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IL MUSEO RIAPRE AL PUBBLICO LA SALA DEL CENACOLO

Da mercoledì 15 novembre la sala, uno dei pochi esempi rimasti a Milano di Barocchetto Lombardo, è nuovamente visitabile dopo un importante restauro

Da mercoledì 15 novembre, la Sala del Cenacolo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci riapre al pubblico dopo un importante restauro.

La sala è l’antico refettorio del complesso monumentale del monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo, in cui ha sede il Museo dal 1953, anno della sua inaugurazione, ed è stata costruita tra il 1709 e il 1712 in occasione dell’ampliamento del Monastero.

Grazie al lavoro effettuato sugli stucchi e sugli affreschi, opera di Pietro Gilardi e Giuseppe Antonio Castelli detto Il Castellino, è stata restituita la bellezza originaria a una delle poche testimonianze rimaste a Milano di Barocchetto Lombardo in ambito religioso: la parete di fondo ospita il grande affresco delle Nozze di Cana di Pietro Gilardi mentre la volta ribassata e le pareti laterali presentano una serie di articolate quadrature architettoniche, con fiori, frutta e festoni, e scene bibliche a monocromo tratte dall’Antico Testamento.

“Questo restauro è particolarmente significativo nel percorso di cura del patrimonio architettonico del Museo che abbiamo intrapreso nel corso degli anni. Restituisce la storia e la bellezza di questa sala importante. La Sala ha ospitato convegni, conferenze, concerti come parte integrante della nostra attività culturale, rendendo il Museo un luogo vivo di incontro e confronto. Ringrazio per aver reso possibile questo progetto il generoso contributo di Fimesa e della famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti”. Fiorenzo Marco Galli, Direttore Generale del Museo.

Attraverso un intervento di consolidamento, pulitura e integrazione pittorica è stata restituita la possibilità di apprezzare la ricca decorazione di uno dei luoghi più suggestivi del Museo, riportando alla luce i colori e le dorature che il trascorrere del tempo e le vicende storiche avevano alterato. Il lavoro di restauro è stata inoltre un’occasione per mettere a frutto e integrare i dati della campagna di indagini diagnostiche precedente promossa dalla Soprintendenza, così da trarre nuove informazioni attorno ai processi di degrado e ai materiali costitutivi originari, e per analizzare storicamente - per la prima volta - gli esiti dell’intervento intrapreso nel 1952, quando il complesso monumentale viene riadattato per ospitare il Museo.

Il restauro è uno dei momenti più significativi per la conoscenza dell'opera d'arte. La decorazione della sala, realizzata all'inizio del 1700 da Pietro Gilardi e Antonio Castellino, si è rivelata, dopo le necessarie operazioni di pulitura, stuccatura e riequilibratura cromatica, in tutta la sua qualità luministica e materica. La pittura barocca, appesantita dalle numerose patinature subite nel corso dei vecchi autorevoli restauri, ha recuperato i suoi valori cromatici e le sue raffinate caratteristiche decorative fatte di eleganti dorature a missione, ombre profonde e vellutate, rilievi materici che sfondano la bidimensionalità del contesto pittorico. Il grande affresco di Pietro Gilardi domina la sala con i suoi drammatici controluce come la quinta scenica di una rappresentazione teatrale. Le analisi diagnostiche hanno fornito importanti elementi per la valutazione delle modalità operative. Gli interventi di restauro pregressi hanno costituito il punto di partenza (1950 Ottemi Della Rotta) e di arrivo (2004 cooperativa per il restauro) per l'attuale restituzione.” Vanda Franceschetti, Restauratrice.

Le evidenze emerse nel corso dei lavori di restauro si affiancano a quelle della ricerca attorno alla storia artistica e architettonica della Sala, intrapresa in questa occasione per la prima volta in modo sistematico a partire delle fonti archivistiche e documentali grazie alla collaborazione con lo storico dell’arte Stefano Bruzzese. Si apre così la possibilità di una più puntuale attribuzione delle opere di Pietro Gilardi e del Castellino, di un chiarimento del singolare programma iconografico e di una migliore contestualizzazione dell’antico refettorio all’interno del fermento culturale che anima il panorama cittadino e lombardo ad inizio Settecento.

“Il restauro degli affreschi barocchi della Sala Cenacolo ha permesso non solo di restituire lo splendore decantato da cronisti del Settecento, ma è stata anche l’occasione per effettuare studi e ricerche d’archivio, ancora in corso, con lo scopo di chiarire le vicende e le modalità di esecuzione degli affreschi da parte di Giuseppe Antonio Castelli e Pietro Gilardi e dell’ideazione del particolarissimo piano iconografico dedicato al tema del cibo. Queste ricerche rientrano nel programma scientifico che il Museo sta conducendo, con la collaborazione della Soprintendenza e di collaboratori scientifici (in questo caso, lo storico dell’arte Stefano Bruzzese) per ricostruire la storia del sito del Monastero di San Vittore, dall’età Tardo-Antica alla fondazione del Museo”. Claudio Giorgione, Curatore Leonardo Arte e Scienza Museo.

