Giochiamo insieme per tutta la vita! Oggi al MUBA di Milano un incontro sull’importanza del gioco nella relazione
tra genitori e figli Solo 4 genitori su 10 giocano con i loro bambini. Il 64% dei bambini cresce con i loro nonni. Oggi giovedì 2
ottobre al MUBA-Museo dei Bambini di Milano si tiene la conferenza di Maria
Rita Parsi “Giochiamo insieme per tutta la vita”, sull’importanza del
gioco nella costruzione della relazione tra genitore e figlio e sulla valenza del gioco come veicolo alla crescita del
bambino. L’evento,
promosso dalla Fondazione Movimento Bambino, ha visto la partecipazione anche
di Elena Dondina, presidente della Fondazione MUBA-Museo
dei Bambini, di Elisabetta Scala, vice presidente nazionale del Moige, di Francesca Valla, insegnante nota al pubblico come Tata Francesca, e Maurizio Fusina, architetto e performer. Giocare insieme
è un’abitudine. O almeno dovrebbe esserlo, perché un bimbo
amato, rispettato e che avrà giocato, sarà un adulto maturo. Nel corso della
conferenza è stata ribadita a più voci l’importanza del gioco, sia nella
funzione strutturante dei processi di apprendimento, di conoscenza del mondo,
degli altri e di se stessi, sia nella costruzione della relazione tra genitori
e figli. Un ruolo fondamentale spesso non compreso o affidato ad altri:la
Fondazione Movimento Bambino infatti afferma che su 10 genitori solo 4 giocano con i propri bambini, i restanti delegano o spingono i propri
figli a giocare da soli. Nelle famiglie
moderne, in cui spesso mamma e papà lavorano entrambi, sono sovente i nonni a
subentrare come compagni di gioco dei loro nipoti. Nella giornata che li
celebra, la Fondazione Movimento Bambino conferma il ruolo insostituibile,
affettivo e ormai anche organizzativo, degli anziani nelle famiglie: il 64% dei nostri bambini cresce infatti
con i loro nonni e quasi la totalità di essi gioca con loro. Un quadro
generale segno dei tempi, ma che non deve scoraggiare i genitori. In fondo,
basta poco: ritagliarsi un momento di gioco con i propri figli quando si torna
dal lavoro o prima di andare a letto, per stabilire quell’abitudine che rimarrà
nel tempo, anche nell’adolescenza. Perché giocando s’impara, anche a farlo. La conferenza
di Milano è il primo di tre appuntamenti gemelli, realizzati in collaborazione
con il Moige – Movimento Italiano Genitori, i Musei dei Bambini di
Milano (MUBA), e Roma (Explora) e la Città della Scienza di Napoli con l’amicizia di Kinder Sorpresa. Gli altri due
incontri si terranno il 30 ottobre Roma, presso Explora-Museo dei Bambini di
Roma, e il 6 novembre a Napoli, presso la Città della Scienza – Officina dei
Piccoli. La Fondazione
Movimento Bambino (nata nel 1992 per volontà di Maria Rita Parsi) ha
lo scopo primario di aiutare a diffondere e sviluppare la Cultura
dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con l’obiettivo di far rispettare le
necessità e i diritti dei bambini e degli adolescenti. La Fondazione è attiva
su tutto il territorio nazionale e all’estero. Il Moige - Movimento Italiano Genitori onlus è un’organizzazione che agisce, in Italia e
- insieme alle federazioni cui aderisce - in Europa e nel
mondo, per la tutela dei diritti dei genitori e dei minori in
ogni aspetto della loro vita: sociale, economica, culturale e ambientale. E’
presente oggi in 35 province italiane con un network di oltre 30.000 genitori. Il MUBA - Museo
dei Bambini di Milano nasce nel 1995.
Con progetti didattici in oltre 50 città italiane ed europee e il
coinvolgimento di quasi 800.000 bambini, il MUBA è diventato un luogo di
collegamento tra scuola, famiglia e territorio, in sinergia con le grandi
istituzioni culturali cittadine. Giochiamo
insieme per tutta la vita! Milano, -
Muba-Museo dei Bambini 2 ottobre 2014 La
relazione genitore-figlio attraverso il gioco “I genitori sono i primi punti di riferimento per i bambini”,
puntualizza la Prof.ssa Maria Rita Parsi. “Potremmo dire che il gioco inizia
dall’allattamento, nell’ambito della diade madre-bambino. A poche ore dalla
nascita, il bambino volge la bocca verso il batuffolo di cotone che è intriso
del latte materno, dimostrando di essere in grado di riconoscerlo in mezzo a
tutti gli altri. Per i bambini, la prima identificazione avviene sempre con la
madre. Con la presenza del padre – che si inserisce nel gioco di sguardi, di
carezze e di coccole tra la madre e il suo bambino – la diade si trasforma in
triade. La relazione con il padre è determinante per l’indipendenza e per
l’apprendimento. Uno dei principali compiti del padre nei primi anni di vita
del bambino consiste proprio nel permettere al figlio di stabilire un contatto
con la realtà esterna, considerando che il rapporto con la madre si basa invece
sulla dipendenza e sull’incapacità, da parte del piccolo, di soddisfare i suoi
bisogni primari. Anche giocare è un’attività
indispensabile per la vita di ogni bambino, così come lo sono il cibo, l’acqua,
il sonno… Crescere è impossibile se non si gioca. Nella
relazione genitore-figlio attraverso il gioco, la triade è destinata ad
allargarsi e a comprendere a poco a poco anche gli oggetti. Oggetti che fungono
da stimolo per la naturale creatività del bambino. Giocando, il bambino costruisce, con la fantasia, una
realtà tutta sua in cui mettere in scena le cose importanti, tutte le sue
emozioni e, specie quando può contare sulla presenza amorevole e competente dei
genitori, fare finta, nei giochi della prima infanzia, di essere un papà o una
mamma“. |