DA MARTINI A BOLDINI Due anni di grandi mostre al Museo Bailo 2023 - 2024 Dopo il successo della mostra su “Antonio Canova Gloria
Trevigiana”, il nuovo Grande Bailo conferma, con quattro nuove sale e una
programmazione biennale di eventi, la volontà di imporsi tra i punti di
riferimento per la conoscenza dell’arte del Novecento in Italia. Le 4
nuove sale monografiche vengono riservate ad altrettanti
artisti trevigiani di valenza nazionale: Nino
Springolo (1886 – 1975), Lino
Selvatico (1872 –1924), Alberto
Martini (1876 –1954) e Giovanni
Barbisan (1914 – 1988). E mentre il Bailo potenzia la sua importante proposta,
l’Amministrazione comunale ha annunciato la programmazione biennale che animerà
gli spazi riservati alle esposizioni temporanee dello stesso Museo. “La programmazione che viene presentata per il Museo Bailo –
chiariscono il Sindaco di Treviso Mario Conte e l’Assessore ai Beni Culturali
Lavinia Colonna Preti - vuole arricchire il nostro panorama culturale con
nuovi grandi eventi, focalizzando l’attenzione anche su artisti cosiddetti
“minori”, mantenendo così la missione propria del museo, in un’alternanza
efficace tra pittura e scultura che assicurerà nuove emozioni. “DA MARTINI A BOLDINI. Due anni di
grandi mostre al Museo Bailo 2023 – 2024” è così un programma
che rende manifesto il grandissimo fermento culturale che caratterizza la
Città, dai musei alle iniziative che grazie a Istituzioni e Associazioni garantiscono
un’offerta ampia e diffusa durante tutto l’anno per i visitatori”. “Ringraziamo
i nostri compagni di squadra – Generali – che attraverso il suo spazio
Generali Valore Cultura dà il suo contributo ospitando gli eventi artistici in
programma – Camera di Commercio, Prosecco doc e Arper –, autentici
co-protagonisti di questa programmazione, il Comune di Oderzo e la Fondazione
Oderzo Cultura, con cui abbiamo avviato una proficua collaborazione che,
partita con la mostra di Dante, passa attraverso questa nuova ricca sala
martiniana al Bailo, che ci vedrà insieme negli eventi per il 70° anniversario
della morte dell’artista simbolista nel 2024”. “Si tratta di veri compagni di
squadra che rendono possibile progettualità di valore come questa – commenta il
Presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza. Un
plauso alle imprese che investono assieme a noi Istituzioni. L’arte è la
migliore ambasciatrice per valorizzare i nostri luoghi e per rendere
consapevoli noi stessi di quanto valore abbia l’arte e il genius loci che ci
distingue nel mondo”. Le mostre in cantiere fino alla fine del 2024 sono 10, con
una precisa linea scientifica: una grande mostra l’anno di attrattività
nazionale (sull’esempio di quella sul Canova) e una serie di mostre di ricerca
ed approfondimento su artisti veneti presenti nelle collezioni museali. A
sistematizzare, grazie ai cataloghi ragionati ed agli studi che ad essi
sottendono, una precisa messa a punto su figure di artisti che definire “minori”
sarebbe semplicemente un clamoroso errore. “Dopo Canova la sfida era quella di assicurare una
programmazione di respiro, che non si limitasse alla singola mostra ma che
garantisse una continuità di cui l’Istituto e la Città, sempre più attrattiva,
hanno bisogno – sottolinea il Direttore dei Musei trevigiani Fabrizio Malachin -
Grande scultura con Arturo
Martini, ma anche grande pittura. Ecco così le nuove sale del
percorso permanente, riservate ad Alberto
Martini (preziosa la collaborazione con Oderzo che apre un
percorso verso l’anniversario del 2024), Lino
Selvatico, Nino Springolo, per passare poi a un omaggio al
nostro Juti Ravenna fino
a Giovanni Boldini nel
2024”. IL GRANDE EVENTO “Arturo
Martini. I capolavori”, con la curatela di Fabrizio Malachin e Nico
Stringa, aprirà i battenti il 31 marzo 2023 e resterà al Bailo fino al 30
luglio 2023. Questa retrospettiva giunge a 30 anni dall’ultima mostra
trevigiana, dedicata al giovane Martini, a 55 da quella firmata da Bepi
Mazzotti e Carlo Scarpa, a 75 dalla prima inscenata subito dopo la morte. Nel 75° anniversario dalla morte, il Bailo, la casa per
eccellenza di Martini, visto che qui si trova la più consistente collezione
pubblica dell’artista (140 opere circa), ospiterà la prima grande monografica. “Sarà la più grande mostra su Martini mai realizzata – precisa
