Dolore cronico: in Italia pesa per oltre 36 miliardi di
euro all’anno Un Libro
Bianco identifica per la prima volta i costi socio-sanitari del dolore nel
nostro Paese Quanto costa la sofferenza? Per ogni
paziente il conto ogni anno sale a 4.557 euro, di cui 1.400 per costi diretti a
carico del SSN e 3.156 per costi indiretti. Così, sono oltre 11 miliardi a
gravare sulle casse della sanità pubblica. Nel 2013, con una spesa farmaceutica
relativa al dolore di 240 milioni di euro per antinfiammatori non steroidei
(FANS) e di 101 per oppioidi forti, l’Italia si riconferma, tra i principali
Paesi Europei, al primo posto per impiego dei primi e all’ultimo per quello dei
secondi, che registrano una spesa pro-capite annua pari a 2,11 euro. Questi
alcuni dei dati contenuti nel Libro Bianco sul Dolore Cronico presentato oggi a
Roma, durante il convegno “HOPE Health Over Pain Experience”. Anche AIFA tra
gli autori del volume. Roma, 13 ottobre 2014 – Si è
aperta oggi presso il Palazzo della Cancelleria a Roma la due giorni di convegno “HOPE Health Over Pain
Experience” che, chiamando a
raccolta alcuni fra i massimi esperti di dolore, ha ricostruito l’attuale
scenario del problema in Italia, focalizzando in particolare l’analisi sui
fattori che ancora ostacolano l’appropriatezza terapeutica e sulle conseguenze
di trattamenti inadeguati. In occasione del convegno, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Agenzia
Italiana del Farmaco (AIFA), è stato presentato ufficialmente il Libro Bianco sul Dolore Cronico, edito
da AboutPharma, con il grant
incondizionato di Mundipharma, volto
a fare il punto in merito al reale impatto sociosanitario ed economico della
sofferenza nel nostro Paese. “Nonostante i grandi passi avanti fatti,
grazie alla Legge 38/2010, vi sono ancora margini di miglioramento per
raggiungere l’appropriatezza nell’approccio diagnostico-terapeutico alla
malattia dolore”, afferma Guido
Fanelli, Presidente della Commissione ministeriale Terapia del dolore e
Cure Palliative. “Questo gap non solo
rappresenta un problema di etica sanitaria e di equità sociale, ma determina
anche costi ingenti per il SSN. Da qui l’esigenza di dar vita al presente Libro
Bianco che, raccogliendo l’expertise di tutte le figure professionali coinvolte
dalla presa in carico del paziente che soffre, restituisce un inedito sguardo
d’insieme sulla gestione del problema, mettendone in evidenza gli aspetti
medici, farmacologici, farmaco-economici e istituzionali. Ci auguriamo sia uno
strumento utile per tutti coloro che questo problema devono affrontarlo nel
loro lavoro quotidiano”. Il
volume, per la prima volta, ha fornito una fotografia, tutta italiana, anche se
basata su stime di massima, dei costi sociosanitari legati al dolore cronico. “La
prevalenza del fenomeno è circa di 13 milioni di pazienti; di questi, si può
ritenere che un terzo non si curi o lo faccia da sé in privato, pertanto
sono circa 8 milioni i pazienti rilevanti per gli effetti economici sulla spesa
pubblica”, illustra Carlo Lucioni, Senior Health Economist di Health
Publishing and Services. “Sulla base delle risorse impiegate per far fronte
al problema e dei loro costi unitari in Italia, è stato calcolato, con una
stima al ribasso, il costo sociale medio
annuo del dolore cronico per ogni paziente: 4.557 euro, di cui 1.400
per costi diretti a carico del SSN
(farmaci, ricoveri, diagnostica) e 3.156
per costi indiretti (giornate
lavorative perse, distacchi definitivi dal lavoro). Moltiplicando i costi
diretti per 8 milioni di pazienti, si arriva a un onere annuo per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 11,2 miliardi di euro, con un’incidenza
sulla spesa sanitaria pubblica complessiva del 9,6%. Sempre sulla stessa base
il totale dei costi indiretti
ammonta invece a 25,2 miliardi.
