Questa è guerra!
Questa è guerra! racconta un secolo di guerre attraverso 120 immagini ,
selezionate da Walter Guadagnini, tra le più emblematiche dei diversi
conflitti.
Questa è guerra! Si
può ammirare a Padova, in Palazzo del Monte di Pietà, dal 28 febbraio al 31
maggio 2015, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e
Rovigo.
L’invenzione
della fotografia cambia radicalmente la rappresentazione della guerra: il racconto
diventa soprattutto immagine, sintesi, evidenza, emozione, con una diffusone
planetaria prima inimmaginabile. La Grande Guerra, la Guerra Civile Spagnola,
la Seconda Guerra Mondiale, il Vietnam producono reportages leggendari come
quelli di Capa, Cartier-Bresson, Jones Griffiths. Le guerre recenti, in
ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e quelle contemporanee e ancora in corso in
Congo, Libia, Palestina, Sudan, sono testimoniate sempre più da
cittadini-reporter. La guerra cambia e la fotografia guarda ad essa con occhi
diversi. Questa mostra forte e appassionante documenta in quali modi la
fotografia ha raccontato i grandi conflitti del passato e come racconta quelli
di oggi. In un percorso ricco, ben documentato, attivamente coinvolgente.
La
mostra – la prima del genere in Italia – presenta alcune caratteristiche
particolari, che la rendono un evento in grado di attirare l'attenzione di un
vasto pubblico di appassionati non solo di fotografia, ma anche di storia e di
costume.
La
scansione è quella cronologica tradizionale, che affronta le varie guerre che
si sono succedute nel corso del XX secolo e all'inizio del XXI: la Prima Guerra
Mondiale, la Guerra Civile Spagnola, la Seconda Guerra Mondiale, la Guerra
d'Algeria, la Guerra del Vietnam, quella serbo-bosniaca, il lungo conflitto
medio-orientale, le guerre in diverse parti dell'Africa, dal Rwanda al Congo,
l'attacco alle Torri Gemelle e la conseguente Guerra al Terrore e i più recenti
focolai in Ucraina e ancora in Medio Oriente. Ma all'interno di queste vicende,
sono stati individuati punti di vista particolari, che hanno caratterizzato il
rapporto tra la guerra e la documentazione e la narrazione fotografica.
Per
quanto riguarda la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, l'accento cade sulle
incredibili novità tecnologiche che questo conflitto ha sperimentato per la
prima volta, ed ecco dunque le foto aeree, che trasformano il territorio in una
composizione quasi astratta, le foto dei carri armati, nuovi strumenti di
combattimento, e le stesse macchine fotografiche, che sono, per la prima volta
nella storia, nelle mani dei soldati stessi, che inviano a casa o ricevono da
casa i ricordi più preziosi. Tutte immagini che provengono dall'eccezionale e
ancora poco studiato patrimonio del Museo della Terza Armata di Padova.
A
questo proposito, particolare importanza ha la selezione di oltre 20 fotografie
scattate dalla Principessa Anna Maria Borghese, nobildonna romana appassionata
di fotografia e membro della Croce Rossa al fronte, straordinario esempio di
come la fotografia abbia saputo raccontare la vita quotidiana dei soldati con
la vera istantaneità delle prime macchine Kodak.
