LEISHMANIOSI: NESSUN LUOGO è
a rischio zero. La prevenzione è sempre più fondamentale Sono poche ormai le aree che
si possono dire "Leishmaniosi free". Contano microclima e microhabitat: nei
luoghi caldi e umidi la probabilità di contagio è maggiore, ma la malattia sta
diventando endemica anche nella fascia prealpina
Milano, 11 giugno 2018 - Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia,
Veneto, Piemonte e Valle D'Aosta: può sembrare strano pensare che in queste
regioni, persino nelle aree prealpine, possa diffondersi una malattia tipica
dei luoghi tropicali. Ma gli ultimi dati raccolti dal Centro di Referenza
Nazionale per le Leishmaniosi (C.Re.Na.L) per il Ministero della Salute
(riferiti al 2006) lo confermano: diversi
casi di Leishmaniosi sono stati osservati anche molto a Nord, e l'insetto
vettore – chiamato flebotomo, o più
comunemente pappatacio. , più piccolo di una zanzara – è dichiarato ormai
endemico anche in città non certo tropicali, come Varese e Trento. Ma sappiamo davvero cos’è la Leishmaniosi, come si contrae, come
riconoscerla e quali sono i rischi sia per l’animale sia per l’uomo? La Leishmaniosi canina è una malattia causata
da un protozoo, Leishmania infantum, che viene trasmesso tramite la
puntura del flebotomo. Che sviluppi i sintomi o meno, una volta infettato il cane rimane per sempre un
"serbatoio" del parassita: quando la malattia si sviluppa, può
essere tenuta sotto controllo, ma non
può guarire, proprio per questo la prevenzione è fondamentale. E c’è di
più: se la patologia non viene adeguatamente trattata, può progredire e
diventare molto grave, fino a portare in alcuni casi alla morte del cane. Con l’estate alle porte, per sensibilizzare sul rischio di contagio di
Leishmaniosi e come prevenirlo, MSD Animal Health ha lanciato una campagna informativa
per promuovere e diffondere la cultura sulle malattie trasmesse da vettori. Presso le farmacie e i veterinari che aderiscono
all'iniziativa, sarà possibile trovare informazioni grazie a poster e opuscoli
che spiegano la malattia e come prevenirla. Il periodo estivo, infatti, è
considerato particolarmente a rischio, a
causa dell’aumento delle temperature da
un lato e gli spostamenti per le vacanze
in zone endemiche dall’altro. È quindi importante parlare della malattia con il proprio veterinario, che valuterà caso per caso la protezione più idonea (ad
esempio, una vaccinazione associata ad antiparassitari esterni che riducono il
rischio di puntura) in base al luogo in cui si vive e quello in cui si andrà in
vacanza. E questo, a totale vantaggio del benessere del cane, che così potrà,
ad esempio, passeggiare al sicuro anche nelle ore serali in nostra compagnia,
dal momento che i flebotomi sono insetti
ad attività crepuscolare, questo significa che il rischio di puntura si osserva
dal tramonto all’alba. Per quanto riguarda la protezione meccanica, poi, è bene ricordare che i
pappataci sono insetti molto piccoli, di appena 2-3 millimetri, ed è quindi
consigliabile che le zanzariere e le
reti protettive abbiano una maglia molto fitta. Ma qual è la situazione nel nostro paese? Secondo i dati del C.Re.Na.L, nel
2016 su 83.237 campioni analizzati in Italia, ne sono stati trovati 14.490
positivi, con una prevalenza media nazionale
di oltre il 17%. Se la si estende ai circa sette milioni di cani domestici
presenti in Italia, si arriva a stimare che possano essere colpiti dall'infezione un milione e 200mila animali. Si parla di
stime perché, sebbene in alcune regioni esistano piani di sorveglianza
obbligatori, manca un piano a livello nazionale. La mappatura del nostro paese
riguardo la presenza endemica di Leishmaniosi è in corso dal 2011. Ancora non è
completa, ma mostra un dato incontrovertibile: le aree interessate si sono
espanse. Un tempo, infatti, questa malattia era tipica delle zone costiere,
in particolare del Centro-Sud. Una delle cause è probabilmente il cambiamento
climatico e, in particolare, l'aumento delle temperature medie a cui stiamo
assistendo. Soprattutto quelle invernali, che consentono alle larve del
flebotomo di sopravvivere nel terreno, per poi tornare a completare il ciclo
vitale quando le temperature sono più miti (maggio-ottobre). "Non disponiamo ancora
di ricerche che correlino in modo certo la diffusione dei flebotomi al
cambiamento climatico, ma è vero che la Leishmaniosi si sta diffondendo su
tutto il nostro territorio, ben oltre i confini delle zone endemiche
individuate in precedenza", commenta Fabrizio Vitale,
Responsabile Centro di Referenza Nazionale per le Leishmaniosi e Direttore Area
Biologia Molecolare presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della
Sicilia A. Mirri: "I fattori che
ne influenzano la presenza sono numerosi. Tra questi, gli ambienti umidi e
caldi, anche nelle campagne a ridosso delle grandi città, sono particolarmente
adatti alla loro proliferazione. Molto dipende quindi dal microclima e dal
microhabitat, ma possiamo dire che, allo stato dell'arte, sono ormai pochi i
luoghi in Italia in cui i cani possono essere completamente al sicuro dalla
Leishmaniosi. In Italia abbiamo una delle prevalenze più elevate dell'Europa
del Sud". Per informazioni alla stampa: Angela Zeverino, angela.zeverino@omnicomprgroup.com,
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