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DOMENICO SORRENTINO                        (foto  del ristorante e altro)

Creative Chef  “navigatore delle buone tavole”

Filosofo e fondatore della “Soulfud”

 

       Domenico Sorrentino è un cuoco, più precisamente uno chef che ama cucinare ed ama la buona tavola. Giovane, bello ed estroverso, con successi in TV, ha esordito ne “La prova del cuoco” con la mitica Antonella Clerici, porterebbe via la scena anche a qualche famoso attore che abita sulle sponde di un lago nordico. Il versatile Domenico è uno chef “free lance” a chiamata (chef@soulfud.it) e da il meglio di sé quando deve imbandire tavole per personaggi famosi e non, però buongustai. Gli piace cucinare, è la sua vita, e gli piace essere circondato da persone come se fosse sul set di un film.

       Lo chef Domenico ha il dono di assaporare i sapori, scannerizzarli con le papille gustative, analizzarli e ricomporli nelle vivande che cucina con gli ingredienti giusti che enfatizzano e profumano la carne o il pesce o semplici verdure. Anche i piatti regionali sottostanno alla revisione delle sue papille gustative ed alla sua filosofia che parte dalla cernita dei prodotti che compongono un pasto completo all’italiana, dall’antipasto al dessert. Domenico ora non ha un suo ristorante, perché, dice: “Ritengo di essere ancora “immaturo” per  il mio ristorante, o forse troppo giovane per chiuder mici dentro, nonostante la mia esperienza mi abbia già abbastanza formato credo che il ristorante sia un po’ l’arrivo finale per un cuoco, il posto in cui concentrare tutto ciò che si è imparato, ed io ho ancora tanta fame di altro e di esperienza. Vedo il mio ristorante come il futuro tempio delle mie idee e creazioni, vedo il mio futuro ristorante come quel luogo di pochi tavoli dove, da cuoco vissuto e ormai realizzato, attendere con gioia e serenità amici e clienti per servire loro la cena per poi fare tardi con loro tra chiacchiere e qualche bicchiere di vino.” Per ora Domenico si dedica a fare crescere il suo brand e sviluppare la sua attività in maniera aziendale, seria e professionale, concentrandosi al massimo sul lavoro e poi, aggiunge sorridendo, un giorno si vedrà.

       Quindi, per ora, Domenico fa lo “skipper” della buona tavola portando in porto sicuro e con successo l’organizzazione di un pranzo di lavoro, di una romantica cenetta  a due, o la festa di compleanno della nonna capostipite di una famiglia numerosa. Basta visitare il suo sito, “Soulfud” e la galleria fotografica , scoprirete uno chef giovane, aitante, pieno di idee che contagiano tutti.

Facciamoci raccontare da lui chi è, con una serie di domande.

1.Chi è stata/o la sua musa ispiratrice nella sua scelta professionale? A che età ha cominciato a cucinare?

R. “Ho scelto di fare questo lavoro con il tempo, non ho iniziato a fare il cuoco perché vedevo la mamma cucinare…o qualche super chef alla Tv, anzi…non sapevo manco chi fossero, e  non ho mai aperto e seguito in vita mia un libro di ricette, la mia scelta non è stata come per molti iniziando da ragazzini con gli studi d’alberghiero, io ci sono arrivato pian piano, partendo dal lavoro e dalla mia incondizionata passione per la tavola e la cucina, fin da ragazzino amavo ficcare il naso tra i fornelli e sono sempre stato quanto meno l’assaggiatore di famiglia e fidato consigliere, avrò avuto poco più di dieci anni che mia mamma non perdeva occasione di chiedermi cosa fare per cena in caso di ospiti, oppure per Natale, ricordo questo e mi viene da ridere …allora facevo solo “paciughi”, ero già un creativo che amava sperimentare! Questo attaccamento ai fornelli però non si tramutò in niente più fino all’età 22/23 anni, quando iniziai con i primi piatti e le prime cenette, a quei tempi lavoravo già nel settore da alcuni anni, ma mi occupavo solo di sala, la cucina era ancora lontana! Mi accorsi poi del mio talento due o tre anni dopo e man mano cucinavo sempre più, nel frattempo avevo aperto il mio primo locale e approfittavo delle serate di chiusura per mettermi ai fornelli al posto del mio chef e preparare i miei piattini, per lo più ad amiche devo dire. Dopo tre anni vendetti l’attività e decisi di dedicarmi alla cucina in prima persona, ero ormai vicina all’idea di me come cuoco, idea che via via prendeva sempre più forma, così feci un passo indietro e da titolare di un importante locale con più di dieci dipendenti passai a cuoco in un piccolo ristorante vineria, il Libando, dove iniziai a dedicarmi  solo alla cucina, dopo un annetto  circa arrivò la piacevole esperienza alla prova del Cuoco con una mia rubrica di successo:  “La ricetta della seduzione”, e grazie alla Antonella nazionale consacrai la mia figura di chef alla carriera.

