RESTAURO DEL DIPINTO CANOVIANO LA CITAREDA
La Citareda si appresta al restauro. La celebre suonatrice
mostra i segni del tempo: del resto Antonio Canova la dipinse nel 1789.
Dopo più di due secoli è segnata dal passaggio
del tempo sul suo splendido viso dalla pelle morbida e sulle dita carnose
e rosee di fanciulla che sfiorano quello che pare essere un mandoloncello. Su
quella tela di lino le vernici a olio si sono ossidate e gli abbondanti
ritocchi dei precedenti restauri non hanno retto. Il Museo Gypsotheca Antonio
Canova di Possagno ha dunque proposto la sua pulitura e il restauro,
incontrando il supporto di Fabio Gobbato, consulente finanziario di Allianz
Bank (di Bassano del Grappa), che ne ha offerto la sponsorizzazione.
Profilo neoclassico, la suonatrice è stata
ritratta dall’Artista di Possagno realizzando un olio su tela di lino di circa
un metro per 75 cm. Nell’opera La
Citareda, lo Scultore medita su alcuni temi a lui cari,
che ritornano in molte altre figure femminili: il tema della musica e della
danza - considerati da Canova mezzi per elevare la mente e lo spirito - la
morbidezza e l’eleganza delle forme tendenti alla perfezione, la leggerezza e
il fluire dei panneggi.
Attualmente La
Citareda “non si presenta in buono stato
conservativo a causa dell’alterazione e invecchiamento delle vernici e dei
ritocchi avvenuti in precedenti restauri.”, spiega la restauratrice Edda Zonta,
“La superficie pittorica ha uno sporco grasso e una vernice molto offuscata e
cristallizzata, che altera pesantemente la lettura della cromia originale. Da
un’attenta osservazione con la lampada a Wood si notano molti esuberi di
vernice, soprattutto nello sfondo e diverse ridipinture, visibili anche ad
occhio nudo nell’incarnato e nello sfondo. La superficie pittorica è abbastanza
planare con crettature visibili e leggermente allargate, tipiche dei dipinti
realizzati da Canova”.
Dunque, saranno rimossi sia lo sporco
depositatosi sulla superficie che la vernice ossidata, operazioni che
seguiranno una serie di indagini diagnostiche possibili grazie alla
collaborazione avviata recentemente con il Centro Interdipartimentale di
Diagnostica dell’Università di Padova, capitanato dalla prof.ssa Rita Deiana. E
chissà se anche questo dipinto rivelerà un’altra tela “nascosta”, come è
avvenuto per il restauro dell’Autoritratto
come scultore condotto ad inizio di quest’anno.