soprattutto il depauperamento naturale delle risorse
idriche di qualità. La mancanza di acqua di qualità diverrà di certo una delle
problematiche più “bollenti” da affrontare, anche in Italia – ha
continuato Fazzini - già nel
prossimo decennio. In tal senso, stiamo tentando di anticipare scientificamente
i tempi, proponendo tra l’altro lo svolgimento del Forum Mondiale sull’acqua
del 2024, in Italia. Fatto sta che, termicamente
parlando, la famosa soglia degli 1,5°C in più rispetto all’era pre-industriale
stabilita al COP 21 è oramai vicina e gli effetti sull’ambiente fisico e sugli
ecosistemi potrebbero davvero rivelarsi drammatici, forse irreversibili come
affermato proprio ieri dall’ONU. E’ tempo di agire Occorre subito ricordare che
approfonditi studi di biometeorologici e di medici della salute evidenziano che
l’uomo è poco avvezzo mnemonicamente parlando a ricordare eventi meteorologici
intensi per cui ad ogni evento meteo significativo ci si trova sempre ad
affermare che è quello “più forte” che si sia mai vissuto, anche se ciò è ben
lungi dalla verità”. Il caso ad esempio del Fiume
Paglia da troppa acqua a poca acqua. “Nel Novembre del 2012 – ha
affermato Endro Martini, geologo e Presidente di Italy Water Forum –
ha avuto una piena che ha causato poi un fenomeno alluvionale, ma oggi il fiume
è in secca. Dunque è passato da uno stato di abbondanza ad uno di
insufficienza. Quando nell'arco di appena quattro mesi dello stesso anno (2012)
in un bacino idrografico come quello del Fiume Paglia ( affluente del Tevere)
si è passati da una situazione di emergenza per siccità a Luglio ad una di
emergenza per alluvione a Novembre qualche interrogativo si pone e molteplici
sono le domande a cui si deve cercare di dare una risposta. Sono anni ormai che questi
disastri richiamano l’attenzione degli scienziati e dei decisori sulla
necessità di un “cambiamento”, di un nuovo atteggiamento nei confronti del
nostro territorio e del nostro costruito da tempo ormai riconosciuto ad
assodato e conclamato rischio da frane, alluvioni e anche da terremoti. E
sono molti ormai quelli che sostengono che questi disastri si potrebbero
attenuare o addirittura evitare se si attuasse una vera prevenzione e una
capillare manutenzione e cura del territorio. Ciò, oltre ad evitare
perdite di vite umane, eviterebbe anche un enorme dispendio di risorse
economiche necessarie alle successive e sempre più frequenti opere di
riparazione e di ricostruzione, riducendo quindi il costo complessivo che la
comunità nazionale paga ogni anno per ripristinare strutture ed infrastrutture
e per proteggere la popolazione. Numerose sono ormai le zone del
nostro Paese dove questi fenomeni ricorrenti di esondazioni e di siccità si
stanno verificando: prendiamo qui in esame il caso del Paglia e del suo bacino
idrografico, affluente del Tevere, a seguito degli eventi di siccità e di
alluvione che lo caratterizzarono nel 2012. Il fiume Paglia (anticamente
Pallia, dal color della paglia delle sue acque?) è un corso d’acqua affluente
del Fiume Tevere, per tutto il suo corso , come il Chiani suo tributario nei
pressi di Orvieto, oggi non è più navigabile perché, a causa anche agli
allargamenti del letto, il pescaggio è sempre minimo I fiumi che nel Mondo destano
maggiori preoccupazioni: “Possiamo tranquillamente
elencare i tanti fiumi nel Mondo che sono in secca : il delta del Colorado che
è quasi scomparso, il Musselshell nel Montana, il fiume Ipswich nel
Massachusetts quasi scomparso, il corso dell’Amu Darya nell'Asia centrale, Il
Murray-Darling in Australia quasi scomparso, e spesso va in secca anche il
nostro Po ed ancora il Cunene, tra Namibia e Angola mentre il fiume Gan, in
Cina è praticamente scomparso come l’area del Poyang ancora in Cina. Il Rio
Grande tra Messico e Usa è in grande crisi ed ugualmente l’Indo in Pakistan
alla diga di Kotri a Jamshoro”. Eppure un tempo proprio i fiumi
erano autostrade di collegamento molto importanti “Proprio in prossimità del Paglia
è possibile vedere sito archeologico di Porto Pagliano alla confluenza
del Tevere con il Paglia. Si tratta di un grande insediamento di cui
si conservano molte importanti murature – ha concluso Martini - ben
giustificate dal ruolo geografico in quanto, relativamente al corso del Tevere
verso sud, era il caput dei traffici con Roma ed il Lazio; e, verso nord, con
l’Etruria e l’Umbria fino a Tuder, Perusia e Tifernum Tiberinum (Città di
Castello). Un vero interporto: si passava da barche con pescaggio ridotto, in
grado di navigare sui bassi fondali del Paglia e del Chiani, a natanti di
maggior mole; e nello stesso tempo le vie terrestri facevano confluire, tramite
i carri, merci che non avevano avuto la possibilità di essere imbarcate
direttamente. Il Forum Mondiale dell’Acqua del 2024 sarà l’ultima grande
opportunità che l’Umanità tutta avrà per cercare di non raggiungere il punto di
non ritorno. Non c’è più tempo. L’Italia è candidata, è nella short delle
finaliste e con città importanti come Firenze, Assisi ed altre 15 località
sparse su tutto il territorio nazionale. Sarà un Forum di rottura, innovativo
ed inclusivo, aperto alle posizioni e al dialogo con il Contro – Forum. Per la
prima volta avremo insieme i rappresentanti di tutte le religioni del Mondo
grazie ad una sezione voluta, ideata e organizzata dal Sacro Convento di
Assisi, con tutti i Capi di Stato. L’Italia c’è e sarebbe innovativo portare in
Europa l’evento più importante in assoluto sull’acqua in un contesto post –
pandemico”. Ricordiamo che Enti e Associazioni possono candidare
il loro progetto di adesione al Comitato Promotore trovando tutte le
informazioni su www.italywaterforum.it Ricordiamo anche che imprese,
Enti, qualsiasi associazione o organismo, può inserire il proprio progetto, la
propria storia legata magari ad idee o programmi innovativi, sul nostro sito dove
è stata allestita una pagina dedicata alle storie da far conoscere. Il Nono Forum che, è stato
rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel Marzo del
2022. “Italy Water Forum 2024” è il
comitato promotore della candidatura dell’Italia a sede del X FORUM MONDIALE
DELL’ACQUA: Presidente il geologo, Endro
Martini e ne fanno parte il Sacro Convento di Assisi, il
Comune di Firenze, Comune di Assisi, Consiglio
Nazionale dei Geologi, ISPRA, Protezione Civile Nazionale,
Istituto Nazionale di Urbanistica, Comune di Ferrara,
Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni, Rotary
International Club di Ottaviano, Meteo Giuliacci,
Sk Per interviste: Prof.
Massimiliano Fazzini (Coordinatore Area tematica Sigea Rischio climatico) cell
+39. 338.1334319 Endro Martini – Presidente ATS Italy Water Forum 2024 –
Tel 347 447 5536 Filippo Maria Soccodato, Coordinator ATS Italy Water Forum – Tel 347
484865137 Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Italy Water Forum 2024 – Tel 392 5967459
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