IDROGENO VERDE
Ecco i singoli atomi al lavoro durante la
sua produzione elettrochimica
Individuata una via razionale per il design di
catalizzatori di nuova generazione
Lo scenario attualmente più accreditato
per uno sviluppo basato su fonti energetiche rinnovabili è quello che viene
indicato sotto il nome di hydrogen economy. Perché tale ambizioso
obiettivo possa essere raggiunto, la soluzione passa attraverso una produzione
sostenibile di idrogeno a partire dall’acqua attraverso un processo
elettrochimico a basso costo. Questo idrogeno viene usualmente chiamato idrogeno
verde per il basso impatto ambientale e per la virtualmente infinita
disponibilità della materia prima qualora si riuscisse ad impiegare l’acqua
degli oceani.
Tutto ciò necessita però di un’ottimizzazione
dei catalizzatori indispensabili a rendere il processo elettrochimico economico
ed efficiente. Attualmente i ricercatori del campo stanno studiando un
percorso razionale che permetta l’ottimizzazione dei materiali catalitici atti
a raggiungere tale obiettivo.
Il Surface Science and Catalysis Group
(SSCG) del Dipartimento di Scienze Chimiche (DiSC) dell’Università di Padova
diretto dal prof. Gaetano Granozzi, in collaborazione con il gruppo teorico
dell’Università di Milano Bicocca diretto dalla prof.ssa Cristiana Di Valentin,
ha raggiunto uno straordinario risultato che sarà di forte impatto per gli
sviluppi futuri nel campo della produzione di idrogeno.
Con il titolo “Operando visualization of the
hydrogenevolutionreaction with atomic scale precisionatdifferent
metal-grapheneinterfaces” è stata pubblicata sulla rivista «Nature Catalysis» la ricerca coordinata daStefano Agnoli del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova in cui,attraverso una strumentazione estremamente
sofisticata (Electrochemical Scanning TunnelingMicroscopy, EC-STM) sviluppata a
Padova in collaborazione con il gruppo di elettrochimica dello stesso
Dipartimento, sono stati visti con
risoluzione atomica i singoli siti catalitici durante il processo
elettrochimico di produzione dell’idrogeno (tale metodologia è usualmente
indicata con il termine in operando).Il metodo EC-STM è stato applicato
a sistemi catalitici innovativi basati su materiali bidimensionali a base di
grafene e metalli non nobili, che rappresentano una strada alternativa ai
materiali standard usati attualmente per la decomposizione elettrochimica
dell’acqua richiedenti l’uso di metalli nobili di alto costo e scarsa
reperibilità.La qualità dei dati ottenuti è senza precedenti ed è stata
interpretata attraverso metodi di simulazione quantomeccanica all’avanguardia
sviluppati all’Università di Milano Bicocca.
«Il presente studio ha reso possibile
identificare con precisione atomica la presenza di siti catalitici e valutare
direttamente in situ la loro capacità
di produrre idrogeno. Questa combinazione davvero unica di risoluzione spaziale
e quantificazione dell’attività elettrocatalitica - dice Stefano Agnoli coordinatore dello studio - consente di
stabilire in modo estremamente accurato le relazioni che legano la struttura
della materia alla reattività chimica e quindi fornisce le informazioni
necessarie per costruire atomo dopo atomo catalizzatori ad altissima
efficienza».
«L’ottenimento di questi risultati - sottolinea Gaetano Granozzi - è stato reso possibile dalla lunga esperienza
maturata dal SSCG dell’Università di Padova operante nel campo sin dal tempo
della sua fondazione avvenuta nel 1990».
«Le metodologie e le risorse
computazionali attualmente disponibili - sostiene
Cristiana Di Valentin - rendono possibile la simulazione di sistemi molto
vicini al campione reale sperimentale con straordinario beneficio per
l’interpretazione delle osservazioni in termini di proprietà atomiche della
materia e meccanismi di reazione».