MENO SALE PER TUTTI CON LA DIETA
MEDITERRANEA L’impegno della SINU per la
Riduzione del Consumo di Sale in Italia: scegliere pane meno salato, preferire
gli alimenti freschi e insaporire le ricette con aromi e spezie Per l’OMS, attraverso la riduzione del consumo di sale a meno di 5
grammi al giorno si potrebbero prevenire oltre 2 milioni e mezzo di morti
premature Dal 13 al 19
maggio si svolgerà in tutti i Paesi la Settimana Mondiale per la Riduzione
del Consumo di Sale, lanciata dal WASSH - World Action on Salt, Sugar
and Health. Come sempre, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU)
collabora con WASSH, coordinando per l’Italia la campagna, che sottolinea
quest’anno il valore della Dieta Mediterranea nel facilitare la
riduzione del consumo di sale. L’eccesso di sale
nella dieta, che inizia spesso già dallo svezzamento, è particolarmente dannoso
in quanto induce un progressivo aumento della pressione arteriosa già dai primi
anni di vita e favorisce lo sviluppo di ipertensione in età adulta. Uno
studio recente ha anche evidenziato una correlazione tra l’abuso di sale e lesioni
vascolari precoci predisponenti all’infarto cardiaco e all’ictus cerebrale. L’eccessiva quantità di sale presente
nell’alimentazione abituale degli adulti e dei bambini e adolescenti italiani è
stata ampiamente documentata dagli studi componenti il programma MINISAL.
Questi studi hanno evidenziato anche la frequente associazione tra abuso di
sale, obesità e aumento dei valori pressori, dovuta al fatto che
un’alimentazione ricca di sale dipende in buona parte dal consumo di prodotti
trasformati ricchi di sale aggiunto e ipercalorici che, stimolando, tra l’altro,
il senso della sete, inducono, specialmente gli adolescenti, al consumo di
bevande zuccherate, a loro volta ipercaloriche. Gli studi
epidemiologici condotti in circa 200 Paesi in tutti i continenti hanno
segnalato l’abuso di sale come l’errore alimentare maggiormente responsabile di
morti premature e disabilità correlata allo sviluppo di malattie croniche non
trasmissibili. A livello globale, sarebbe possibile prevenire oltre due milioni
e mezzo di morti premature, attraverso la riduzione del consumo di sale a meno
di 5 grammi al giorno, tra quello già presente negli alimenti e quello
aggiunto, secondo le indicazioni dell’OMS. La principale
fonte di assunzione del sodio nella dieta italiana è data dal cloruro di sodio
(sale), aggiunto nei prodotti trasformati di tipo artigianale, industriale o
della ristorazione collettiva (almeno il 50% dell’assunzione totale) e poi da
quello aggiunto in cucina e/o a tavola (circa il 35%). I cereali e derivati, in
primo luogo pane, pizza e altri prodotti da forno, rappresentano una delle
fonti più rilevanti di sodio aggiunto nei prodotti trasformati. Elevate quote derivano anche dai gruppi
carne/uova/pesce (31%) e latte e derivati (21%), sempre a causa del sale
aggiunto rispettivamente nelle carni e nei prodotti del mare conservati e ancor
più nei formaggi. Il contenuto di
sale della frutta, della verdura e in generale degli ortaggi freschi è, invece,
molto basso. “Una dieta
ricca di frutta, verdura e legumi freschi, su cui si basa il modello
della dieta Mediterranea, implica un minor consumo complessivo di sale, a patto
di evitare il consumo frequente di formaggi stagionati e di insaccati, così
come di carne, pesce e altri alimenti in scatola contenenti sale aggiunto”, spiega il Prof. Strazzullo, coordinatore del
Gruppo di Lavoro Meno Sale Più Salute della SINU. “È, inoltre, molto
importante consumare pane povero di sale, facendo attenzione a quanto
riportato sull’etichetta, non aggiungere sale a tavola e contenerne al massimo
l’uso in cucina, preferendo in ogni caso il sale iodato”. L’impegno individuale deve essere accompagnato
da una strategia globale che richiede, a livello nazionale e internazionale, la
collaborazione dell’industria alimentare e la sensibilizzazione della
popolazione attraverso campagne pubblicitarie. È necessario che i produttori di alimenti
trasformati riducano il contenuto di sodio dei loro prodotti, seguendo le
ripetute indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e indichino, in
modo chiaro, sulle etichette nutrizionali, se il prodotto è a più basso o più
