Intelligenza
artificiale: come si calcola il
ritorno dell'investimento? Ecco quattro
consigli per non farsi schiacciare dal peso degli investimenti e trasformare
l'intelligenza artificiale in un vero vantaggio competitivo. Entro il 2025, un progetto di intelligenza
artificiale su tre finirà nel cestino perché i costi supereranno i benefici.
Questo è l’allarme lanciato da Gartner, e suona come una doccia fredda per tutte quelle aziende che stanno
puntando sull’IA senza avere una chiara strategia di ritorno sugli investimenti
(ROI). La domanda che molti CEO si pongono è:
"Vale davvero la pena investire nell’IA?" Per trovare la risposta,
spesso si affidano ai loro CFO, incaricati di fare i conti con numeri incerti e
scenari non sempre rassicuranti. Ma come si misura il ROI dell’IA quando ancora
non si hanno tutti i pezzi del puzzle? Ecco quattro suggerimenti per evitare
passi falsi e ottenere un reale valore aggiunto. Giocare su
più fronti come un decatleta olimpico L’IA può portare grandi ritorni, ma solo
se l’azienda riesce a eccellere in più campi contemporaneamente. Non basta
avere un buon modello, secondo Deloitte, servono dati di alta qualità, monitoraggio continuo delle performance e
misure di sicurezza e governance impeccabili. Proprio come un decatleta che si
destreggia in dieci discipline, anche qui bisogna mantenere standard elevati su
più fronti per avere successo. Cercare
successi rapidi e partire da lì Invece di inseguire il sogno di
rivoluzionare l'azienda con l’IA da un giorno all’altro, è meglio concentrarsi
su piccoli risultati concreti e far leva su quelli per convincere gli
stakeholder a ulteriori investimenti. Spesso il calcolo del ROI dell’IA è più
un’arte che una scienza, e il vero trucco sta nel bilanciare costi e benefici
non solo finanziari, ma anche strategici. Alla fine, gli investimenti più
lungimiranti in dati, tecnologie e competenze daranno frutti, ma solo se
supportati da un'analisi solida fin dall'inizio. Personalizzare
le metriche di successo Ogni azienda è diversa, così come lo
sono gli effetti dell’IA. Per questo, il ROI non si misura con lo stesso metro
per tutti. Alcuni benefici potrebbero non comparire nei fogli di calcolo
tradizionali o nei KPI abituali, ma potrebbero manifestarsi in miglioramenti di
qualità, innovazione o conformità. Non si tratta di una corsa veloce, ma di una
maratona. Non
dimenticare il fattore umano L’IA non è solo una questione di
algoritmi e dati, ma di persone. Le aziende spesso incontrano difficoltà perché
mancano di personale qualificato, necessario per gestire e implementare l'IA.
La buona notizia? Investire in IA può attrarre giovani talenti, sempre più
interessati a lavorare con tecnologie all'avanguardia. Non si tratta di
sostituire le persone con l’IA, ma di farle lavorare insieme per migliorare
l'efficienza e colmare il gap di competenze. La collaborazione è la chiave del successo Per avere successo con l’IA, non si può
ragionare per compartimenti stagni. I progetti migliori nascono dalla
collaborazione tra diversi dipartimenti: IT, finanza e altre aree strategiche.
Secondo il report SAP Concur CFO Insights, infatti, oltre la metà dei CFO ritiene cruciale collaborare con i
responsabili IT per sfruttare al meglio l’IA. E poi c’è sempre il grande
dilemma: sviluppare internamente o acquistare soluzioni già pronte? La prima
opzione offre maggiore controllo, ma richiede più tempo e risorse. La seconda è
più rapida e meno rischiosa, ma meno personalizzabile. Capire l’equazione giusta del ROI
significa trovare il giusto mix tra queste scelte. Solo così l’IA può diventare
un vero motore di crescita e innovazione per l’azienda. |