2. C’è il detto: “Il primo amore no si scorda mai”. Lei si ricorda il primo piatto che ha cucinato e a chi ha servito il primo pranzo  completo?

R. “Eh si, il primo piatto non si scorda mai! Tra i primissimi piatti nella mia fase di approccio amatoriale ai fornelli ricordo due piatti, una millefoglie croccante con gamberi, basilico e scamorza…e i veri spaghetti al pomodoro, fatti con i pomodorini napoletani del mio orto, non troppo cotti gli spaghetti buoni e basilico fresco in uscita , poi pensandoci bene di lì in poi un piatto che invece segnò un po’ di svolta, ma quando ancora ero ben lontano da immaginarmi chef fu il risotto Carnaroli ai porcini e cioccolato, ancora adesso tra i miei risotti di riferimento.

3. Ha avuto qualche maestro chef dal quale ha tratto utili insegnamenti e ispirazione?

R. Devo dire che da giovane amante dei fornelli, già ristoratore ma non ancora cuoco, se non per amici e parenti..come molti, amavo seguire in Tv Simone Rugiati , forse perché era giovane come me, o poco più grande, e comunque ho sempre stimato la sua filosofia di cucina, che ho sempre condiviso e trovato molto simile al mio modo di pensare Poi amo la cucina e il modo di spiegare di Moreno Cedroni, nel quale mi sono tanto visto  e immaginato, perché anche lui come me ha iniziato a dedicarsi alla cucina molto tardi, se non sbaglio all’età di 26/27 anni, di lui ho sempre invidiato l’amore e la passione che trasmette quando parla di cibo e di cucina.

4. Nella sua carriera quali sono le difficoltà che ha dovuto superare, ovvero le cose che non l’hanno fatta dormire la notte?

R. Sinceramente  le uniche cose che non mi fanno dormire la notte sono feste, vino e rock’n’roll… riesco bene staccare la spina dei problemi la sera e devo dire che la mia passione mi ha sempre portato a far talmente bene ciò che amo che per ora sono sempre riuscito nei miei intenti senza grandi problematiche o ostacoli insuperabili per i quali perdere sonno.

5. Lei ha cucinato per italiani e stranieri. Dei due chi sono i più esigenti?

R. I più esigenti? Gli italiani! Of course!! Noi italiani non siamo mai contenti, se mangiamo bene non è mai abbastanza, se tutto è perfetto dobbiamo trovare il pelo nell’uovo ad ogni costo, è più forte di noi! Siamo davvero tanto esigenti, soprattutto nel servizio devo dire, ci piace mangiare bene ma amiamo essere serviti ancora meglio, poi magari siamo ignoranti e non conosciamo cosa stiamo mangiando…perché …o come viene prodotto ..e da dove arriva, ma siamo fatti così, siamo italiani!

6. Quando mette a punto un nuovo piatto, lo fa provare agli amici o ai familiari  prima di metterlo a disposizione dei clienti?

R. No, i miei piatti non fanno nessun rodaggio, niente prova assaggio ad amici o parenti, ognuno ha il suo punto di vista e i propri gusti, ognuno ha il suo modo di vedere le cose e di certo non possono avere la mia visione d’insieme, del contesto del piatto e di tutte le sfumature di sapore e aspetto che io a priori so. Ogni piatto va contestualizzato, un piatto non può essere perfetto in montagna come al mare o a maggio piuttosto che a settembre. La mia cucina è istintiva e creativa e molto spesso i piatti nascono dall’oggi al domani o sono modificati in altro modo a seconda della reperibilità dei prodotti, la cucina è in continuo movimento ed evoluzione.

7. Ho capito che lei predilige usare gli ingredienti biologici per la sua cucina. Adesso i prodotti “dell’orto” si trovano veramente ovunque?

