XVII Concorso Triennale
Internazionale di Liuteria
Antonio Stradivari
sotto l'Alto Patronato del Presidente della
Repubblica
Il Concorso
Triennale premia i migliori liutai contemporanei
Medaglia d'oro al pavese Alessandro
Peiretti (cello). Argento per Liu Zhaojun (violino), Borja Bernabeu (viola) e
Michele Dobner (cello). Bronzo per Renzo Mandelli e Milos Seyda (violino),
Piotr Pielaszek (viola), Francesco Coquoz (cello), Cipriani Cesare Chereches e
Tetsu Suzuki (contrabbasso)
Cinque secoli dopo la nascita del violino e oltre 300 anni dopo
Stradivari e Guarneri, Cremona incorona i migliori liutai del ventunesimo
secolo. Le premiazioni, stasera (mercoledì 25 settembre ndr) del XVII Concorso Triennale Internazionale
"Antonio Stradivari", vedono sfilare sul palcoscenico
del Teatro Ponchielli i
migliori costruttori del ventunesimo secolo. Una sola medaglia d’oro, al pavese
Alessandro Peiretti,
nella sezione violoncello: protagonista nelle recenti edizioni, spesso sul
podio, consegue stavolta il successo più ambito.
Ancora una volta il Concorso si conferma occasione di confronto
privilegiata tra costruttori di tutto il mondo. Elevatissima la partecipazione:
ben 315 i liutai professionisti
iscritti, di 37 nazionalità,
e ben 401 strumenti.
Seguendo le loro tracce si compirebbe dettagliatamente il giro della Terra!
“Il Concorso Triennale – osserva Andrea Virgilio, nella doppia veste di Sindaco
e presidente della Fondazione Museo del Violino - rappresenta molto più di una
semplice competizione: è un evento di fondamentale importanza per la liuteria
cremonese e per la città stessa. Questo concorso, che ogni tre anni celebra
l'eccellenza e l'innovazione nel campo della liuteria, non solo rinforza la
tradizione che ha reso Cremona celebre nel mondo, ma dimostra anche come questa
tradizione possa evolversi e rinnovarsi”. Quindi aggiunge “L'importanza
dell'evento va ben oltre il semplice ambito culturale. Dal punto di vista
economico, la Triennale rappresenta una risorsa preziosa per il territorio
cremonese. Essa stimola l’economia locale, attirando investimenti e supportando
il commercio e i servizi, generando un impatto positivo su tutta l’economia
cittadina e regionale e contribuisce anche a promuovere la città nel panorama
turistico internazionale, dimostrando come la tradizione possa essere un
potente alleato dell'innovazione”.
Il regolamento, condiviso con le Associazioni di categoria dei
liutai, ricalca, aggiornandoli, gli schemi di una gara estranea a tentazioni
commerciali sia per conservare un’identità forte e significativa sia per
riuscire a gratificare nel miglior modo possibile l’abilità dei concorrenti.
Confermando una formula perfezionata in quasi mezzo secolo, qualità artigianale
e resa acustica sono armonicamente ponderate, così da porre a confronto e
mettere degnamente in risalto quanto di meglio esprime la liuteria
contemporanea. A una partecipazione tanto numerosa è, dunque, corrisposto un
livello qualitativo altrettanto elevato.
“Il Concorso – spiega Paolo
Bodini, presidente di giuria - è cresciuto e migliorato in
tutte queste edizioni grazie all’apporto della comunità dei nostri liutai, che
di volta in volta hanno suggerito costanti affinamenti del regolamento, e anche
dei molti giurati che, al termine delle varie edizioni ,ci lasciavano preziosi
appunti sulla loro esperienza, peraltro sempre molto apprezzata. Una cosa
certamente è rimasta invariata nel tempo ed è la selettività nella assegnazione
delle medaglie d’oro nelle varie categorie in gara. Viene infatti assegnata se
lo strumento è ritenuto dalla giuria nella sua quasi totalità (otto su dieci)
di qualità così alta da entrare nella collezione permanente della Fondazione ed
essere esposto nel Museo accanto ai capolavori del passato. Questa è una
unicità del concorso di Cremona nel panorama di pur validi concorsi in altre
parti del mondo”.
A giudicare gli strumenti è una Giuria d’eccezione, composta da
cinque musicisti e altrettanti liutai: i Maestri artigiani Ulrich Hinsberger
(Germania), Massimo Negroni (Italia), Benjamin Ruth (USA), Elisa Scrollavezza
(Italia), Gao Tong Tong (Cina) e dai violinisti Fabrizio von Arx
(Italia/Svizzera) e Daniel Rubenstein (Belgio), dal violista Alberto Salomon
(Italia), dal violoncellista Dan Sloutskovski (Russia) e dalla contrabbassista
Mirela Vedeva Ruaux (Bulgaria).
