Società Italiana di
Diabetologia/2 Riccione,
28 novembre 2021 Terapia del diabete di tipo 2, nuove linee guida: cosa cambia e cosa resta Il commento del professor Agostino Consoli,
presidente SID e del professor Angelo Avogaro, presidente eletto
della SID Presentata al
congresso ‘Panorama Diabete’ della Società Italiana di Diabetologia SID la
nuova edizione delle linee guida congiunte della Società
Italiana di Diabetologia (SID) e dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) per
la ‘Terapia del diabete di tipo 2’ che l’Istituto Superiore di Sanità ha inserito
all’interno del Sistema Nazionale delle Linee Guida (SNLG). La novità più
eclatante delle nuove linee guida è che le sulfaniluree scompaiono
dall’algoritmo terapeutico per il diabete di tipo 2. “Un passo necessario –
commenta il professor Agostino Consoli,
presidente della Società Italiana di Diabetologia SID – perché la revisione sistematica
degli studi su questi farmaci ha evidenziato un rapporto benefici/rischi non
favorevole per le sulfaniluree, rispetto ad altre, più moderne opzioni
terapeutiche. Viene dunque raccomandato di non prescrivere queste molecole alle
persone con diabete che non ne facciano già uso e di procedere alla loro
progressiva sostituzione in chi fosse già in trattamento con questi farmaci”.
“Il processo di sostituzione progressiva di terapie ormai obsolete – commenta
il professor Edoardo Mannucci,
coordinatore del panel di esperti della SID e dell’AMD che ha redatto le linee
guida – potrà richiedere tempo e sforzo organizzativo, ma porterà certamente ad
un miglioramento della qualità complessiva della cura per le persone con
diabete di tipo 2”. La seconda
caratteristica distintiva delle nuove linee guida è che, contrariamente ad
altre linee guida internazionali che hanno mostrato da subito un
‘innamoramento’ per le nuove molecole, le linee guida SID-AMD continuano a
riservare un ruolo centrale alla metformina. E non potrebbe essere
altrimenti: gli studi analizzati confermano che, sebbene ‘datato’, si tratta di
un farmaco efficace e conveniente, in termini di rischio/beneficio. “Ma
naturalmente – commenta il professor Angelo
Avogaro, presidente eletto della SID – anche le nuove linee guida italiane
recepiscono le evidenze prodotte dagli studi clinici sui benefici
cardio-vascolari di alcune classi di farmaci come gli SGLT2 inibitori e
i GLP-1 agonisti, che vengono dunque poste in una posizione importante
all’interno degli algoritmi terapeutici. Questi farmaci vanno considerati in
seconda linea, dopo la metformina, nei pazienti senza malattie cardiovascolari
note, mentre vanno prescritti già in prima linea nei pazienti con patologie
cardiovascolari”. E uno dei
pilastri del trattamento del diabete di tipo 2 resta comunque una sana alimentazione.
Gli esperti diabetologi raccomandano di seguire una dieta bilanciata di tipo
mediterraneo, mentre sconsigliano le diete ipoglicidiche (le cosiddette
‘low-carb’) e quelle chetogeniche, nella terapia a lungo termine del diabete di
tipo 2. Questo perché con le ‘low-carb’ e le chetogeniche gli effetti a medio e
lungo termine sul compenso glicemico risultano peggiori rispetto alle diete bilanciate,
di tipo ‘mediterraneo’. Un’altra
novità delle linee guida riguarda l’attività fisica. Restando ferme le
indicazioni sull’importanza dell’attività fisica ‘mista’ (aerobica e
anaerobica), che va preferita a quella o solo aerobica o solo anaerobica,
scompaiono le ‘soglie’ di attività fisica. Non viene più indicata insomma una soglia
minima di attività fisica, che viene sostituita dall’indicazione: ‘fare più
attività fisica possibile’. Rispetto alle
edizioni precedenti delle linee guida italiane (gli Standard di Cura del
Diabete Mellito), queste nuove linee guida presentano tante novità, anche nel formato,
non più ‘omnicomprensivo’, ma focalizzato su un argomento specifico, in questo
caso la terapia del diabete di tipo 2. Molto più sintetiche rispetto agli
‘Standard di Cura’, le nuove raccomandazioni sulla terapia del diabete di tipo
2 sono soltanto 18 (contro le 75 sullo stesso argomento contenute negli
standard di cura del 2018). “Per la prima
volta – spiega il professor Consoli – per elaborare le nuove linee guida, gli
esperti delle due società scientifiche SID e AMD si sono avvalsi del metodo
GRADE, una procedura complessa che mira a ridurre al minimo l’influenza di
opinioni personali, ragionamenti deduttivi e preferenze individuali, portando
gli estensori della linea guida ad attenersi alle evidenze derivanti da studi
clinici di buona qualità (preferibilmente trial randomizzati). Questo metodo,
così complesso, consente di ottenere raccomandazioni molto più oggettive, e
quindi metodologicamente solide, rispetto alla gran parte delle linee guida
esistenti a livello internazionale. E del resto, le implicazioni medico-legali
che le linee guida ormai hanno nel nostro sistema, richiedono un particolare
rigore nella loro formulazione”. Dietro ogni
raccomandazione, dunque, c’è un grande lavoro di revisione sistematica della
letteratura, valutazione critica di evidenze e sintesi statistiche, che viene
riportato integralmente, di seguito alla lista delle raccomandazioni, nel sito
del Sistema Nazionale delle Linee Guida. Una volta determinati i vantaggi e gli
svantaggi di ciascuna opzione terapeutica, si aggiungono considerazioni
economiche (effetti sui costi sanitari diretti, costo-efficacia, costo-utilità,
eccetera), verifiche di impatto organizzativo e di fattibilità, arrivando
infine, attraverso appositi algoritmi, alla formulazione della raccomandazione.
“Ci auguriamo – conclude il professor Consoli – che queste raccomandazioni
possano essere un valido ausilio nella pratica professionale quotidiana dei
diabetologi italiani”. Ufficio Stampa SID Uff.st.SID@gmail.com Maria Rita
Montebelli 333 9203099 Andrea
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