Allo
stesso modo, anche la Guerra Civile Spagnola è narrata in prima persona dai
miliziani di entrambe le fazioni, e dai numerosi giornali che hanno coperto
fotograficamente l'evento come mai prima era successo. E proprio da uno di
questi servizi compare una delle foto più celebri della mostra, e dell'intera
storia della fotografia, il Miliziano Caduto di Robert Capa, autentica icona del
XX secolo, che viene presentata assieme a un'altra immagine celeberrima, quella
scattata da Gerda Taro – compagna di Capa – a una miliziana che si sta
addestrando a sparare. E' questa un'altra caratteristica fondamentale della
mostra: l'avvicinamento tra le foto degli amatori, dei protagonisti in prima
persona degli eventi, e quelle dei grandi fotoreporter, a dimostrare come la
fotografia sia stata davvero a tutti gli effetti il mezzo preferito di
espressione e di racconto degli eventi nel corso del secolo. Ecco allora che la
seconda Guerra Mondiale viene narrata dalle strepitose e preziosissime immagini
dei giganti della fotografia del Novecento : Robert Capa, August Sander, Ernst
Haas, Eugene Smith e Henri Cartier-Bresson, Bill Bandt, Eugeny Chaldey. Di tutti
questi autori si sono privilegiate le immagini che raccontano non tanto le
battaglie (solo la selezione di Smith è interamente dedicata ai soldati in
battaglia), ma le conseguenze che la guerra ha portato alle popolazioni : ecco
allora la documentazione oggettiva, spietata di Sander della Colonia prima e
dopo i bombardamenti, le commoventi immagini del rientro a casa dei soldati
austriaci in una Vienna in rovine di Ernst Haas, le strepitose, a volte
drammatiche , a volte anche umoristiche immagini di Cartier-Bresson sui campi
profughi, con la celebre icona della collaborazionista nazista additata da una
sua vittima. Ma a fianco di queste, ecco anche le storie della Resistenza
italiana, alcune ricostruite a posteriori e altre invece realizzate proprio sul
campo da un partigiano il cui nome è rimasto, probabilmente storpiato, solo
nella memoria di Robert Capa (a cui aveva affidato le immagini) ed è così
passato alla storia.
Le
distruzioni della guerra sono esemplificate dagli scatti realizzati a Dresda e
Hiroshima dopo i bombardamenti, e da una parete di funghi atomici, prove
fotografiche degli esperimenti continuati nel corso degli anni Cinquanta. Poi,
la guerra di Algeria con i ritratti delle donne algerine di Marc Garanger e
quella che è stata definita “l'ultima guerra fotografica”, quella del Vietnam.
Qui Don Mc Cullin, Eve Arnold e Philip Jones Griffiths propongono tre sguardi
diversi, che pongono però sempre in discussione la necessità di questa guerra,
evidenziandone anche il carattere simbolico. Il racconto della guerra, da
questo momento in poi, è affidato principalmente alla televisione; la
fotografia, pur sempre presente sui campi di battaglia, diviene più uno
strumento di riflessione, addirittura di discussione : per questo la mostra
abbandona il reportage e trova invece immagini di grande potenza e incisività
in alcune immagini realizzate da alcuni dei più importanti artisti del nostro
tempo. La Beirut martoriata di Gabriele Basilico, le ricostruzioni storiche, da
grande quadro di storia di Luc Delahaye, i colori allucinati di Richard Mosse
che raccontano l'allucinata guerra in Congo, l'esperienza multimediale di
Gilles Perress, le torri d'avvistamento israeliane che nella composizione di
Taysir Batnjj diventano quasi delle opere d'arte concettuale, e infine due
possibili conclusioni della mostra : da un lato la drammatica ostentazione
delle giornate di rivolta ucraine da parte di Boris Mikhailov, che ritorna così
a un tema “storico” dopo molti anni di sperimentazioni più specificamente
sociali, dall'altro il progetto – interamente prodotto e finanziato per questa
occasione – di Adam Broomberg & Oliver Chanarin, una delle coppie di
artisti oggi maggiormente sulla cresta dell'onda, che da anni riflettono
proprio sulla guerra e sul modo di rappresentarla, che mettono in luce come
anche nel dramma della guerra possano esistere dei momenti in cui il caso può
far sì che accada un lieto fine.
A
queste immagini, si accompagnano poi i giornali del tempo, documentari, la
possibilità di visitare siti web particolari che offrono spunti di riflessione
sugli eventi e soprattutto sul rapporto tra guerra, fotografia, informazione e
documentazione.
Una
mostra realmente multimediale, con al centro le immagini, e gli uomini e le
donne.
Biglietto
intero: 11 euro
Biglietto
ridotto: 9 euro
Biglietto
scuole: 2 euro
Ufficio
Stampa:
Fondazione
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Relazioni
con i media:
dott.ssa
Alessandra Veronese – Responsabile
dott.
Giovanni Cocco
Telefono
049-8234800
In
collaborazione con
Studio
ESSECI, Sergio Campagnolo - Padova
tel.
049.663499 info@studioesseci.net
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