Più in particolare, l’intervento ha consentito di conoscere meglio un episodio fondamentale della storia del Museo: sin dalle origini la Sala del Cenacolo ha rappresentato un elemento fortemente identitario rispetto alla nuova destinazione d’uso dell’edificio, tanto che nel corso della cerimonia inaugurale del 1953 ospita un concerto del coro dei Madrigalisti milanesi. Il fondatore Guido Ucelli vedeva infatti nella Sala uno dei perni fondamentali nella vita culturale dell’istituzione, che nella sua “modernità” avrebbe ospitato “conferenze e riunioni, congressi scientifici anche numerosi e ad alto livello, di importanza nazionale e internazionale”.

Operazioni di restauro di questo genere rappresentano eventi particolari all’interno di un articolato e costante programma di conservazione e manutenzione del patrimonio storico del Museo, che ha come obiettivo quello di preservare l'integrità fisica e storico-culturale dei beni, agendo direttamente o indirettamente su di essi secondo i principi del minimo intervento e del restauro scientifico. Negli ultimi anni è stato avviato un lavoro programmatico che vede la verifica e la mappatura delle condizioni conservative degli ambienti e delle collezioni, la pianificazione delle attività di conservazione preventiva, oltre che lo sviluppo di progetti di ricerca e di restauro in collaborazione con gli istituti di alta formazione nel contesto delle attività promosse dall’Osservatorio sul Patrimonio Scientifico e Tecnologico del Museo.

Per il Museo intraprendere un restauro così impegnativo rappresenta un esercizio importante di cura nei confronti dei propri spazi. Molto spesso i musei italiani si trovano in contesti ed edifici storici che raccontano esperienze e storie non sempre facili da coniugare con la loro nuova destinazione d'uso di luoghi che ospitano collezioni e pubblici diversi. In un intervento come questo è fondamentale considerare le necessità legate alla conservazione e alla fruizione, che in questo caso deve guardare anche alla funzione storica di questo luogo che, fin dalla fondazione del Museo, ha accolto convegni ed eventi. Questo stesso spirito di concreta sostenibilità anima anche tutto il lavoro di conservazione programmata che il Museo intraprende quotidianamente, di cui il restauro rappresenta solo la punta dell’iceberg”. Marianna Cappellina, Responsabile Conservazione e Restauro del Museo.

Il restauro, reso possibile grazie al generoso contributo di Fimesa e famiglia Sordi, in memoria di Roberto e Silvio Preti, è un episodio di particolare rilievo nel contesto delle azioni intraprese dal Museo negli ultimi decenni attorno ai propri edifici, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana e il Comune di Milano, proprietario dell’immobile.

Ho vissuto trent’anni vicino al Museo, vivendone i passaggi da Ente Pubblico a Fondazione. Ho avuto il piacere di affiancare negli ultimi anni il Museo per restituire al pubblico la Sala del Cenacolo restaurata, celebrandone oggi la bellezza. Sono felice di poter essere anche per i prossimi cinque anni particolarmente vicino al Museo, al Direttore Generale Galli e a tutte le maestranze, assistendo quanto più possibile al grande sviluppo che seguirà”. Massimo Sordi, Presidente Fimesa.

L’affascinante e grande ambiente dell’antico Refettorio del monastero degli Olivetani di San Vittore torna ad essere fruito entro il circuito del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia grazie al recente e impegnativo intervento di restauro che ne ha interessato le superfici interne decorate. Il recupero, che dobbiamo ad una operazione di mecenatismo, alla perizia dei restauratori coinvolti capitananti da Vanda Franceschetti e Matteo Pelucchi, come pure alla scrupolosa attenzione dello staff tecnico del Museo, ha restituito alla piena leggibilità gli affreschi di primo Settecento di Pietro Gilardi, il pittore milanese cui si deve in particolare la grandiosa scena delle Nozze di Cana sulla parete di fondo, e di Giuseppe Antonio Castelli detto il Castellino, autore delle quadrature che interpretano e rinnovano l’architettura interna della sala. Questo solenne e arioso spazio conventuale, unico nella Milano del tempo, a partire dal primo Ottocento aveva subito destinazioni d’uso improprie, che hanno influito inevitabilmente sulla conservazione degli affreschi. Le pitture risultavano compromesse da lacune, infiltrazioni d’acqua, depositi di particellato atmosferico e materiali non idonei o ormai alterati, dovuti ai restauri precedenti. Ora lo sguardo del visitatore torna finalmente a leggere sulle superfici la gamma di colori chiari e luminosi, l’originalità dell’iconografia della composizione sulla grande parete e pure le scene ‘minori’ riquadrate nelle porzioni più alte del grande ambiente”. Emanuela Carpani, Soprintendente all'Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano.

