12 MAGGIO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE Gli
infermieri delle neonatologie italiane: professionisti preparati e sempre presenti a fianco del neonato e della sua famiglia
La Società Italiana di Neonatologia Infermieristica (SIN INF), insieme alla Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, che si celebra il 12 maggio, sottolinea il ruolo centrale di questa figura, capace di garantire standards assistenziali d’eccellenza e cure appropriate durante tutto il percorso nascita, all’interno di un team multidisciplinare. Quest’anno, in particolare, la giornata rappresenta
un riconoscimento per tutti gli infermieri di neonatologia che,in questo
lunghissimo periodo di restrizioni e pur con tutte le precauzioni dovute
all’emergenza sanitaria da Covid-19, si sono adoperati affinché la mamma ed il
papà restassero uniti il più possibile al proprio bambino. “In tutte le nostre
regioni l’impatto del virus e di due anni ininterrotti di emergenza è stato fortissimo.
Anche i contesti neonatali sono stati pesantemente coinvolti. Ciononostante vi
è stato uno sforzo davvero straordinario e continuo dei teams delle
neonatologie per dare modo a tutte le madri ricoverate di stare
accanto al proprio neonato, allattarlo e accudirlo”, afferma il Presidente SIN INF Denis Pisano. Per la SIN INF
è, quindi, la Giornata Internazionale dedicata agli infermieri che ogni giorno
assistono i quasi400mila neonati all’anno
all’interno di team multidisciplinari. Si tratta di un numero in preoccupante
diminuzione se si considera che le nascite, oggi,rappresentano quasi il 30% in
meno di un decennio fa. Invertire questa tendenza è una priorità che vede
coinvolte tutte le società scientifiche dell’area perinatale, alla ricerca di interventi
che, inevitabilmente, coinvolgono non solo le politiche della salute, ma anche
quelle sociali e della famiglia. “Anche noi neonatologi siamo, da anni
oramai, impegnati sul problema del calo delle nascite”, continua
il dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologi (SIN). “Da
sempre in prima linea per aiutare le giovani coppie, ce la stiamo mettendo
tutta, cercando di potenziare e migliorare l’assistenza neonatale e perinatale
e mettendo in atto iniziative dedicate al tema, come gli incontri degli Stati
Generali della natalità, che si terranno proprio giovedì 12 maggio a Roma. In
questa seconda edizione, tra i tanti temi trattati, parleremo delle iniziative
a supporto dei neogenitori, a partire dall’incentivo dell’allattamento al seno,
andando a rivedere restrizioni e divieti che hanno impattato soprattutto
l’organizzazione dei punti nascita e sulla valorizzazione del legame
madre-neonato, come il contatto pelle a pelle e il rooming-in, in questo ultimo
periodo”. Ogni giorno gli
infermieri delle neonatologie italiane sono impegnati ad assicurare le migliori
chances di sopravvivenza e benessere ai circa 30 mila neonati che,ogni anno,vengono
al mondo prima della 37asettimana di età gestazionale. Tra questi,
circa 3000, ovvero lo 0,7% sul totale dei nati,presentano un peso alla nascita
inferiore ai 1500 grammi: una vera sfida per tutte le equipe di neonatologia. Garantire le
migliori cure e l’assistenza a questa fragile popolazione di neonati implica un
grande dispendio di risorse umane, professionali e tecnologiche e la Terapia
Intensiva Neonatale è l’unico contesto in grado di garantire loro le più alte
possibilità di sopravvivenza. “Mi piace
ricordare che l’Italia è tra i paesi dell’Unione Europea, e nel mondo, con i
più bassi tassi di mortalità neonatale. Questo deve essere letto anche come il
risultato dell’alta formazione degli infermieri, non solo delle TIN ma, in
generale, delle neonatologie italiane”,conclude il
Presidente Pisano. La mancata assegnazione nel 2021 del premio Nobel per
la pace a medici e infermieri ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma non
ridimensiona in alcun modo il loro valore come professionisti. Garantire la presenza continua a fianco dei pazienti e
fornire loro la migliore assistenza durante la pandemia ha avuto un prezzo molto
alto da pagare. Da un recente studio
dell’INAIL del marzo 2021,che ha coinvolto 7 regioni italiane,è emerso che gli infermieri sono la categoria di
personale sanitario maggiormente contagiato da Sars-Cov-2: il 47,9% sono
infermieri, contro il 20,5% dei medici e il 19,7%degli operatori socio-sanitari
(OSS). Numeri che parlano chiaro e che dovrebbero essere sufficienti, da soli,
a sensibilizzare la coscienza politica per far riposizionare, anche
economicamente, la professione infermieristica al pari di altre realtà europee.
Questo traguardo ancora non sembra all’orizzonte. Tuttavia,qualche
dato positivo c’è ed è legato al numero degli accessi del 2020 alle Università
Italiane che indica un aumento del 7,5% delle domande di ammissione alla facoltà
di Infermieristica e un +4,6% di richieste per quella di Infermieristica Pediatrica.
Un vero record in piena pandemia e rispetto alle altre facoltà. Florence
Nightingale, infermiera fondatrice della moderna assistenza infermieristica e
nella cui data di nascita ricorre questa Giornata del 12 maggio sosteneva che “L’assistenza
infermieristica è una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti
Belle".Ecco perché, oggi più che mai, gli infermieri devono sentirsi
orgogliosi prosecutori di questa opera d’arte che è la salute delle persone nel
senso più universale della parola. |