GIULIO II E RAFFAELLO. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna Bologna,
Pinacoteca Nazionale 8 ottobre 2022 –
5 febbraio 2023 Mostra a cura di Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli ed Elena
Rossoni. Bologna si scopre città del Rinascimento, e città affatto secondaria. Un grande progetto espositivo e un itinerario accendono i riflettori su
quanto abbia significato per Bologna, e non solo, l’arrivo in città di artisti
come Raffaello, Michelangelo o Bramante. Un arrivo che coincise con la presa
del potere dello Stato della Chiesa, nella persona di Papa Giulio II della
Rovere. È
proprio l’arrivo, del tutto eccezionale, a Bologna del Ritratto di Giulio II,
capolavoro tra i massimi di Raffaello,
tra i tesori assoluti della National
Gallery, che prende avvio questa affascinante e per più versi
originale mostra. A
curarla Maria Luisa Pacelli, Davide Benati ed Elena Rossoni. Ad accoglierla la
Pinacoteca Nazionale di Bologna che per l’occasione rivede l’intera sezione
dedicata al Rinascimento con un nuovo
itinerario di visita che approfondisce il percorso artistico
relativo all’arte bolognese dall’epoca dei Bentivoglio sino all’incoronazione
di Carlo V. Il ritratto londinese, sicuramente di Raffaello, è il primo di
una discussa serie di copie e rifacimenti. Questo emozionante capolavoro
raffigura il Pontefice scardinando ogni tradizione iconografica. Qui il Papa
non è una asettica figura ieratica, ma è un uomo reale, pur se raffigurato con
le insegne della sua missione. Certo capo spirituale ma anche fortemente capo
temporale, uomo d’azione oltre che di fede. A proposito di questo ritratto,
Vasari scrisse che era “tanto vivo e verace, che faceva temere […] a vederlo,
come se proprio egli fosse il vivo”. È
nel 1506 che, strappata la città alla signoria dei Bentivoglio, Giulio II
riconduce Bologna al domino della Chiesa. Un fatto che ha implicazioni in ogni
aspetto della vita cittadina, arte compresa. Bologna,
con la vicina Ferrara, contava all’epoca su artisti di grandissimo valore. Francesco del Cossa, Ercole dè Roberti, Lorenzo Costa, tra i
ferraresi che operavano in città, accanto ai bolognesi Francesco Francia e Amico Aspertini, impegnati
in committenze di rilievo, come la mostra documenta in modo preciso. Gli
artisti che avevano avuto il ruolo di protagonisti nel periodo bentivolesco si
trovano a misurarsi con Michelangelo,
Raffaello e Bramante e a confrontarsi
con un altro mondo: una rivoluzione cui consegue la diaspora dei maestri
bolognesi. Tra
le opere emblematiche di questo momento l’Estasi
di Santa Cecilia di Raffaello,
realizzata durante il papato di Leone X, che influenzò grandemente l’arte
presente e quella a venire. Ma se il raffaellismo conquistò la maggior parte
degli artisti rientrati in città, non fu così per Amico Aspertini, pittore
fedele al proprio linguaggio assolutamente personale e anticlassico, come
testimonia in mostra il Cristo
benedicente tra la Madonna e San Giuseppe, che qui giunge grazie al
prestito della Fondazione Longhi di Firenze. Gli
anni travagliati che portano al Sacco di Roma nel 1527 condussero a Bologna
un’altra personalità di spicco: il Parmigianino
presente in città tra il 1527 e il 1530. La sua arte raffinata
ed inquieta è documentata in mostra dal confronto tra la Santa Margherita della
Pinacoteca e la Madonna di
San Zaccaria, che giunge dagli Uffizi. Con
queste opere si arriva alle soglie di un nuovo momento centrale per Bologna,
quello della incoronazione di Carlo V da parte di Clemente VIII, cui è
riservata la conclusione dell’esposizione. La
mostra si dipana lungo l’ala
del Rinascimento della Pinacoteca, in un percorso che pone in
dialogo i capolavori del museo con gli importanti prestiti ottenuti. Uno
spazio nel percorso espositivo viene riservato anche a quei capolavori che per
diverse vicende sono andati perduti per sempre, come il monumento a Giulio II
di Michelangelo, la Cappella Garganelli con i suoi affreschi, il Palazzo dei
Bentivoglio e gli interventi architettonici del Bramante. A
documentare il “ciclone” innovativo romano a Bologna sono rimaste rare, anche
se eccezionali, testimonianze: ma l’influsso dei pur brevi anni di Giulio II si
è perpetuato nell’arte e dell’architettura cittadini per secoli. Il
progetto è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna e con l’Accademia di belle Arti e
coinvolge anche altre raccolte e siti monumentali cittadini dove verrà posto
l’accento sulle testimonianze artistiche di questa fase della storia bolognese.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale. Ufficio Stampa Pinacoteca Nazionale di Bologna Chiara
Pilati 335.8048155 In
collaborazione con: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. +39
049.663499 Rif.
Simone Raddi simone@studioesseci.net SCHEDA TECNICA Titolo Giulio
II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna Sede Pinacoteca
Nazionale di Bologna Via
delle Belle Arti, 56 Date 8
ottobre 2022 – 5 febbraio 2023 A cura di Daniele
Benati, Maria Luisa Pacelli e Elena Rossoni Promossa da Pinacoteca
Nazionale di Bologna Ministero
della Cultura Con il patrocinio di Comune
di Bologna Alma
Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti Con la collaborazione di Alma
Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti Accademia
di Belle Arti di Bologna Direzione
Regionale Musei Emilia-Romagna Catalogo Silvana
Editoriale Bookshop Bologna
Welcome Comunicazione Pinacoteca
Nazionale di Bologna - Ufficio Comunicazione Orari Martedì
e mercoledì ore 9-14 Da
giovedì a domenica e festivi ore 10-19 Lunedì
chiuso Tariffe biglietti Euro
8,00 biglietto intero Euro
5,00 biglietto ridotto (possessori di Card Cultura e di Bologna Welcome Card) Euro
2,00 biglietto ridotto (18-25 anni) Gratuità
di legge (elenco sul sito web del Ministero della Cultura www.beniculturali.it)
e per i soci della Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca di Bologna Informazioni www.pinacotecabologna. E-mail
pin-bo.urp@cultura.gov.it Tel.
389.61.59.294
|