LATTANTI CRITICI, LA PROPOSTA SIN: TIN
“ALLARGATE” ANCHE AI PRIMI MESI PEDIATRICI In Italia poche Terapie Intensive
Pediatriche e distribuzione disomogenea, a discapito delle cure In Italia, infatti, i reparti di
Terapia Intensiva Pediatrica sono pochi e con una disomogenea distribuzione
geografica, a favore delle regioni del Nord e frequentemente i bambini vengono
ricoverati nelle terapie intensive degli adulti, come riportato in un recente
articolo dell'European Journal of Paediatrics di
Nicola Pozzi ed il Gruppo di Studio di Terapia Intensiva della Prima Infanzia
della Società Italiana di Neonatologia. Nel
nostro Paese è difficile individuare il numero di posti letto di TIP, perché
manca il codice disciplina che lo identifica, al contrario, invece, di ciò che
succede per le altre branche della medicina perinatale (per esempio la Terapia
Intensiva Neonatale è identificata col codice 73, mentre la neonatologia col
codice 62). L’ultimo dato disponibile risale al 2014 ed è del Network italiano
delle Terapie Intensive Pediatriche (TIPNet), un registro italiano su base
volontaria, che ne ha individuate solo 23 (11 al Nord, 8 al Centro e 4 per il
Sud/isole) ipotizzando un numero complessivo di 202 posti, con un rapporto
posti letto/bambini molto basso in Italia(1:75.000) rispetto ad altri paesi
come l’UK (1:25.000) o l’USA (1:18.000). Eppure,
le TIP sono molto importanti, come d’altra parte lo sono le TIN. Negli ultimi
anni, una serie di studi hanno dimostrato che i bambini criticamente malati,
ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva Pediatrica (TIP), ricevono qualità
di cure più elevate, hanno esiti migliori e una mortalità più bassa rispetto a
quelli ricoverati nei reparti intensivi degli adulti. La
proposta della SIN delle TIN “allargate” consentirebbe a tanti bambini di
ricevere cure più appropriate.
Secondo gli ultimi dati della Società Italiana di Neonatologia si contano 118
Terapie Intensive Neonatali, con una distribuzione omogenea su tutto il
territorio nazionale, inoltre, alcune TIN hanno già iniziato a gestire anche
bambini oltre i canonici 30 giorni di vita. Infatti, da una survey condotta dal
Gruppo di Studio della Terapia Intensiva della Prima Infanzia della SIN,
riferita all’anno solare 2019 e a cui hanno risposto l’86% delle TIN
intervistate, emerge che il 79% delle TIN ricovera o gestisce bambini oltre i
30 giorni di vita e/o le 44 settimane di età post-concezionale, anche se la
maggior parte delle strutture con volumi di attività molto bassi. In
aree geografiche con limitati o assenti posti di TIP, si potrebbero allestire
una o più TIN “allargate” al fine di gestire questi lattanti e bambini, che non
troverebbero posto se non nei reparti intensivi degli adulti, che non sono i
più idonei e attrezzati per questa tipologia di pazienti e di patologie,
considerando, inoltre, che i lattanti e i bambini piccoli rappresentano circa
il 30% dei ricoveri in TIP. “Pensiamo
che questo modello assistenziale possa avere numerosi vantaggi, perché molte
patologie di cui sono affetti i lattanti e piccoli bambini, che necessitano del
ricovero in TIP, sono state contratte durante il periodo perinatale (basti
pensare ai lattanti e bambini con conseguenze della prematurità, dell’asfissia
perinatale, con disordini congeniti e sindromi, etc) e pertanto i neonatologi
sono più predisposti alle cure di questa tipologia di bambini rispetto agli
intensivisti in generale. Inoltre, anche in caso di una nuova ondata di
pandemia da COVID-19, questo modello assistenziale potrebbe essere di beneficio
nella gestione dei piccoli bambini laddove c’è scarsità di posti intensivi”, spiega il presidente della SIN Luigi Orfeo. L’allargamento
della TIN richiederebbe comunque un percorso formativo ad hoc degli operatori
sanitari (neonatologi e infermieri) alle cure intensive pediatriche, mediante
percorsi specifici strutturati, sia accademici, sia da parte delle società
scientifiche che, come la SIN, devono essere in prima linea su questo specifico
aspetto educativo-formativo. Inoltre,
le TIN allargate devono essere strutturalmente e tecnologicamente adeguate a
gestire i bambini più grandi, acquisendo presidi specifici, come per la
ventilazione invasiva e non, gli accessi vascolari eco-guidati, il monitoraggio
invasivo e non, etc. La SIN in tal senso dovrebbe collaborare con gli organi
istituzionali del nostro paese nel redigere degli standard minimi organizzativi
da far adottare alle TIN allargate. Questo
modello di cure miste, in cui a reparti esclusivi di TIP e di TIN, si
affiancano reparti misti di TIN allargate è già presente in paesi come la
Germania, la Francia e la Spagna, che hanno una territorialità e una
popolazione simile alla nostra. Altri Paesi, invece, come Olanda, Svizzera e
Israele, hanno adottato una organizzazione sanitaria diversa con una netta
separazione tra reparti di TIP e di TIN. UFFICIO
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