R. Beh, si. Preferisco usare i miei prodotti il più possibile naturali, con il minimo di filiera o per lo meno conoscere esattamente chi li fa e come li fa, non mi piace usare prodotti che non conosco e che non so esattamente, infatti cerco di documentarmi sempre, girare, incontrare i produttori, instaurare un rapporto e sinergie, provare i prodotti e sposare il meglio, ed è un po’ così che nascono i miei prodotti marcati Soulfud. La base di partenza per un grande piatto, o semplicemente per mangiare bene e stare bene è proprio la materia di partenza, e la base per scegliere la materia prima è conoscerla, sapere come viene prodotta…quali sono le sue caratteristiche e proprietà…ecc.ecc. I veri prodotti dell’orto sono e rimarranno sempre quelli dell’orto della nonna!! Oggi si trovano sempre più ottimi prodotti, derivanti dal lavoro di piccoli e medi produttori che amano il loro lavoro e la loro terra e decidono di preferire la qualità alla quantità. Tutto sta a noi, a cercare, a essere curiosi, a informarci e a spendere bene i nostri soldi, concedendo un euro in più alla qualità che allo standard del supermarket.

8. Cosa ne pensa degli OGM, sfameranno veramente il mondo o saranno le buone pratiche culinarie a sfamarlo?

R. Credo che gli OGM non facciano altro che portare man mano le persone ad eliminarli e iniziare a seguire un’alimentazione naturale e corretta, come in tutte le cose serve il suo tempo, ma sono sicuro che andremo sempre più nella direzione giusta, quella della qualità e delle cose sane.

9. Oggigiorno l’obesità – come la fame nel cosiddetto Terzo Mondo – imperversa in Occidente, sia negli adulti che nei bambini. Secondo lei alla base di ciò sono i prodotti cosiddetti “gonfiati” o è perché si mangia troppo e male?

R. Attenzione, l’obesità non è solo dovuta a un fattore di mangiare male, l’obesità è un problema dovuto molto spesso allo stato d’animo e mentale delle persone, per diventare obesi non è sufficiente mangiare male, si diventa obesi se si mangia tanto e troppo soprattutto, e questi due fattori derivano molto spesso  da problematiche personali molto delicate, poi è anche vero che mangiare tanto e senza giusti criteri sull’alimentazione si rischia l’obesità.

Non tutti color oche mangiano cibo spazzatura sono obesi, mangiare cibo cattivo fa male, fa male nell’immediato ma soprattutto fa male nel tempo e la gente se ne sta rendendo conto e se ne accorgerà sempre più, l’obeso che si nutre troppo del cibo sbagliato lo diventa anche perché oltre all’alimentazione errata non conduce neanche uno stile di vita sano come abitudini e attività fisica, molto spesso questi due fattori vanno di pari passo condotti dall’ignoranza.

10. Ritiene utile che la Scuola insegni l’uso dell’alimentazione? Che non si mangia per golosità ma per nutrirsi? Abbinare alla materia Educazione fisica anche l’Educazione alimentare?

R. Ritengo che sia fondamentale che a scuola si insegni educazione alimentare! Siamo generalmente ignoranti riguardo l’alimentazione, abbiamo una cultura bassissima a riguardo, la nostra nutrizione è la base di partenza per tutte le attività che svolgiamo nella nostra vita, da come mangiamo e come viviamo dipendono due fattori che sono fondamentali per il benessere psico fisico di una persona, e sono vedersi bene come aspetto e sentirsi bene fisicamente! Educazione alimentare dovrebbe viaggiare di pari passo con educazione fisica e motoria!

11. Ha dei consigli da dare alla mamme che hanno bambini obesi?

R. Consiglio alle mamme che hanno bambini obesi di farli seguire da un esperto nutrizionista e dietista, ma soprattutto di fare un lavoro anche personale su se stesse di studio, ricerca e sensibilizzazione su alimentazione sana e corretta e stile di vita sano, questa è la base per i vostri figli, come l’educazione che gli date ogni giorno, se non avete abitudini sane e corrette voi non ne avranno neanche loro e vivranno male.

