Influenza, Covid 19 e altri virus respiratori: i sintomi
comuni e il trattamento under 18 E' iniziata la stagione dell'influenza, delle infezioni respiratorie (oltre
a quelle del Covid) 3 DOMANDE AL PROFESSORE ORDINARIO DI PEDIATRIA Quali sono i sintomi più comuni? E'
possibile distinguerli? Quali sono le indicazioni per gli under 18? Gianluigi
MARSEGLIA, Professore
Ordinario di Pediatria Direttore Clinica Pediatrica e Scuola di
Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Pavia, Pavia Quest’anno,
considerando la circolazione sia del virus dell’influenza sia del COVID 19,
oltre agli altri virus respiratori esistono sintomi caratteristici che possono
suggerire che sia in causa uno o l’altro virus? Purtroppo
no. I sintomi che questi virus determinano sono comuni a tutti: tosse
persistente, febbre, malessere e stanchezza generale, mal di testa, dolori
muscolari diffusi e naso chiuso. Solo l’esecuzione del tampone può dare un nome
al virus che ha causato l’infezione respiratoria. Suggerisco sempre di rimanere
a riposo rispettando le misure di sicurezza che abbiamo imparato in questi
anni. E corretto l’uso di farmaci antiperitici-antinfiammatori per modulare la
febbre e ridurre i sintomi generali. Una buona notizia per gli adolescenti che
hanno fretta di guarire. Un recente studio su un antiinfiammatorio a base di
ketoprofene sale di lisina, ha confermato un’azione più rapida, accogliendo di
buon grado le aspettative dei ragazzi. I sintomi
come mal di gola, febbre tosse incidono sulla quotidianità degli adolescenti,
cosa cercano nella risposta terapeutica? La
risposta è facile: la risoluzione più rapida possibile dei sintomi. A
differenza del bambino e dell'adulto che possono essere più tolleranti,
l’adolescente non lo è: se ha mal di testa gli deve passare immediatamente, la
tosse limita le sue relazioni? Deve risolversi subito. Un concetto del “tutto e
subito” che però in medicina non è così automatico: a volte bisogna aspettare
che la sintomatologia si risolva, perché la malattia deve fare un certo decorso.
Quindi i giovani cercano la rapidità, vogliono stare subito meglio e vogliono
una terapia che duri poco. Non reggono una terapia prolungata e fastidiosa.
Proprio per questo motivo abbiamo provato a proporre una terapia rapida, con un
farmaco rapido, di facile somministrazione, perché si scioglie in bocca e ha
un’ottima palatabilità, con un’elevata rapidità d'azione. Abbiamo valutato il
farmaco sui sintomi principali delle infezioni delle alte vie respiratorie. Se
la terapia non funziona subito il teenager te lo dice in modo diretto. Gli
aspetti più interessanti emersi dal recente studio sono la rapidità con cui il
farmaco agisce su tutti i sintomi valutati e la tollerabilità. È stata
osservata una risoluzione dei sintomi in tempi brevissimi, a conferma della
rapidità del farmaco, caratterizzato da una rapidissima diffusibilità rispetto
ad altri antinfiammatori non steroidei. Inoltre, abbiamo ottenuto dei risultati
veramente importanti in termini di compliance e di tollerabilità, perché nessun
paziente ha interrotto la terapia e nessuno ha avuto alcuno degli effetti
collaterali valutati. Un altro aspetto da sottolineare è la rapidità con cui il
farmaco agisce sulla tosse, riconducibile all’attività antinfiammatoria di
ketoprofene sale di lisina sulla mucosa a ulteriore sostegno del potentissimo effetto
antinfiammatorio di questo farmaco. L’adolescente è un paziente particolare: i genitori
monitorano, ma i ragazzi tendono ad essere più autonomi. Cosa significa questo
in termini di aderenza alle terapie? L’età adolescenziale è una fase molto complessa: i ragazzi
cominciano a essere indipendenti, vanno a scuola, vogliono gestirsi da soli. Di
conseguenza l’adolescente tende a sfuggire alla somministrazione delle terapie
da parte del caregiver, vale a dire del punto di riferimento all’interno della
famiglia. Ciò significa che la gestione delle patologie deve necessariamente
prevedere una collaborazione da parte del giovane. Uno dei requisiti necessari
per ottenere questa collaborazione è rappresentato dal fatto che le terapie
proposte siano facili, accettabili, comode, con pochi effetti collaterali e con
elevata rapidità d'azione. Se si prescrivono terapie complesse, piuttosto che
dei farmaci con un cattivo sapore si rischia di compromettere la compliance. D’altra
parte, i pediatri di libera scelta hanno un’arma in più: il fatto che c’è una
conoscenza dall’età infantile del paziente e un rapporto di fiducia costruito
negli anni è fondamentale quando si devono prescrivere le terapie a un ragazzo
di questa età che vuole dire la sua, che vuole iniziare a decidere per conto
proprio. |