Durissima
lettera della Contessa Chiara Modica Donà Dalle Rose, esponente di spicco della
classe intellettuale femminile italiana e nello specifico veneta.
Presidente
della Biennale di Arte Sacra, componente del Cda dell'Università di
Architettura di Venezia.
La Contessa
è a completa disposizione della stampa - alla fine della lettera ci sono i
contatti telefonici -
Lettera a firma della Contessa Chiara Modica Donà Dalle Rose :
"Venezia, non è una città, non è un villaggio, non è una
metropoli né ha mai aspirato ad esserlo.
Venezia è una realtà unica al mondo, sospesa nel tempo tra il
sogno, l’incantesimo e la storia, è la realizzazione concreta e tangibile di
una sola e grande opera d’arte composta, non dimenticatelo mai voi che guadate
le immagini sul media, anche dai noi veneziani, uomini e donne, giovani e
vecchi, del passato e del presente che la vivono giorno per giorno e la
conservano e custodiscono nei fatti e nella memoria.
I veneziani sono coloro che vi sono nati, coloro che hanno
scelto di viverci, coloro che hanno dovuto abbandonarla, coloro che dopo averci
studiato hanno deciso di adottarla, e di tutti coloro che prima di vantarsene
hanno deciso di viverla in un incredibile intreccio di spettacolari luci e
complesse difficoltà. Siamo in tanti, molti di più di quanti vorrebbero
farvi credere per giustificare una funzionale diminuzione dei servizi
prioritari.
A Venezia si nasce ancora, si miei cari, tra le onde della marea
di ieri sera, i primi vagiti di tanti cuccioli d’uomo si facevano sentire nel
non lontano ospedale di San Giovanni e Paolo. Mentre tutti in famiglia facevamo
fronte alla grande tempesta di vento, acqua e mare che violentemente si era
scagliata su Venezia e la nostra dimora, tra le prime come un guerriero di
punta nella laguna Nord a tagliare il vento che viene dal nord, ho avuto
l’impressione che la casa si fosse trasformata in una nave che solcava i mari
del nord. Intorno a noi devastazione, distruzione, vaporetti, barche e gondole
affondate e strozzate alle paline, altre totalmente fuori controllo sopra le
fondamenta a pochi centimetri dai ponti e dai palazzi. I canali morbidi e
silenziosi di Venezia trasformati in fiumi in piena. Gli esercenti, le scuole,
ogni attività al piano terra devastata ed in ginocchio. Gli squeri divelti
dalla laguna trasformatasi in mare aperto.
Non è stato facile il risveglio questa mattina, stremati dalla
paura e dalla stanchezza, ma soprattutto afflitti dalla rabbia perché ancora
oggi dopo anni di parole e investimenti incredibili fatti, il rispetto della
laguna che deve necessariamente passare dalla conoscenza dei suoi flussi e dei
suoi equilibri non è stato ancora affrontato con la dovuta serietà e concretezza.
Ma come è possibile che in Olanda sin dal 1200 l’uomo riuscì ad
arginare il fiume Amstel e l’oceano con la realizzazione di un sistema
strutturato di argini e canali, recuperando circa un quinto dell'area della
terraferma nel paese (circa 6.500 km²). Buona parte del territorio, come
l'intera provincia di Flevoland è costituita da polders , tra cui
molti del XII secolo, ovvero da terreni prosciugati e strappati al mare, a
paludi costiere e lagune e che adesso sono bonificati e protetti dalle dighe.
Senza il drenaggio continuo e la protezione di queste dune costiere, circa metà
dell’Olanda sarebbe coperta dal mare o dai diversi fiumi che l'attraversano:
l’oceano! Nel 1932 con la costruzione della Afsluitdijk, ossia la diga di
sbarramento, fra la Frisia e l'Olanda Settentrionale il mare è stato nuovamente
separato e trasformato nel lago Ijsselmeer. Quest'ultimo, in parte prosciugato
ha dato poi origine alla provincia di Flevoland. Fra il 1958 e il 1986 si attuò
il noto piano Delta, una mastodontica operazione per chiudere i bracci di mare
e limitare al massimo i rischi di inondazione. E nel 1997 è stata conclusa la
diga di Stormvloedkering.