12. Ho visto dalle foto che ha molti allievi. Lei è severo con loro come lo era ed è con se stesso?

R. Io ho alcuni allievi, si, e con loro sono tanto severo quanto amico e scherzoso, non sono cresciuto in un ambiente di terrorismo gastronomico tipico di molte cucine e molti miei colleghi, per tanto cerco di trasmettere i miei valori a modo mio. L’importante è che ci sia rispetto ed educazione, tra tutti, poi ci vuole severità in certe cose per rispettare regole, tempi e professionalità, ma la cucina deve essere un ambiente allegro e divertente in cui lavorare sereni e propositivi, non con ansia e paranoie.

13. Per lei è importante l’abbinamento dei vini con le pietanze o un buon piatto va assaporato da solo?

R. L’abbinamento cibo vino è una questione tutta particolare, al di là di alcune pochissime regole che sono aspetti davvero oggettivi e categorici tutto il resto fa parte della sfera della soggettività e della situazione e contesto preciso e personale. Un buon piatto fatto bene si mangia e si gusta molto bene anche da solo, infatti di certo i piatti non vengono pensati o realizzati immaginando un abbinamento di vino, ma un buon piatto gustato insieme al giusto vino o comunque ad un vino che amiamo rende ancora migliore il momento, no? L’abbinamento corretto fa si che un alimento risalti l’altro, anche impreziosendolo e completandolo, vino o birra che sia.

14.Saper cucinare è un dono, come saper dipingere o suonare. Lei si sente più artista  o un diligente operatore del settore?

R. Mah, saper cucinare non è proprio un dono artistico come la danza, il canto o la pittura, cucinare è artistico come lo è anche lavorare il legno ad esempio, è pur sempre un mestiere manuale ed è pur sempre un’operazione che facciamo tutti per cibarci e per vivere, e lo dico forte di un passato di studi al Conservatorio, di studio della danza classica, di teatro e recitazione, se proprio devo scegliere mi sento più un artista che ama cucinare bene.

15. Ultimamente si fa tanto parlare di Street food, cosa ne pensa?

R. Lo Street food è una pratica antichissima, tuttora in Italia e nel mondo il cibo di strada è presentissimo, ultimamente va un po’ di moda parlare di street food, e anche io ne faccio a mio modo, ma molti forse non hanno le idee chiare. Lo street fotto se fatto bene, con buoni prodotti, e contestualizzato bene è una gran cosa! Mantiene le tradizioni locali di ogni città, permette di mangiare cose tipiche e nella loro semplicità di grande valore, appena fatte e quindi ottime. Le regole dovrebbero essere tipicità e tradizione, prodotti freschi e naturali come una volta, cotture veramente espresse.

16. Ognuno di noi ha dei tabù che vengono creati dalle tradizioni, cos’è che lei non mangerebbe MAI..oltre al gatto, al cane…      

R. Sono un buon mangiatore, tanto bravo ai fornelli quanto pericolo a tavola!

Tra i vari immaginari credo che a parte insetti di ogni tipo, scarafaggi e larve, mangerei quasi tutto. Certe cose magari solo cotte…anche se amo i crudi, che sono  uno dei miei must, ma in giro per il globo cercherei di assaggiare di tutto, senza grandi problemi, anzi con interesse.

17. Quando va a cucinare, l’acquisto dei prodotti la fa lei personalmente o dà la lista della spesa e poi controlla? Si fida degli acquisti altrui?

R. In passato mi è capitato alcune volte, in caso di consulenza e collaborazione con locali e ristoranti, di affidare la food e check list al loro executive o al general manager, ma anche dopo svariati kitchen briefing si è sempre rivelato difficile che tutto tornasse secondo i miei calcoli e le mie direttive, forse perché in effetti sono molto pignolo ed esigente, tanto da preferire sempre essere presente il più possibile o occuparmi io stesso in prima persona anche degli acquisti, a meno che non li effettui un mio fidatissimo e diretto collaboratore, anche se in una buona collaborazione  e o direzione di una cucina è fondamentale fare si che il team riesca a svolgere i propri compiti quasi in piena autonomia e fiducia, infatti il lavoro principale e più difficile è sempre e proprio questo. Per eventi privati non è diverso, anzi, a maggior ragione io amo ed esigo occuparmi di tutto, approvvigionamenti in primis, ad essere sincero sono quello che se non controlla anche allestimento e dettagli della sala o della location al minimo particolare non è mai tranquillo e contento…

 

Pia Bassi

Roberta Zanardi

Info: www.soulfud.it




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