Malachin -, un evento che radunerà i grandi capolavori in marmo, bronzo,
terracotta, quelle per dirla alla Martini “che pesano tonnellate e sembrano leggere come una
piuma”. Non mancherà il Martini più inedito, quello della
grafica, della maiolica, e della pittura. Insomma un evento straordinario per
conoscere a fondo la portata rivoluzionaria dell’arte di uno dei massimi
protagonisti dell’arte europea: Martini sta al ‘900, come Canova all’800, Tiepolo
al ‘700 o Tiziano e Palladio al ‘500, uno dei grandi del firmamento dell’arte”. Per il pubblico sarà un’imperdibile occasione per scoprire un
artista trevigiano di nascita ma di respiro internazionale, evidenziando il
ruolo e la modernità di Martini nella scultura europea del Novecento. Per la mostra convergeranno a Treviso i grandi capolavori
martiniani, concessi di diversi musei e collezioni italiane e internazionali. A
documentare tutte le fasi della creatività dell’artista. “Giovanni Boldini. Il bello delle donne”
(marzo – luglio 2024) sarà la mostra-evento dell’anno al Bailo. Celebri i suoi
ritratti, riservati alle personalità del beau
mond parigino ed europeo d’inizio secolo. Unici e affascinanti i
suoi ritratti delle regine dei salotti dell’ultima Belle Époque. Sintesi
magistrale di raffinata arte e psicologia. Ma Martini e Boldini a parte, la programmazione del Bailo
riserva diverse altre sorprese. A cominciare dalla prima retrospettiva
riservata ad Antonio
Carlini (Treviso, 28 marzo 1859 – 27 luglio 1945).
Carlini può essere l’emblema di quegli artisti che, pur notevolissimi,
debbono fama più alle loro azioni che non alle loro creazioni. Nonostante sia
stato uno scultore finissimo e prolifico, maestro di Arturo Martini, Carlini è
noto e celebrato soprattutto per il suo pioneristico impegno nella tutela del
patrimonio artistico. “Carlini scultore s’inserisce – afferma il curatore
Malachin - nell’ideale storia della scultura veneta (che non è assolutamente
solo regionale visti i suoi protagonisti) come anello di congiunzione tra due
mondi, Antonio Canova e Arturo Martini, passando per Luigi Borro, che fu
maestro del nostro Antonio. Canova – Borro – Carlini – Martini sono così legati
da un’ideale filo rosso che ci consente di scoprire l’evoluzione del linguaggio
della scultura moderna e a meglio comprendere Martini che sviluppò la sua
straordinaria arte innovativa anche come reazione alle regole carliniane”. È stato definito l’Annigoni del primo Novecento. Lino Selvatico, è
di lui che si tratta, come Annigoni si specializzò soprattutto nel ritratto,
come Annigoni venne invitato a ritrarre teste coronate, come Annigoni seppe
elaborare in modo assolutamente originale riferimenti nazionali (Boldini,
soprattutto) ed internazionali (Sargent, Gainsborough, Reynolds, Rommey…). A Selvatico, veneziano di origine ma trevigiano di adozione, i
Musei Civici di Treviso, nel centenario della morte riservano una monografica
che consentirà di esporre decine di opere ottenute in donazione e in deposito a
lungo termine: importante acquisizione che rende il Museo ancor più ricco e
attrattivo. Cinquant’anni fa, il 29 aprile del 1972, moriva a Treviso Juti (Luigi) Ravenna,
artista eccellente e attento critico d’arte. Nel cinquantennale della sua
scomparsa, i Civici Musei di Treviso gli dedicano una retrospettiva al Museo
Bailo, la cui Pinacoteca conserva un suo importante nucleo di opere. La pittura
di Ravenna viene avvicinata al cosiddetto post impressionismo veneto che
accumunò una generazione di giovani artisti gravitanti su Venezia, desiderosi
di uscire dagli schemi di un accademismo ancora imperante per avvicinarsi al
nuovo che stava lievitando in Europa. I suoi paesaggi veneziani di questi anni,
così come successivamente quelli trevigiani, raccontano i luoghi, le luci, le
atmosfere attingendo al registro poetico più che a quello documentario. Nel ’24, ad essere programmate – oltre alla grande mostra su Boldini - sono gli
eventi legati ad Alberto
Martini in collaborazione con il Comune di Oderzo e Fondazione
Oderzo Cultura, a Nino
Springolo e a Carmelo
Zotti. Nel caso di Alberto Martini e di Nino Springolo, oltre
che di Lino Selvatico - le mostre andranno ad approfondire e ad ampliare il
percorso espositivo stabile del Nuovo Bailo. |