FUTURISMO
DI CARTA. Immaginare
l’universo con l’arte della pubblicità Treviso,
Museo nazionale Collezione Salce (Complesso di
San Gaetano) 1 marzo – 30
giugno 2024 Al Salce, l’altro Futurismo di Carta: i decenni dell’aeropittura. Treviso. Al San Gaetano, il Museo
Nazionale Collezione Salce propone, dal 1 marzo al 30 giugno, “Futurismo di
carta”, parte seconda, con il sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte
della pubblicità”. La mostra, curata da Elisabetta
Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, è dedicata agli anni che
precedono il secondo conflitto mondiale, quando, tra il 1930 e il 1940, il
futurismo raggiunge l’apice del suo sviluppo, con l’aeropittura che, trasposta
in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto per
riplasmarsi nell’avvicinamento al surrealismo. I manifesti, e altrettanto la
pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi
da paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista
al centro della scena. Le cronache enfatizzano le imprese
solitarie di aviatori italiani, i nuovi eroi popolari. Le ali italiane battono
ogni record di velocità, distanza, altezza e diventano la testimonianza
evidente di uno stato nuovo, potente, protagonista della scena mondiale. Cresce
l’orgoglio nazionale, attentamente catalizzato dalla propaganda del regime
fascista. Restavano ancora nella memoria
collettiva l’impresa dannunziana del volo su Vienna del 1918 non meno dei
mitici duelli di Francesco Baracca sui cieli del Montello. Colpisce l’impresa
di Francesco De Pinedo che plana il suo idrovolante Savoia Marchetti sul
Tevere, accolto da Mussolini e da una gran folla, dopo aver raggiunto
l’Australia: 55 mila chilometri sul mare o sui grandi fiumi, in 80 tappe. Lo
stesso De Pinedo, pochi mesi dopo, vola dall'Italia alle due Americhe, per poi
fare ritorno in Italia. E con De Pinedo, il vicentino Arturo Ferrarin,
protagonista del raid Roma-Tokyo e del primato del volo: 58 ore in circuito
chiuso. Italo Balbo nel 1931 compie il “volo di massa” verso il Brasile; nel
’33 sarà la volta della Crociera aerea del Decennale, la trasvolata Roma-New
York per festeggiare il decennale del regime. Lo “spirulare” su città e campagne
affascina e coinvolge artisti che, come Depero - che a Rovereto era cresciuto
accanto al pioniere dell’aviazione Gianni Caproni – vogliono provare
l’esperienza del volo. Ricavandone visioni nuove, allontanandosi dalle cose
terrene, a rinnovare la visione del mondo. “Uno slancio, un salto di livello e
valori che si evidenzia in pittura quanto nella grafica pubblicitaria”,
anticipa la curatrice Elisabetta Pasqualin. “Permangono i colori accesi e
contrastanti che già erano in uso nella prima fase della grafica futurista, ma
il lettering diventa meno predominante, partecipa ancora al movimento e alle
linee presenti nel manifesto, ma torna anche ad essere corredo esplicativo
delle immagini. Aumenta, naturalmente, il numero di
manifesti incentrati sul tema del volo e delle manifestazioni aereonautiche. La
mostra, accanto a creazioni di Di Lazzari, Martinati, Garretto, propone il
“Manifesto per l’esposizione aeronautica italiana”, opera del 1934 dell’unica
artista donna presente in mostra, Carla Albini. Si riconferma il binomio
automobile-areo espressione di dinamismo e velocità. Nelle macchine, scie di
colore, circuiti automobilistici, linee a zig zag e a spirale. Il cielo, la terra ma anche l’acqua:
motoscafi che sfrecciano lasciando profonde scie e lanciano alti spruzzi,
eliche in primo piano (Codognato, Riccobaldi Del Bava). Complice la spinta alle attività
sportive, protagonista di molti manifesti di questo momento è il
corpo in movimento, quale strumento dinamico: nuoto, tennis, rugby (Mancioli.
Boccasile). La figura umana viene ancora interpretata
in chiave di modernità per impersonare le continue novità dell’industria:
l’uomo Fiat di Nizzoli o il meccanismo antropomorfo dello Sniafiocco di Araca
(Enzo Forlivesi), per esempio. Anche il volto umano diventa spesso
soggetto di affiche, scomposto in chiave quasi cubista, geometrizzato o reso
quasi un sogno, come nel manifesto per Illy Caffè di Xanti). A proporre una
visione onirica e irrazionale, libera da suggestioni logiche. E la grafica si
dimostra già pronta a voltare pagina”. Museo nazionale Collezione Salce
(Complesso di San Gaetano) Via Carlo Alberto, 31, Treviso +39 0422 591936 drm-ven.collezionesalce@cultura.gov.it |