Dengue: uno studio dell'ICGEB apre la strada a nuove strategie di contrasto
alla malattia Contrariamente alla convinzione diffusa che la dengue sia
grave nelle infezioni secondarie, un nuovo studio collaborativo dell'ICGEB di
New Delhi ha scoperto che un numero sostanziale di infezioni primarie di dengue
comporta anche condizioni patologiche gravi. I virus della dengue continuano a
diffondersi in tutto il mondo e anche in Italia sono in aumento i casi di
trasmissioni autoctone. Pubblicata in questi giorno sulla rivista
scientifica Nature Medicine, un'analisi dei casi di dengue grave
in un ampio gruppo di bambini in India ha dimostrato che più della metà
potrebbe essere attribuita a un'infezione primaria piuttosto che secondaria. La
Dr. Anmol Chandele, Responsabile dell'ICGEB-Emory Vaccine Program presso
l'ICGEB di Nuova Delhi, India, in collaborazione con la "Emory School of
Medicine" di Atlanta, GA, USA, l'AIIMS ("All India Institute Of
Medical Sciences") di New Delhi, e la "St. John's National Academy of
Health Sciences" di Bengaluru, India, è l'autrice dell'articolo sulle malattie gravi durante le infezioni virali
primarie e secondarie nella popolazione pediatrica. Negli ultimi due decenni,
le infezioni da dengue sono aumentate notevolmente, particolarmente in India,
che oggi conta uno dei maggiori casi di dengue a livello globale. Con 4
sierotipi del virus della dengue, in genere i pazienti affetti da questa
malattia si dividono in due categorie: quelli che contraggono l'infezione per
la prima volta, noti come affetti da infezioni primarie, e quelli che vengono
reinfettati dopo una precedente esposizione, noti come affetti da infezioni
secondarie. Tradizionalmente, la convinzione prevalente è stata che solo le
infezioni secondarie comportino rischi significativi, portando gran parte della
ricerca sullo sviluppo del vaccino e sul trattamento a concentrarsi su questo
gruppo. Ora questa percezione
ampiamente diffusa sembra perdere terreno. Il nuovo studio condotto in India e
basato su un ampio campionamento ha dimostrato che non solo le infezioni
secondarie, ma anche quelle primarie possono essere gravi e mettere a rischio
la vita dei pazienti. Questa scoperta suggerisce la necessità di rivalutare la
nostra comprensione della Dengue e le strategie impiegate per combatterla. La Dott.ssa Chandele
afferma: "L'infezione da virus della dengue è un enorme problema di salute
pubblica. Molti pazienti sviluppano una malattia grave che a volte può essere
anche fatale. Tuttavia, gran parte della ricerca in corso sull'intervento vaccinale
si basa sulla convinzione, attualmente diffusa a livello globale, che le
infezioni primarie di dengue non siano generalmente pericolose e che la
malattia grave sia dovuta principalmente a infezioni secondarie di
dengue". L'autrice prosegue: "Il nostro studio mette in discussione questa convinzione attualmente diffusa e dimostra che le
infezioni primarie costituiscono una frazione sostanziale dei casi di malattia
grave e dei decessi". Questo
risultato ha implicazioni molto importanti per la salute pubblica nel mondo e
anche per lo sviluppo e l'implementazione di strategie vaccinali efficaci e
sicure per il controllo della dengue. Questi risultati sono molto importanti
non solo nel contesto indiano, dove il peso della dengue è considerevole, ma
anche su scala globale, poiché i virus della dengue continuano a diffondersi in
tutto il mondo. L'Italia
è un esempio eclatante dell'espansione della dengue come evidenziato anche da
un recente studio in via di pubblicazione a cui ha collaborato il Dr. Alessandro
Marcello, responsabile del laboratorio di virologia molecolare dell'ICGEB che
opera nell'Area Science Park di Trieste. "Nel corso del 2023," ci
racconta, "Abbiamo avuto nel nostro paese il più alto numero di casi e di
trasmissioni autoctone di dengue fino ad ora. I cambiamenti climatici
soprattutto, ma anche gli spostamenti delle persone, sono i maggiori
responsabili della circolazione della dengue in nuove aree. Lo studio dei
colleghi indiani ci dimostra la necessità di proteggere anche la nostra popolazione
fin dal primo incontro con il virus." |