Dolore
cronico intenso: maggiore efficacia e flessibilità con il nuovo dosaggio di
ossicodone/naloxone Una
sofferenza fisica costante e di grado elevato può presentarsi frequentemente
nei pazienti oncologici ma anche nei soggetti con patologie degenerative. Se
trattata in modo inappropriato, comporta serie ripercussioni cliniche e
psicologiche, pregiudica la qualità di vita e può causare modifiche strutturali
del sistema nervoso. Targin®, painkiller di nuova generazione che unisce
all'oppioide il suo antagonista, si conferma valido e ben tollerato anche nelle
forme più severe di dolore, grazie all'arrivo in Italia del dosaggio
giornaliero 160/80 mg. Milano,
11 febbraio 2016
– Il dolore cronico colpisce 1 italiano su 4 e oltre la metà
dei pazienti con tumore. Che sia di natura oncologica o
benigno-degenerativa, quando aumenta di intensità risulta particolarmente
complesso da controllare e, spesso, è gravato dagli effetti collaterali legati
agli analgesici assunti ad alte dosi. “Il
dolore cronico è fonte di un deterioramento globale della persona, a livello
fisico e psichico; nei casi più gravi, può arrivare anche a compromettere la
riuscita delle terapie in corso”, spiega il dottor Vittorio Guardamagna,
Direttore Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative, Istituto Europeo di
Oncologia, Milano. “Nei pazienti con tumore, ad esempio, una condizione di
sofferenza protratta e non controllata costringe a volte l'oncologo a interrompere
la chemioterapia o il radioterapista a rinviare la seduta. E' fondamentale,
dunque, lenire il dolore, per motivi non solo etici ma anche clinici. Il
problema è che, ancora troppo spesso, si ricorre a terapie poco appropriate:
nel caso dei pazienti oncologici, accade 1 volta su 2. Nonostante diversi
warning di AIFA ed EMA, è tuttora diffuso l’impiego prolungato di
antinfiammatori non steroidei (FANS), che non andrebbero somministrati oltre le
3 settimane, per la loro tossicità a livello gastrico, epatico, renale e
cardiovascolare. Al contrario, numerose Linee Guida indicano gli oppioidi forti
come riferimento per la cura del dolore cronico moderato-severo e consigliano
di iniziare il trattamento con bassi dosaggi di questi farmaci, anziché
impiegare gli oppioidi deboli, gravati da troppi effetti collaterali,
soprattutto in pazienti fragili come gli anziani”. La
Legge 38 ha rappresentato un passo fondamentale nello sforzo di promuovere una
maggiore attenzione al problema della sofferenza inutile e una migliore
appropriatezza prescrittiva, ma siamo ancora lontani da un suo corretto
trattamento. “Nonostante i cambiamenti legislativi - afferma il professor Enrico
Polati, Presidente AISD - Associazione Italiana per lo Studio del Dolore,
Direttore Dipartimento Emergenza, Terapie Intensive e Terapia del Dolore, AOUI
Verona - non si risponde ancora in maniera adeguata ai reali bisogni dei malati
con dolore. Permangono le vecchie barriere culturali che limitano l'accesso ai
farmaci oppiacei, spesso a causa di timori ingiustificati. In realtà, i nuovi
oppioidi introdotti di recente in commercio hanno un profilo di efficacia e
sicurezza superiore ai precedenti. In particolare, l’associazione
ossicodone/naloxone in rapporto 2:1 possiede un’elevata attività analgesica ed
è ben tollerata. Il naloxone è in grado di antagonizzare il tipico effetto
avverso dei farmaci oppioidi, la stipsi, agendo sui recettori del tratto
intestinale, senza diminuire l’azione antalgica a livello sistemico
dell’ossicodone”. L’efficacia
analgesica e il favorevole profilo di sicurezza dell’associazione sono stati
dimostrati anche nell’impiego ad alti dosaggi e a lungo termine. La conferma
arriva dallo studio OXN 3505, condotto su 243 pazienticon dolore
severo, correlato a patologia oncologica o cronico-degenerativa[1]. Il trial
clinico, randomizzato in doppio cieco, prevedeva il confronto tra un primo
gruppo di pazienti, ai quali veniva giornalmente somministrato
ossicodone/naloxone a dosi elevate, con un secondo gruppo, che assumeva alte
dosi del solo ossicodone. In una successiva fase di estensione in aperto, tutti
i partecipanti sono passati a ossicodone/naloxone (fino a 180/90 mg die). L’efficacia
dei due trattamenti è apparsa assolutamente sovrapponibile, a fronte di
una migliore funzionalità intestinale registrata nel gruppo che assumeva
la formulazione oppioide/antagonista. “Lo
studio OXN 3505 - commenta Guardamagna - dimostra che il trattamento con
ossicodone/naloxone fino a 180/90 mg giornalieri è ben tollerato, maneggevole
ed efficace nel lungo termine. Questi risultati hanno consentito di innalzare
il dosaggio massimo a 160/80 mg/die, per trattare anche le forme di dolore più
severe, permettendo d’ora in poi al clinico di seguire con più flessibilità il
paziente e rispondere meglio alle esigenze antalgiche che mutano nel tempo, con
l’evolvere della patologia. Grazie alla sua tollerabilità, inoltre, questa
innovativa associazione è tra i pochi oppioidi forti a potersi spingere fino a
dosi così elevate, assicurando al tempo stesso un’ottima aderenza alla terapia
da parte del paziente”. “Il
fatto che l’associazione ossicodone/naloxone si sia dimostrata efficace e
sicura anche ad alti dosaggi – aggiunge Polati - ci conforta
ulteriormente sulla possibilità di impiegarla a basse dosi, come nel caso del
dolore osteoarticolare nel paziente anziano. Non dimentichiamo, infatti, che la
condizione di dolore cronico più diffusa in Italia è l’osteoartrosi, con 4
milioni di persone colpite: di queste, gran parte sono soggetti over 65, spesso
affetti da più patologie e in politerapia, per cui assolutamente bisognosi di
farmaci con un elevato profilo di tollerabilità”. “Sin
dalla sua nascita, la nostra azienda è stata in prima linea nella lotta al
dolore – dichiara Amedeo Soldi, Medical Director di Mundipharma
Pharmaceuticals - sia promuovendo iniziative di sensibilizzazione della classe
medica e della popolazione, sia investendo nello sviluppo di farmaci che
possano soddisfare le reali necessità di clinici e pazienti: il nuovo dosaggio
giornaliero di ossicodone/naloxone risponde proprio a questo obiettivo. A
testimonianza del continuo impegno di Mundipharma nell’ambito dell’analgesia,
stiamo inoltre ampliando ulteriormente il nostro portfolio e contiamo di
rendere disponibili nel prossimo futuro nuove opzioni terapeutiche, tra le
quali un dispositivo inalatorio non narcotico per il controllo del dolore in
emergenza e alcune promettenti molecole per il trattamento del dolore
neuropatico”. Tag
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dolore intenso, dolore cronico, ossicodone/naloxone, oppioidi, Targin, Vittorio
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