Per loro un compito difficilissimo: tradurre in parametri estetici
oggettivi quanto a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare una valutazione
di mero gradimento personale. È un’operazione complessa, che richiede
sensibilità e professionalità particolari. Tale esame, pur abbondando modelli
di riferimento e letteratura critica, necessita di una continua messa a fuoco
per adeguarsi continuamente alle aspettative di costruttori, musicisti,
compositori. Violini, viole, violoncelli e contrabbassi in gara testimoniano,
attraverso l’ampia proposta di soluzioni tecniche e formali, la vivacità
eclettica e l’attualità dell’arte di costruire strumenti ad arco.
Ogni strumento racconta storie di lavoro, passione, studio. A
maggior ragione quelli premiati. La formazione di Alessandro Peiretti inizia
al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino dove si diploma in violoncello
sotto la guida di Antonio Mosca. Si perfeziona con Rocco Filippini,
all'Accademia Stauffer di Cremona, Antonio Meneses ed Enrico Bronzi. Collabora
con importanti ensemble e orchestre; dal 2002 è violoncellista dell’Orchestra
Sinfonica “La Verdi” di Milano.
L’interesse per la costruzione di strumenti ad arco gli viene
trasmesso dal padre Davide, liutaio, che affianca facendogli da apprendista
secondo la migliore tradizione artigianale, specializzandosi nella preparazione
delle vernici. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in concorsi
internazionali. Dal 2018 al 2023 è stato insegnante di verniciatura presso la
Scuola Civica di Liuteria di Milano. Oltre alla medaglia d’oro si aggiudica
anche i premi “Cremona Mondomusica”, consistente in uno stand per la rassegna
2025, e “Piero Ferraroni”, per la miglior scultura della testa.
Precede di una manciata di voti il cremonese d’adozione Michele Dobner e il
francese, nato in Italia, Francesco
Coquoz, violoncellista egli stesso. Tutti i premi per i secondi
e terzi classificati sono offerti dalla Camera
di Commercio di Cremona. Sostengono il Concorso Fondazione Stauffer e Regione Lombardia.
Tra i violini, il cinese Liu
Zhaojun ottiene il punteggio migliore e la medaglia d’argento.
Doppio bronzo per il brianzolo Renzo
Mandelli e l’argentino, ora fiorentino, Milos Seyda, anch’egli
violoncellista. È invece cremonese la miglior viola, opera di Borja Bernabeu: nato a
Madrid, si diploma al Technical College del Minnesota e alla Scuola
Internazionale di Liuteria di Cremona, dove apre la propria bottega. Per questo
affianca alla medaglia d’argento, il premio speciale Fondazione Cologni dei
Mestieri d’Arte” come miglior artigiano di origine straniera, residente e
operante in Italia. Terzo posto per il polacco Piotr Pielaszek. Le straordinarie qualità
timbriche del suo strumento sono gratificate dal premio “Walter Stauffer”.
Solo due terzi posti ex aequo nella sezione contrabbasso, invero
penalizzata da ridotta partecipazione. Entrambi hanno traccia cremonese: Cipriani Cesare Chereches e
Tetsu Suzuki,
una laurea in filosofia alla Nihon University e la vita pendolare tra le
botteghe all’ombra del Torrazzo e a Tokyo.
Molti i riconoscimenti speciali. Il ventottenne polacco Paweł Kubacka si aggiudica
il premio “Simone Fernando Sacconi”, del Comune di Cremona, come miglior under
30. La coreana Hyun-Jung Park,
un passato da violinista e violista prima di aprire bottega a Cremona, merita i
premi “Giorgio Cé” per la miglior vernice e “Pierangelo Balzarini”, per
l’eccellenza delle caratteristiche tecnico-costruttive.
Il Premio “A.L.I.” (Associazione Liutaria Italiana), gratifica
l’impegno di Giacomo Rocca e
la sua capacità di aver realizzato uno strumento che “pur nel rispetto delle
tradizioni della cultura italiana, reca segno dello studio, della ricerca,
della progettualità e della personalità dell’artefice”. A Damiano Catesi, autore del
violino con il miglior suono, il riconoscimento dell’Associazione Liutai
Polacchi.
Tutti gli strumenti in gara potranno essere ammirati, fino al 13
ottobre, nel Padiglione Andrea Amati del Museo del Violino. L’esposizione è
dunque espressione dialogante con le collezioni storiche, stimolando il
confronto tra realizzazioni contemporanee e capolavori di Stradivari, Amati,
Guarneri e permettendo di verificare come la tradizione, con i suoi modelli
affermati, e il normale percorso evolutivo si armonizzino nella costruzione
secondo disciplinari di alto artigianato. Se è facile individuare il ruolo che
la liuteria cremonese ha assunto nei secoli e ancora oggi ha rispetto alle
manifestazioni estetiche, allo stesso tempo gli strumenti contemporanei
trovano, infatti, in occasioni come il Concorso Triennale quella attribuzione
di ruolo che devono finalmente assumere anche fuori dal circuito dei musicisti.