Con il restauro è stato anche realizzato con Erco un nuovo impianto di illuminazione in grado di valorizzare la bellezza degli affreschi e di adattarsi ai diversi utilizzi della sala: dalle conferenze ai concerti e alle visite guidate.

“La conservazione della memoria e delle bellezze artistiche del passato è una delle principali missioni di ogni museo. Questa operazione di restauro consentirà ai visitatori di ammirare, perfettamente restaurate, opere del primo Settecento lombardo, in un museo straordinario che tiene sempre strette le connessioni tra passato e futuro e tra scienza e arte”. Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.

 

INFO VISITA ALLA SALA DEL CENACOLO

La sala riaprirà al pubblico a partire da mercoledì 15 novembre e tornerà ad essere parte del percorso di visita libera del Museo con orario 9.30/17.00 da martedì a venerdì e 9.30/18.30 sabato, domenica e festivi, salvo chiusura dello spazio per eventi interni.

VISITA SPECIALE CON IL CURATORE

Sabato 2 dicembre |”Gli affreschi barocchi della Sala del Cenacolo”

Visita guidata alla Sala del Cenacolo con Claudio Giorgione, Curatore Leonardo Arte e Scienza Museo.

Ore 12.00, ore 14.30 e ore 15.30

Durata 40 minuti, da 12 anni. Massimo 20 persone per visita.

BOOKCITY MILANO AL MUSEO

Appuntamenti speciali nella Sala del Cenacolo

SOGNANDO IL FUTURO.

Scienza e tecnologia ci aiutano a immaginare il futuro che vogliamo costruire

Giovedì 16 novembre ore 19.00, ingresso Via San Vittore 21

Di tutti i sogni quello che riguarda il futuro è forse allo stesso tempo il più bello e il più inquietante, ma ha una caratteristica unica: sognare il futuro, significa cominciare a costruirlo, perché il nostro futuro dipende anche da come noi oggi, tutti insieme come società, desideriamo che sia. Ne parleranno: Nicola Montano, Medico, Professore di Medicina Interna Università degli Studi di Milano, Direttore Struttura Complessa di Medicina Interna - Immunologia e Allergologia al Policlinico di Milano, Maria Rescigno, Professoressa di Patologia Generale e Pro-Rettrice alla Ricerca di Humanitas University, Capo del laboratorio di Immunologia delle mucose e Microbiota dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Francesco Stellacci, Professore di Scienza e Ingegneria dei Materiali all’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne in Svizzera, precedentemente al MIT di Boston, Roberto Vittori, Astronauta, pilota collaudatore e generale dell’Aeronautica, è stato primo astronauta europeo a comando della Sojuz e addetto spaziale per l’Italia a Washington.

A condurre la serata Barbara Gallavotti, giornalista scientifica, scrittrice e autrice RAI.

Introducono Paola Dubini, Comitato direttivo di Bookcity Milano e Vicepresidente Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, e Fiorenzo Marco Galli, Direttore Generale Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La serata sarà animata dall’accompagnamento musicale a cura di Modern Physics.

Evento promosso da BookCity Milano e Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, in collaborazione con Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, Humanitas University, Università degli Studi di Milano e Policlinico di Milano.

Sabato 18 novembre ore 19.00

THE RADIO DREAMERS. Storie e personaggi straordinari della radio
Con Paolo Lunghi, Claudio Micalizio, Alex Peroni, Ringo, Nick The Nightfly, Marco Mazzoli (in collegamento), Mauro Coruzzi (Platinette), Mario Semprini, Rino Borra, Guido Monti, Massimo Lualdi, Marco Ferradini, Maurizio Bossi, Alberto Hazan, Lilli Guacci, Gianni Assirelli.

Domenica 19 novembre ore 16.00 - ore 19.00

Percorsi d'autore a cura di Eliana Liotta.

Le parole della cura con Silvia Bencivelli, Giuseppe Remuzzi, Fabrizio Pregliasco, Paola Arosio, Enzo Spisni, Maria Rescigno, Silvio Danese, Marco Bianchi, Michela Matteoli, Carlo Selmi.

CONCERTO LE MACCHINE PARLANTI

Appuntamenti speciali nella Sala del Cenacolo

Sabato 25 novembre ore 15.00, ingresso libero fino a esaurimento posti

Concerto gratuito con Luciano Pituello, Presidente Associazione Museo Enrico Caruso, Milano

La voce di fonografi e grammofoni in un emozionante viaggio tra teatro dell’opera e storia della tecnologia.

Un nuovo appuntamento con il Cavaliere Luciano Pituello per conoscere voci immortali come quelle di Aino Ackté, Taurino Parvis, Luisa Tetrazzini, Claudia Muzio e Beniamino Gigli.

Un’occasione unica per ascoltare dischi secolari grazie ai grammofoni dalla collezione donata al Museo, dedicata alla riproduzione di musica e canto tra Ottocento e Novecento e alla leggendaria figura di Enrico Caruso, e scoprire il lavoro di chi li ha raccolti.