MILANO IN FUMO - Che
fare? 31 maggio Giornata Mondiale senza Tabacco, Lilt Milano rinnova il suo
impegno Milano, 25 maggio 2016 – Sono 10,5 le sigarette consumate in
media ogni giorno dai fumatori milanesi, precisamente 11 per gli uomini e 10
per le donne. Quantità che nel totale è rimasta invariata rispetto allo scorso anno, con
un aumento da parte degli uomini (da 9,5 a 11) ed una diminuzione nelle donne
(da 11,4 a 10). Questi sono alcuni dati che emergono dall’Indagine condotta
dalla Doxa per conto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano, in occasione del
prossimo 31 maggio in cui si celebra la
Giornata Mondiale senza Tabacco, indetta dall’Organizzazione Mondiale per
la Sanità. Ogni anno in Italia muoiono circa 83 mila persone per patologie correlate
al fumo, per questo è fondamentale continuare a sensibilizzare la popolazione,
fumatori e non, sui rischi che questa cattiva abitudine comporta sulla salute. “Il numero dei fumatori a
Milano è rimasto stabile negli ultimi 5 anni; dal 2012 ad oggi i fumatori dai 15 anni
in su oscillano tra il 20 e il 21%, senza alcuna variazione significativa, dopo
il trend decrescente degli anni precedenti – dichiara il Prof. Marco Alloisio, Presidente della Lilt di Milano –. Questa stabilità è
forse la dimostrazione che l’abitudine dannosa al fumo è così radicata che
risulta sempre più difficile contrastarla. Infatti ciò che emerge è che non
sono aumentati i fumatori, ma non sono nemmeno diminuiti. A mio avviso, però,
il dato milanese incoraggiante, che emerge dall’indagine, riguarda l’aumento dell’intenzione di smettere di fumare nei prossimi 6
mesi cresciuta dal 20 al 26% (32% fra le donne) rispetto allo scorso
anno. Le sigarette sono il maggior fattore di rischio per l’insorgenza del
carcinoma del polmone. Al fumo è possibile ascrivere
l’85-90% di tutti i tumori polmonari. Un rischio che cresce con la quantità
delle sigarette fumate e con la durata dell’abitudine al fumo. Nel 2014
nella provincia di Milano sono stati registrati 1760 decessi causati da questa
patologia, 1178 uomini e 582 donne. Il tumore al polmone rappresenta il 21% dei
decessi per tumore nella popolazione della provincia di Milano. Mi chiedo –
continua il prof. Alloisio - cosa possiamo fare di più per sensibilizzare
ulteriormente i cittadini contro il fumo. Il 20 maggio, per esempio, sono
entrate in vigore in tutta Europa le norme della Direttiva Ue con
l’obiettivo di dissuadere i consumatori, in particolare i giovani,
dall’acquisto e dal consumo di prodotti contenenti tabacco e nicotina. Il nostro lavoro a tutto campo deve proseguire con l’attuazione di
strategie sempre più mirate in collaborazione con le istituzioni del
territorio. Dall’indagine è infatti emerso che il 41% di
cittadini milanesi intervistati vorrebbero dal prossimo futuro sindaco più
campagne informative anti-fumo e più divieti a Milano”. E’ dunque fondamentale non abbassare mai
la guardia. E’ necessaria la sinergia di più parti, istituzioni , enti ed
associazioni per contrastare il dannoso “vizio” del fumo. “Numerosi studi condotti su campioni della
popolazione, e ricerche epidemiologiche, sperimentali, cliniche e sanitarie hanno documentato i danni che
il fumo induce su organi, individui e sulla società - afferma il Dott.Giovanni Apolone Direttore scientifico Fondazione IRCCS
Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. I
risultati presentati oggi che si riferiscono alla nostra città non sono certo
incoraggianti: il numero dei fumatori non diminuisce, i giovani
continuano a fumare e il peso di tutto questo si evidenzia in termini di
morbilità e mortalità. Nonostante questo e nonostante la disponibilità di