Due emergenze assolute per Venezia se volete che resti
patrimonio italiano, altrimenti è meglio che ritorni ad essere Repubblica
Marinara della Serenissima indipendente al più presto da questo stivale che la tratta
come un sassolino,
appunto, nella scarpa:
- Emergenza moto ondoso
per tutti veneziani e turisti;
- Blocco navi veloci nel
bacino di San Marco;
- Studio concreto delle
conseguenze del Mose e di tutti i lavori fatti e conseguenze sul delicato
equilibrio preesistente della laguna;
- Predisposizione di
rimedi subito e non per forza milionari;
- E soprattutto ascoltare
i veneziani e coloro che la vivono.
Per i turisti delle navi veloci, nel medio tempore
dell’ottenimento dell’auspicata interdizione al passaggio, propongo due tasse da versare sui conti del
comune per un fondo dedicato e destinato solo alla salvaguardia della laguna per
finanziare una soluzione reale:
1. SEE TAX La tassa
di 100,00 euro a persona per poter ammirare piazza san Marco comodamente
dalla nave ( è uno spettacolo unico e se continua così direi senza molte
possibilità di repliche!!);
2. FEET TAX La tassa di
100,00 euro a persona per poter comodamente scendere e mettere piede in
Venezia dallo scalo marittimo ( del resto chi viene in macchina deve
parcheggiare, poi prendere il vaporetto e alla fine la cifra più o meno è la
stessa!).
Come guardiano del faro, con la mia famiglia, di uno dei palazzi
storici di Venezia, chiedo al governo di considerare che è assolutamente
urgente ripristinare UNA TUTELA Ad HOC di questi beni, un regime AD HOC
superando visioni demagogiche e biecamente populiste, abbandonando
lo sterile rapporto pubblico e privato che denota che questi beni sono
privati solo quando si parla di gettito fiscale o di richiesta di
autorizzazioni ma quando si parla di tutela del patrimonio il do ut des è solo il
peso economico della salvaguardia è puramente a senso unico, lasciandoci
assolutamente soli al nostro destino, con la consapevolezza che noi non abbiamo
i mezzi.
I grandi del passato, politici e giuristi veri, che dal 1939
avevano scritto e salvaguardato negli anni la legge Bottai erano dei grandi
studiosi con una visione chiara e lungimirante del futuro e della
verosimile possibilità del privato di ricostruire le case dopo la guerra, dopo
un terremoto, dopo un’alluvione ma soprattutto di coloro che ogni giorni
dovevano fare i conti con l’onere economico del restauro. Un onere non molto
lontano da quello che ogni madre insegna ai figli per prevenire le carie nello
spazzolarsi i denti tre volte al giorno, per usare una metafora!
Nel 2012 , con il Decreto Monti, come in un neo-medioevo del
pensiero umano, si è spazzata via con un’accetta di omertà ogni obiettiva
considerazione e riconoscimento dell’impossibilità per i privati di continuare
ad abitare le loro case ed restaurarle, compressi nella morsa di una tassazione
sempre più forsennata in cambio del nulla.
Chiedo pertanto che venga abrogato il decreto Monti e
ripristinata la legge Bottai senza mezzi termini e che ripartano i
contributi speciali per il finanziamento a fondo perduto per il restauro di
questa città altrimenti al posto dei palazzi, giorno dopo giorno, costruiranno
il set di una colossale fiction con pannelli di cartongesso raffiguranti le
facciate di un passato glorioso. … ed il prossimo the new Pope di Sorrentino sarà
“the fiction Pope”!
Siamo lasciati soli, con solo ed esclusivamente oneri e pesi, in
una città in cui la parola restauro ha il peso e la stessa frequenza di un
appuntamento quotidiano. Tutti vedono la parte che luccica ma pochi si rendono
conto della fatica e della dedizione che c’è dietro ad ogni veneziano per la
salvaguardia della sua casa, piccola o grande che sia, del 400 o dell’800 poco
importa, al piano nobile, al piano terra come in piccionaia.
Quando ero giovane con gli amici andavamo in piazza San Marco a
provare l’ebrezza di vogare nel salotto più bello del mondo, i cm erano 60/80
al massimo, ieri si è toccata una punta storica troppo alta e salata come le
onde del mare che sembravano esserci impadronite di una città di vetro che
chiede solo rispetto e consapevolezza da parte di tutti della sua unicità.
Povera la nostra Basilicata di San Marco e tutte le bellissime chiese che sono
state sommerse e ferite nel profondo.
La mia risposta indire un premio per chi nasce a Venezia, e un
premio a quei genitori che ancora credono nel glorioso passato della
Serenissima".
Contessa - Chiara Modica Donà Dalle Rose - Tel 380 154 1468.
La Contessa è a Venezia in uno dei palazzi storici della città