Dalla somma con l’importo dei costi diretti, la stima del costo sociale del dolore cronico in Italia ammonta a 36,4 miliardi all’anno, corrispondenti
al 2,3% del PIL”. Per
completare il quadro sui numeri del problema, il contributo di IMS nel Libro Bianco ha evidenziato
come, anche a fronte di un aumento nell’impiego di analgesici oppioidi negli
ultimi quattro anni, il confronto di vendite con i FANS sia ancora sbilanciato
a favore di questi ultimi, nonostante i loro possibili effetti collaterali e in
controtendenza con le Linee Guida, i warning delle Autorità regolatorie e i
dati di letteratura. Nel 2013 i FANS hanno toccato quota 240 milioni di euro, contro i 179 degli oppioidi, di cui 101 per
quelli forti. Tra i principali Paesi
Europei, l’Italia si conferma così all’ultimo posto per uso di oppioidi e al primo
per impiego di FANS. Anche il dato sulla spesa
pro-capite in oppioidi forti evidenzia il ritardo del nostro Paese e le
barriere culturali che ancora ostacolano l’impiego di questi farmaci: 2,11 euro, mentre in Germania, ad
esempio, la stessa spesa sale a oltre 10 euro a cittadino (il valore più alto
in Europa). Viceversa la spesa pro-capite dei FANS in Italia risulta la più elevata,
pari a 3,91 euro, a fronte di 1,82 euro nel Regno Unito. Dalla
letteratura si evince una situazione caratterizzata da inappropriatezza e disomogeneità:
i dati IMS e i Rapporti OSMED ci restituiscono un quadro di grandi disparità
nell’accesso alle terapie tra le diverse Regioni italiane. Ed è proprio su
questo fronte che, nel capitolo del
libro a firma di AIFA, viene ribadito l’impegno dell’Ente regolatorio
attraverso le proprie Note. Si
tratta, infatti, di strumenti fondamentali per favorire una prescrizione
farmacologica il più possibile conforme alle indicazioni cliniche per le quali
il farmaco si è dimostrato efficace e a quelle d’uso (dose e durata del
trattamento). Nate inizialmente come strumento di governo della spesa
farmaceutica, le Note AIFA sono oggi un mezzo per assicurare l’appropriatezza
terapeutica e intervenire sulle differenze regionali, assicurando un accesso
omogeneo alle cure. A tal proposito, il convegno ha ricordato il recente
progetto CardioPain che – prevedendo
l’inserimento di un monito circa l’uso di FANS e COXIB nella scheda di
dimissione ospedaliera dei pazienti cardiopatici – rappresenta un esempio
virtuoso di adesione a quando stabilito dalla Nota AIFA 66. Nata presso il
nosocomio dell’Ospedale di Roccadaspide (SA), l’iniziativa sta raccogliendo
adesioni in tutt’Italia. La presentazione del Libro Bianco ha dato vita a un proficuo dibattito tra tutti gli attori diversamente coinvolti dalla gestione del dolore cronico in Italia: clinici provenienti da molteplici setting assistenziali, Istituzioni, media, Associazioni di pazienti e cittadini. “Da sempre impegnata nel supportare iniziative a favore della battaglia contro il dolore, la nostra Azienda non poteva far mancare il proprio sostegno ad un progetto così importante”, dichiara Marco Filippini, General Manager Mundipharma. “Adesso ciò che conta è proseguire con determinazione il cammino intrapreso grazie alla Legge 38, per cambiare concretamente la situazione di chi soffre e migliorarne la qualità di vita; su questa linea ci auguriamo che nascano e si sviluppino nuove iniziative di ampio respiro, in cui pubblico e privato possano cooperare, come avvenuto in occasione del Libro Bianco”. |