interventi di documentata efficacia che hanno dimostrato la capacità di ridurre
l’effetto del fumo sulla salute a costi accettabili, nel nostro paese sono ancora deficitarie politiche integrate
per ridurre gli effetti del fumo sugli italiani.Come esempio
dimostrativo, ricordo che i farmaci che aiutano a smettere di fumare non sono
ancora rimborsati dal nostro SSN, nonostante evidenze supportate da
trials clinici e meta-analisi. Il nostro Istituto - continua Apolone -
che assiste e cura milanesi e italiani (circa 20.000 ricoveri e 1.200.000
contatti/visite all’anno, di cui almeno il 25% provenienti da altre regioni) è
da sempre attivo in questo campo. Nel prossimo triennio lancerà una serie di iniziative, spero supportate da Enti, Associazioni e
Istituzioni sensibili al problema, in ambito di prevenzione primaria e
secondaria, utilizzando tutti i mezzi possibili per prevenire e combattere questa
abitudine e ridurre gli effetti sulla salute”. L’impegno deve essere quello di
intraprendere un lavoro sempre più mirato di informazione e persuasione anche
con l’estensione di divieti nei confronti del fumo. “Rispetto allo scorso anno si registra un leggero calo tra le donne fumatrici, dal 21% al
18%.Una simile riduzione tra le donne era già stata rilevata nel 2013, senza
però dare inizio ad un vero trend decrescente – dichiara il Dott. Paolo Colombo, ricercatore dell’Istituto Doxa -. Un fenomeno che
sembra aver assunto un peso rilevante è rappresentato dalle sigarette fatte a
mano, che secondo la nostra indagine pesano per il 13% a Milano, in crescita
significativa rispetto agli anni precedenti (5% nel 2014, 11% nel 2015) seppur
con forti differenze tra uomini e donne (21% vs 5%, rispettivamente). Dovendo
dare dei suggerimenti per la lotta al fumo, i milanesi
chiedono un incremento del costo delle sigarette (21%), il divieto di fumo in
qualsiasi luogo pubblico
(17%),un’intensificazione dei controlli sulla vendita ai minori (16%) e
l’eliminazione dei distributori automatici di sigarette (10%)”. L’uso della sigaretta
elettronica si conferma decisamente contenuto (intorno all’1%) nonostante a livello
nazionale siano stati recentemente rilevati dei lievi incrementi. “La sigaretta elettronica imita la
sigaretta tradizionale ma ha il vantaggio di non contenere tutte le 4000 e più
sostanze presenti nella combustione del tabacco che sono causa di patologie
tumorali. – spiega la Dott.ssa Luisa Ponzoni, Biologa
dell’Università degli Studi di Milano - Tuttavia al giorno d’oggi mancano studi
sui potenziali danni a lungo termine che questo nuovo dispositivo può
comportare. Per questo motivo negli ultimi anni io e il mio laboratorio ci
siamo occupati dicaratterizzare sia da un punto di vista
comportamentale che biochimico gli effetti della sospensione da esposizione
prolungata ai vapori della sigaretta elettronica. Questo studio è stato portato avanti comparando gli effetti della sigaretta
elettronica con quelli della sigaretta tradizionale. I risultati ottenuti indicano che dopo un lungo periodo di
esposizione la sospensione del dispositivo elettronico induce un significativo deficit cognitivo in termini
di memoria spaziale; inoltre abbiamo messo in luce un
incrementato stato di ansia e di depressione, la cui comparsa appare
addirittura più precoce rispetto a quella indotta dalla sigaretta tradizionale. Questi risultati permettono di asserire per la prima volta che la
sigaretta elettronica non è così innocua come sembra”. Per scaricare il comunicato in formato
word, cliccare qui. Per informazioni: Ufficio Stampa LILT di Milano Simona De Giuseppe 02 49521134; 347 9180301 - s.degiuseppe@legatumori.mi.it Fabrizia Nardecchia 02 49521135; 392
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