alto contenuto di sodio. Questa strategia è già stata applicata e ha
prodotto iniziali risultati tangibili in numerosi Paesi, ma deve essere
opportunamente coniugata con la lotta contro l’obesità infantile, l’abuso di
zuccheri e bevande zuccherate e l’improprio consumo di alcol, secondo lo
spirito del programma Guadagnare Salute, promosso dal Ministero della
Salute nel 2007 e tuttora operativo. Nella SINU è
attivo il Gruppo di Lavoro Meno Sale Più Salute costituito nel 2007, in
partnership con altre società scientifiche nazionali. La sua attività
principale è quella di divulgazione delle conoscenze alla base del richiamo
alla riduzione del consumo di sale e di advocacy in tutte le sedi opportune in
favore delle misure che possano favorire il conseguimento di quest’obiettivo. Elementi di consapevolezza e di
motivazione ai fini della riduzione del consumo di sale La nostra assunzione di sale supera largamente
i bisogni fisiologici. L’eccessivo consumo di sale aumenta la
pressione arteriosa e, riducendo il consumo, nella maggior parte dei casi, la
pressione diminuisce. Un maggior consumo di sale è associato anche a
lesioni aterosclerotiche premature e ad un più alto rischio di eventi
cardiovascolari, quali infarto cardiaco ed ictus cerebrale. La riduzione della pressione conseguente alla
riduzione del consumo di sale è in grado di prevenire un numero sostanziale di
eventi cardiovascolari. La moderazione nel consumo di sale sarà tanto
più efficace quanto prima viene implementata nella vita di un individuo. I consigli pratici della SINU per la
riduzione del consumo di sale negli adulti e nei bambini Acquisire consapevolezza del proprio consumo
abituale di sale (eventualmente attraverso la misura dell’escrezione di sodio
in una raccolta delle urine delle 24 ore) e realizzare il divario tra il
proprio livello di assunzione e quello raccomandato (<5g al giorno complessivamente). Valutare quanta parte del proprio consumo di
sale è dovuta al sale aggiunto in cucina e a tavola e quanta dipende, invece,
dal contenuto di sale dei prodotti che acquistiamo o che consumiamo fuori casa
(pane, pizza, taralli, crackers, grissini, formaggi, salumi, prodotti in
scatola o in vetro, piatti pronti). Impegnarsi a ridurre sia il sale di uso
domestico, sia quello nei prodotti acquistati o consumati fuori casa, leggendo
sistematicamente l’etichetta al momento dell’acquisto e raccomandandosi di
aggiungere poco sale a ristorante. Non aggiungere sale negli alimenti dei bambini
e limitarne al massimo l’uso per tutta la famiglia. Limitare l’uso di condimenti alternativi
contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.). Insaporire i cibi con erbe aromatiche (come
aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, origano,
maggiorana, sedano, porro, timo, semi di finocchio) e spezie (come pepe,
peperoncino, noce moscata, zafferano, curry). Esaltare il sapore dei cibi usando succo di
limone e aceto (ad es. nelle insalate). Consumare solo eccezionalmente alimenti
trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, olive da
tavola, acciughe salate, alcuni salumi e formaggi). Nell’attività
sportiva moderata reintegrare con la semplice acqua i liquidi perduti
attraverso la sudorazione. Per approfondimenti: La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) è una società scientifica
senza scopo di lucro che riunisce gli studiosi e gli esperti di tutti gli
ambiti legati al mondo della nutrizione. Si impegna nella ricerca scientifica,
nell’aggiornamento professionale, nell’informazione in campo alimentare e
nutrizionale, con particolare attenzione alla promozione della sana
alimentazione ed educazione alimentare e all’applicazione dei principi della
nutrizione nelle diverse fasi della vita e per la prevenzione delle malattie a genesi
nutrizionale. È presente sul territorio con 9 Sezioni regionali e comprende
diversi Gruppi di Lavoro, tra i quali i Giovani SINU nato nel 2017 con lo scopo
di rispondere alle esigenze di formazione e ricerca dei giovani Soci. UFFICIO STAMPA SINU Società Italiana di Nutrizione Umana BRANDMAKER Marinella Proto Pisani cell.3397566685 Valentina Casertano cell.3391534498 press@brandmaker.it - www.sinu.it |