Il sito di informazione, cronaca e cultura di San Colombano, Bassa lodigiana e Pa

INTRODUZIONE

La rubrica di cucina del  sito è caratterizzata da proposte tipiche del nostro tempo. Noi vogliamo  invece dedicare dello spazio all’arte culinaria di un’epoca  lontanissima da noi: quella dell’antica Roma.

Faremo riferimento a Marco Gavio APICIO, vissuto nel 1° secolo d.C. e che era considerato il maggior esperto di gastronomia del Basso Impero. Cuoco eccellente, costantemente alla ricerca di nuove idee per pietanze originali, decise di mettere sulla carta le sue trovate geniali, che erano in grado  di soddisfare  i palati più esigenti. Le modalità che scelse  per scrivere le ricette del suo libro sono diverse da quelle attuali. Intanto non considera  mai la quantità di persone alle quali quel tipo di piatto è riservato ed inoltre  solo eccezionalmente cita i tempi di cottura.Sono invece più frequenti le vivande delle quali indica le dosi e la preparazione.

Nelle sue elaborazioni culinarie Apicio  usa alcuni tipi di spezie, tra cui il pepe,  il cumino, il cardamomo, la cannella, ed anche varie specie di frutti , come le melagrane e i datteri. Al giorno d’oggi per noi  questi  sono alimenti comuni, ma nel primo secolo d.C.  erano molto rari e costosissimi.

 Era possibile procurarseli perché in quel tempo l’Impero Romano era assai esteso ed occupava  vaste zone dell’Africa, dell’Europa e dell’Asia ed erano stati anche intrapresi scambi commerciali con l’India.

Per quanto riguarda in particolare  le dosi degli ingredienti presenti nelle sue ricette,  poiché ci sono note le corrispondenze del sistema di misure latino con il nostro, la traduttrice Clotilde  Vesco è stata in grado di trasformare pesi come la siliqua  o lo scrupulum in grammi.

Il libro fu ampliato nei due secoli successivi da altri cuochi  ed è considerato il più importante e il più completo testo in latino in grado di darci informazioni  sulla cucina dell’antica Roma.