Nuove indagini sulla casa nuziale di
Antonio Stradivari Condotte da
Tommaso Chiesa, saranno presentate sabato 2 dicembre nel corso di una
conferenza al Museo del Violino. Interverranno l'autore, Fausto Cacciatori,
Valeria Leoni e Nayla Renzi. Il 4 luglio 1667, il parroco di
Sant’Agata, a Cremona, benedice le nozze di un giovanissimo Antonio
Stradivari con Francesca Ferraboschi. La giovane coppia vive,
nella parrocchia di Sant’Agata, in una casa avuta in locazione da Francesco
Pescaroli. Tradizione colloca lo stabile al civico 57 di Corso Garibaldi. Dal 4
luglio scorso la dimora e laboratorio del rinomato liutaio Antonio Stradivari è
tornata a vivere grazie all'impegno della Fondazione Casa Stradivari
e del violinista Fabrizio von Arx. Benché i dati documentali
convergessero su quell’ipotesi, la presenza di Antonio Stradivari, tuttavia,
non aveva finora trovato conferma negli atti catastali. Promette esito
definitivo lo studio di Tommaso Chiesa che sarà presentato sabato 2
dicembre, alle 10, al Museo del Violino.
Interverranno oltre all’autore, Fausto Cacciatori, conservatore
delle collezioni MdV, Valeria Leoni, direttrice dell'Archivio di
Stato di Cremona, e l’architetto Nayla Renzi.
L’incontro è promosso dal Museo del Violino in collaborazione con Fondazione Casa
Stradivari, Ufficio Unesco del Comune di Cremona
e Archivio di Stato. L’ingresso è libero. La ricerca di Chiesa ha intersecato
più percorsi. Il giovane studioso ha ripercorso la traccia di Andrea Baruzzi,
il quale nel 1956 aveva già individuata la casa di Antonio Stradivari
attraverso lo studio degli Stati delle Anime della Parrocchia di Sant’Agata,
quindi, dalla seconda metà del Novecento, delle mappe catastali. Parallelamente ha interrogato il
cosiddetto Catasto Teresiano. Il fondo, ora in Archivio di
Stato comprende registri e mappe elaborate a partire dal
1722-1723 in vista della preparazione del catasto generale secondo le
disposizioni emanate nel 1718 dall’imperatore Carlo VI. La mappa della città di
Cremona rileva l’assetto della città alla metà del Settecento e alla stessa
epoca risale la Tavola d’Estimo che indica coloro che all’epoca erano i
proprietari delle particelle raffigurate nella mappa; attraverso i registri
partitari è poi possibile seguire tutti i successivi passaggi di proprietà che,
integrati con altri documenti conferiti dall'Ufficio tecnico erariale e
dagli Uffici delle imposte dirette, hanno permesso di
ricostruire con esattezza operazioni catastali attuate tra il 1723 e il 1956. Proprio intersecando questi dati è
emersa una interessante documentazione iconografica allegata a una licenza
edilizia di inizio Novecento, probabilmente tessera decisiva nella attribuzione
topografica della bottega di Stradivari tra il 1667 e il 1680, quando il
liutaio si trasferisce in piazza San Domenico, attuale piazza Roma. |