Inquinamento zero: la maggior parte delle acque di balneazione europee
soddisfa i più elevati standard di qualità La relazione annuale sulle acque di
balneazione pubblicata oggi evidenzia che nel 2021 quasi l'85 %
dei siti di balneazione europei ha rispettato gli standard di qualità più
severi dell'Unione europea, meritandosi la classificazione
"eccellente". La valutazione fornisce una buona indicazione di quali
siano le migliori acque di balneazione europee, che sarà utile ai bagnanti in
vista dell'estate. È stata elaborata dall'Agenzia europea dell'ambiente (AEA)
in collaborazione con la Commissione europea e si basa sul monitoraggio
effettuato nel 2021 su 21 859 siti di balneazione in tutta Europa, ovvero
Stati membri dell'UE più Albania e Svizzera. Virginijus Sinkevičius,
Commissario per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, ha dichiarato: "La
relazione è un segnale positivo per chiunque vorrà godersi le meritate vacanze
estive in uno dei meravigliosi siti balneabili europei. Che la destinazione sia
una spiaggia greca, un lago ungherese o un fiume francese, si può essere certi
che la maggior parte delle acque di balneazione è di qualità eccellente. Si
tratta di una buona notizia per l'ambiente, per la nostra salute e per il
settore del turismo europeo, in fase di ripresa dopo la pandemia. È nostra
ferma intenzione mantenere questi standard e compiere ulteriori passi avanti
per conseguire l'obiettivo "inquinamento zero"." Il direttore
esecutivo dell'AEA, Hans Bruyninckx, ha dichiarato: "I risultati
di quest'anno dimostrano che gli oltre 40 anni di lavoro dell'UE dedicati a
migliorare la qualità delle acque di balneazione in tutta Europa hanno giovato
alla nostra salute e all'ambiente. Il piano d'azione dell'UE per l'inquinamento
zero e la revisione della direttiva sulle acque di balneazione consolideranno
ulteriormente il nostro impegno a prevenire e ridurre l'inquinamento nei
prossimi decenni". Principali
risultanze esposte nella relazione Dalla relazione
emerge che la qualità dei siti costieri, che rappresentano i due terzi delle
zone di balneazione, è generalmente migliore di quella dei siti interni. Nel
2021 l'88% dei siti di balneazione costieri ha ottenuto la classificazione
"eccellente", contro il 78,2% dei siti interni. Dall'adozione della
direttiva sulle acque di balneazione nel 2006, la percentuale di siti di
qualità "eccellente" è cresciuta e si è stabilizzata negli ultimi
anni intorno all'88 % per i siti costieri e al 78% per quelli interni. La relazione
rileva che nel 2021 gli standard minimi di qualità delle acque sono stati
rispettati dal 95,2% dei siti. In Austria, a Malta, in Croazia, in Grecia, a
Cipro, in Danimarca e in Germania il 90% o più delle acque di balneazione è
classificato come "eccellente". Dal 2013 la
percentuale di siti di qualità scarsa è diminuita: nel 2021 era pari all'1,5%
rispetto al 2% del 2013. La qualità scarsa spesso dipende dall'inquinamento di
breve durata. Nella relazione si sottolinea come una migliore valutazione delle
fonti di inquinamento e l'attuazione di misure di gestione integrata delle
risorse idriche possano contribuire a migliorare la qualità delle acque. Oltre alla
relazione sulle acque di balneazione, l'AEA ha pubblicato anche una mappa interattiva aggiornata che mostra il
livello di qualità di ciascun sito di balneazione. Sono inoltre disponibili
relazioni per paese aggiornate e ulteriori informazioni sull'attuazione della
direttiva a livello nazionale. Contesto Negli ultimi
decenni la qualità delle acque di balneazione europee è nettamente migliorata
grazie al monitoraggio e alla gestione sistematici introdotti dalla direttiva dell'UE sulle acque di
balneazione e da altri atti normativi in materia di ambiente, tra
cui la direttiva sul trattamento delle
acque reflue urbane. La normativa
sulle acque di balneazione specifica se la qualità di queste ultime possa
essere classificata come "eccellente", "buona",
"sufficiente" o "scarsa" a seconda dei livelli di batteri
fecali riscontrati. Se l'acqua risulta di scarsa qualità gli Stati membri
devono prendere provvedimenti, ad esempio vietando o sconsigliando la
balneazione, informandone il pubblico e adottando misure correttive adeguate. Grazie a queste
norme, la quantità di acque reflue urbane e industriali non trattate o
parzialmente trattate che finiscono nelle acque di balneazione è drasticamente
diminuita. Di conseguenza la balneazione è possibile anche in molte acque
superficiali situate in zone urbane che in precedenza erano altamente
inquinate. Attualmente la
Commissione europea sta riesaminando la direttiva sulle acque di
balneazione con l'obiettivo di valutare se le norme vigenti siano
ancora idonee a tutelare la salute pubblica e a migliorare la qualità dell'acqua,
o se sia necessario perfezionare il quadro esistente, in particolare prendendo
in considerazione nuovi parametri. Tutti gli Stati
membri dell'UE, l'Albania e la Svizzera monitorano i propri siti balneabili
conformemente alle disposizioni della direttiva dell'UE sulle acque di
balneazione. L'attuazione
della direttiva è sostenuta da un ampio quadro normativo europeo in materia di
acque, che comprende la direttiva quadro sulle acque,
la direttiva sugli standard di qualità
ambientale, la direttiva sulle acque sotterranee,
la direttiva quadro sulla strategia
per l'ambiente marino e la direttiva sul trattamento delle
acque reflue urbane. Per ulteriori
informazioni Norme dell'UE sulla qualità delle
acque di balneazione |