CONGRESSO NAZIONALE SIC.
15MLN LE GRAVIDANZE INDESIDERATE OGNI ANNO NEL MONDO. SI POSSONO PREVENIRE CON
UNA CORRETTA CULTURA CONTRACCETTIVA
Si
è concluso giovedì 14 giugno, a Milano, il 10° Congresso nazionale della
Società Italiana della Contraccezione. In Italia una gravidanza su 4 è
indesiderata e la diffusione della contraccezione è al di sotto del 14%. Ancora
troppe le paure e la scarsa conoscenza delle opzioni contraccettive
disponibili, sicure e alleate della salute della donna.
Si è concluso giovedì 14
giugno, a Milano, il Congresso nazionale SIC-Società Italiana della
Contraccezione,
giunto alla 10a edizione. L’appuntamento, aperto a ginecologi, endocrinologi,
urologi, medici di medicina generale e ostetriche, è stata l’occasione per
avere una panoramica e affrontare i nodi ancora irrisolti su contraccezione,
sessualità, salute e benessere della donna.
Il primo scenario a
emergere è stato definito “Paradosso italiano”: al 2016 il 13,8%
delle donne utilizza la contraccezione ormonale, a fronte di un tasso di
abortività del 6,5% e di fertilità dell’1,34%, il che vuol dire basso tasso di natalità. Tra gli ultimi nella classifica dei
principali Paesi europei. Un paradosso che emerge anche a livello di aree
territoriali: al nord la diffusione della contraccezione si attesta al 18%, al
centro al 13% e al sud al 7,6% con Campania, Basilicata e Molise al 6%,
Lombardia al 19% e Sardegna, da sempre in controtendenza rispetto al trend
nazionale, al 28%. A questo si aggiunga il fatto che 1 gravidanza su 4 in
Italia è indesiderata e che il 50% esita in una interruzione volontaria di
gravidanza.Situazioni,
suggeriscono i relatori, che si possono prevenire con l’acquisizione di una
corretta contraccezione. A remare contro la diffusione di una cultura
consapevole di prevenzione in ambito sessuale i tanti tabù e barriere al suo
utilizzo: per quanto riguarda la contraccezione ormonale permangono paure
infondate (aumento di peso, calo del desiderio, problemi circolatori, cefalea
tra i più citati) e se ne ignorano i benefici (controllo del ciclo mestruale,
sindrome premestruale, iperandrogenismi, endometriosi, protezione oncologica).
Il ruolo del medico di fiducia è quindi cruciale così come instaurare un
dialogo sincero e aperto con lo specialista di riferimento.
Durante i lavori sono
stati presentati alcuni risultati emersi da un questionario della
SIC rivolto ai ginecologi
nel 2017 che ha rivelato che sebbene la contraccezione sia vista dalle donne come strumento
utile per la loro salute e per la
prevenzione di gravidanze indesiderate, è tuttavia poco praticata: il 10% degli adolescenti non usa alcun
metodo contraccettivo durante i rapporti sessuali, il 13,6% si affida al poco
sicuro metodo del coito interrotto, metodi che non proteggono dalle infezioni
sessualmente trasmissibili che in questa fascia di età interessano il 25% dei
soggetti, il 52% utilizza il preservativo e solo il 3,3 la pillola. Eppure
proprio la pillola risulta essere il metodo contraccettivo
ormonale più conosciuto dalle donne, quella combinata ad esempio in media dal 68% delle
pazienti che hanno aderito al questionario SIC, come il profilattico, 91,3%. Altri metodi conosciuti: spirale
al rame, 53%; cerotto, 35% e anello 34%. Intorno al 20% la conoscenza di altri
metodi come la pillola a base di estradiolo, quelle progestiniche, le spirali
al levonorgestrel o l’impianto sottocutaneo. Ancora molto lavoro da fare sul
versante informazione per diffondere la conoscenza dei regimi continui, alleati
del benessere della donna soprattutto contro sindrome premestruale, flussi
abbondanti, cefalea e altre sintomatologie che beneficiano della stabilità
ormonale offerta da questi contraccettivi che eliminano il sanguinamento
mensile ancora desiderato da circa il 50% delle donne soprattutto nella fascia
di età 18-25 anni, quando ancora non si comprende come le fluttuazioni ormonali
inneschino quei fattori infiammatori che influiscono negativamente sulla
qualità di vita; e infatti i regimi estesi sono preferiti nella fascia di età
26-35 anni.Scarsa o nulla la conoscenza infine della dual
protection:
contraccettivo ormonale abbinato a quello di barriera per proteggersi dalle
malattie sessualmente trasmissibili e dalle gravidanze indesiderate.
Diventa sempre più
necessario, quindi, stabilire un rapporto di fiducia tra medico (il
ginecologo è la figura di riferimento nel momento della scelta) e donna per
contrastare i pregiudizi sui metodi contraccettivi e rispondere al bisogno di
informazione creando quel clima di confidenzialità che permette di conoscere i
vantaggi dell’utilizzo di determinati tipi di contraccettivi.
“Il nostro congresso
nazionale è stato un successo in termini di partecipazione e di temi trattati”
dichiara il presidente della SIC, professor Antonio Cianci. “Nei miei interventi enfatizzo sempre
l’importanza della personalizzazione perché oggi si può avere una
contraccezione ideale per ogni donna. Il ginecologo ha tutti gli strumenti e la conoscenza
dei diversi contraccettivi, così da poter offrire ad ogni donna il suo giusto
equilibrio di ormoni, la giusta via di somministrazione e il giusto regime. La
nostra Società scientifica si propone ancora una volta come punto di
riferimento per tutte le donne che vogliono proteggere la propria salute e la
propria fertilità vivendo in pienezza e sicurezza la propria sessualità”.