“Mamma, papà, il mio compagno di banco ha il diabete. Cosa
devo fare?”
I 5 consigli dell’esperta per rispondere a questa e altre
domande su una patologia cronica che può modificare gli equilibri a scuola e in
classe
Crescono le famiglie italiane che si trovano
a dover affrontare nuove sfide educative insieme ai loro figli, come la
presenza di compagni con il diabete.
Oltre alla formazione del personale
scolastico, i genitori svolgono un ruolo chiave nel fornire risposte corrette,
insegnando rispetto e inclusione. Supportare i propri figli nel comprendere la
malattia e la sua gestione quotidiana, non solo aiuta a prevenire
fraintendimenti, ma promuove un ambiente scolastico più coeso e accogliente per
tutti.
“In Italia sono oltre 18.000 i bambini e
adolescenti di età inferiore ai 18 anni con diabete di tipo 1 e, purtroppo,
l’incidenza sotto i 6 anni è in aumento. In questo contesto, è
fondamentale che coloro che condividono una parte della propria giornata con un
ragazzo con diabete -compagni di classe, genitori e personale scolastico-,
sappiano quali comportamenti adottare, senza pregiudizi o paure. La conoscenza
e il rispetto della sua routine sono cruciali per garantire una vita scolastica
serena e senza ostacoli. L’autocontrollo della glicemia è alla base della
terapia, e i bambini con diabete – conferma Francesca
Franco, pediatra presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale “Santa Maria
Della Misericordia” di Udine – imparano molto presto a controllare la
glicemia e a riconoscere quali siano i valori normali e non. In Italia, oltre
il 98% dei pazienti pediatrici dispone
di sensori glicemici e, grazie ai microinfusori di insulina e ai sensori, la
gestione della malattia è molto meno invasiva rispetto al passato. Quando un
bambino o un adolescente con diabete entra a far parte di una classe, non solo
i ragazzi, ma anche gli altri genitori e gli insegnanti, si trovano di fronte a
una nuova realtà. I ragazzi passano un terzo della loro giornata a scuola e
sono molte le ore che trascorrono in un ambiente diverso da quello conosciuto,
ossia quello familiare. Il diabete può fare paura se non lo si conosce, ma ci
sono consigli pratici che si possono dare tramite le famiglie per aiutare a
creare un ambiente inclusivo e di supporto, favorendo una convivenza serena in
classe e tra genitori. Conoscere il diabete vuol dire anche conoscerne segni e
sintomi d’esordio”.
I 5 CONSIGLI DELL’ESPERTA
"È fondamentale insegnare ai
bambini non solo cosa fare, ma anche cosa non fare in presenza di un compagno
con diabete. Capire che la vita con il diabete richiede rispetto per la privacy
e per le esigenze mediche del compagno permette di evitare situazioni
spiacevoli e contribuisce a creare un ambiente scolastico più inclusivo e
sicuro. Per raggiungere tutti questi obiettivi – specifica Franco - è
fondamentale fare formazione ed educazione sul diabete al personale scolastico,
auspicando che questo avvenga in tutte le scuole, indipendentemente dalla
presenza di bambini con diabete. È compito nostro come professionisti sanitari
e delle istituzioni scolastiche lavorare insieme per sensibilizzare sul
diabete, sui suoi sintomi e sulla sua gestione. Questo permette un inserimento
consapevole e sicuro del bambino con diabete a scuola e un supporto reciproco
tra scuola e famiglia.”
1.
Spiegagli cos’è il diabete
Aiuta il tuo bambino/a a capire che il
diabete è una malattia in cui il corpo ha difficoltà a controllare i livelli di
zucchero nel sangue (glucosio). Nel diabete di tipo 1 la causa di tutto questo
è l’incapacità del corpo di produrre insulina. Gli alti livelli di zucchero nel
sangue arrivano ai reni e passano nelle urine. È per questo motivo che
all’esordio del diabete i bambini urinano più frequentemente e di conseguenza
bevono di più. Succede inoltre che perdano peso e siano molto stanchi; è
importante riconoscere presto questi sintomi che scompaiono quando viene
iniziata la terapia necessaria. Fai attenzione a non raccontare notizie non
verificate o leggende sul diabete (come ad esempio che il diabete viene a chi
mangia tanti zuccheri, il diabete rende più deboli e non si possa fare sport).
2.
Insegnagli che si può gestire
Cerca di spiegare che se il corpo non
riesce a produrre l’insulina, è necessario che venga assunta dall’esterno più
volte al giorno. L’insulina non esiste in pastiglia ma deve essere assunta
tramite piccole punture. Il/La compagno/a di classe con il diabete può mangiare
tutto seguendo i principi di un’alimentazione sana. Deve fare però attenzione
quando mangia i carboidrati e assumere l’adeguata dose di insulina. Non serve
diventare esperti di diabete, ma è importante avere una conoscenza di base su
cosa sia e come debba essere gestito per poterlo spiegare al tuo/a bambino/a.
3.
Mostragli come può riconoscere
i segnali di ipoglicemia
Educalo a riconoscere i sintomi di un
possibile episodio di ipoglicemia (calo di zuccheri), come, ad esempio,
tremori, pallore, sudorazione, confusione o stanchezza.
In questi momenti è importante avvisare
un adulto (l’insegnante o il personale scolastico più vicino) e far sì che il
compagno non rimanga da solo. Per correggere l’ipoglicemia sono necessari zuccheri
semplici come lo zucchero, le caramelle o il succo di frutta che il bambino
dovrà assumere secondo quanto deciso dal proprio medico e comunicato alla
scuola.
4.
Preparalo affinché favorisca
la normalità
Spiegagli che la normalità è l'approccio
migliore per farlo sentire a proprio agio. Il diabete non deve esser un limite
né una fragilità. Il compagno con diabete deve poter partecipare a tutte le
attività di gruppi, che siano giochi, gite e progetti scolastici.
5.
Educalo a chiedere con
rispetto
Invitalo a mostrare interesse verso
l’amico che presenta questa patologia, senza che questo comporti invadere la
sua privacy. Avere domande o dubbi, significa confrontarsi con il compagno con
diabete in modo educato e rispettoso e interessarsi a lui/ lei. Se il proprio
compagno se la sente capire che strumenti usa, come controlla la glicemia, come
fa l’insulina può essere un buon modo per rendere il tutto più naturale
possibile anche a scuola.
LA TECNOLOGIA PER UNA GESTIONE PIU’
CONSAPEVOLE
L’evoluzione tecnologica di device
sempre più piccoli e intelligenti si sta rivelando un valido supporto per una
migliore gestione del diabete, soprattutto per i più piccoli. La capacità dei
sensori di misurare in continuo la glicemia e la precisione dei microinfusori
di insulina, hanno reso queste tecnologie fondamentali per migliorare la
qualità di vita dei minori con diabete.
“Seppur la patologia possa sembrare
complessa e far paura, la sua gestione è basata su regole che sono semplici e
sicure anche in contesto scolastico, se vi è collaborazione tra le parti e se
le semplici indicazioni fornite vengono seguite consapevolmente e senza paura.
L’uso dei sensori per il monitoraggio in continuo della glicemia – conclude Franco - sono sempre più performanti e dotati di allarmi
e l’uso dei microinfusori permettono, infatti, adeguamenti terapeutici
preventivi con conseguente riduzione degli squilibri ipo e iperglicemici. ll
diabete spaventa se non lo si conosce; è nostro compito spiegare e implementare
le conoscenze necessarie per gestirlo serenamente, per il bene di tutti i
nostri ragazzi”.
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