Tumori,
per batterli nanofarmaci “intelligenti” in viaggio verso la fermata giusta La
sfida della ricerca contro il cancro si concentra sulla nanomedicina: eliminare
gli effetti collaterali e aumentare la precisione dei farmaci, questi gli
obiettivi. La UE dal 2008 al 2014 ha finanziato più di 50 progetti di ricerca
di nanomedicina. Nella conferenza stampa italiana dell’evento internazionale
Nano World Cancer Day 2016, organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e
dalla Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori, sono stati presentati gli orizzonti
della ricerca scientifica nella lotta contro il cancro. Milano
2 Febbraio 2016
– Un po’ cavallo di Troia, un po’ Caronte. Ecco come saranno i nanofarmaci che
i ricercatori, in Italia, in Europa e nel mondo, stanno sviluppando per battere
il cancro. Si
lavora per sviluppare sistemi che trasportino il farmaco solo nelle cellule malate,
annullando così gli effetti collaterali di una somministrazione massiccia che
lo diffonderebbe ovunque. Nanoveicoli che navigano nell’organismo per portare
il farmaco dove occorre, invisibili al suo sistema immunitario e capaci di
superare le barriere biologiche attive nel nostro organismo per difenderci da
corpi estranei. Se
ne è parlato questa mattina nel corso del Nano World Cancer Day 2016, evento internazionale
organizzato da ETPN (European Technology Platform for
Nanomedicine, un organismo che raggruppa istituzioni di ricerca, aziende
farmaceutiche e scienziati per promuovere la ricerca e lo sviluppo della
nanomedicina) in collaborazione con istituzioni locali. La conferenza stampa
italiana, una delle 12 simultanee organizzate in Europa, dal Regno Unito alla
Svizzera, alla Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Austria
e Turchia, è stata organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e dalla
Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori. Alla
conferenza stampa presso l’Università di Milano-Bicocca hanno partecipato
Cristina Messa, rettore dell’Ateneo, Furio Gramatica, responsabile Health
technology della Fondazione Don Gnocchi e membro del comitato esecutivo
dell’ETPN, Nadia Zaffaroni, direttore della struttura complessa di Farmacologia
Molecolare della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Federico
Pantellini, Medical Affairs Director Oncology Celgene Italia, Federico
Caligaris Cappio, Direttore Scientifico AIRC, Francesco Nicotra, ordinario di
Chimica Organica dell’Università di Milano-Bicocca e membro dell’ETPN. I
vettori, che hanno una grandezza che va dai 20 ai 500 miliardesimi di metro,
hanno spiegato i ricercatori riuniti in Bicocca, si adattano sia ai
tradizionali farmaci chemioterapici sia ai farmaci biologici (acidi nucleici,
proteine): entrambe le classi di farmaci hanno bisogno di nano-shuttle che li
portino alla destinazione desiderata, ad esempio il tessuto tumorale. Doppia
azione contro il cancro Raggiunta
la destinazione occorre ancora superare le barriere biologiche. A tal fine si
stanno sviluppando due differenti strategie. «Una – ha spiegato Francesco
Nicotra – prevede l’”apertura delle porte” col rilascio del farmaco prima del
superamento della barriera; se il farmaco è una piccola molecola, potrà essere
in grado di superarla per diffusione. L’altra, indispensabile per i farmaci che
non sono in grado di diffondere, consiste nel dotare la nanoparticella di una
“chiave” per attraversare la barriera e aprire le porte solo dopo averla
superata. Le barriere dispongono infatti di sistemi di trasporto che
riconoscono le sostanze utili e ne consentono il passaggio». La
ricerca è attualmente concentrata sui sistemi di riconoscimento della fermata
giusta, sui metodi per aprire le porte e sulle chiavi per superare le barriere.
Anticorpi e ligandi di recettori espressi in abbondanza dalle cellule tumorali,
ultrasuoni da indirizzare sul tumore per fare collassare le nanoparticelle sono
solo alcuni esempi. «In
questo contesto – ha detto Nadia Zaffaroni, direttore della struttura complessa
di Farmacologia Molecolare della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori
-, l’Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con ricercatori leader
mondiali nel settore delle nanotecnologie, come il professor Mauro Ferrari
dello Houston Methodist Research Institute e il professor Frank Caruso
dell’University of Melbourne, sta studiando a livello preclinico la rilevanza
terapeutica di nanoparticelle “intelligenti” capaci, ad esempio, di
concentrarsi specificamente a livello delle aree di infiammazione nel tessuto
tumorale mimando la struttura dei globuli bianchi o altre in grado di aprirsi
rilasciando le molecole terapeutiche solo dopo l’internalizzazione nelle
cellule tumorali sfruttando caratteristiche chimico-fisiche». «La
nanomedicina – ha commentato Federico Pantellini, Medical Affairs Director
Oncology Celgene – è una strada innovativa intrapresa da qualche anno dal
settore farmaceutico e biotecnologico, che sta aprendo scenari inaspettati nel
trattamento di tumori difficili da curare come il carcinoma del pancreas, della
mammella e del polmone in fase avanzata ma l’innovazione richiede investimenti:
il biofarmaceutico è leader in Europa tra gli altri settori industriali per
l’impegno in Ricerca e Sviluppo. Celgene, dal canto suo, reinveste il 30 per
cento del fatturato in R&S, un impegno che si traduce in una solida
pipeline in oncologia, guidata da un farmaco innovativo che coniuga un
principio attivo di efficacia antitumorale comprovata, paclitaxel, con una
tecnologia d’avanguardia basata sulle nanoparticelle (NabTM)». L’impatto
della nanomedicina In
Europa sono più di 500 le piccole e medie imprese, tra farmaceutiche, aziende
di biotech, chimiche e tecnologie mediche, che operano nella nanomedicina, 150
negli Stati Uniti. Attualmente sono circa 49 i nanofarmaci presenti sul
mercato, per un valore complessivo che oscilla tra i 100 e 130 miliardi di
dollari. Sul fronte della sperimentazione sono più di 230 i nanofarmaci
attualmente testati sull’uomo, il 30 per cento dei quali sono farmaci per la
cura del cancro. «La
nanomedicina – ha concluso il rettore Cristina Messa – è uno dei campi nei
quali eccelle il sistema della ricerca di Milano e della Lombardia. Sistema che
può e deve dare un contributo a questo importante tassello lo sviluppo di una
medicina di precisione, fine ultimo di molti progetti, fra cui il più recente
Human Technopole». L’Università
di Milano-Bicocca è attiva dal 1998. Attualmente ha 31.514 studenti iscritti
ai corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico, in
aumento del 4 per cento rispetto al 2014. L’offerta didattica è articolata in
66 corsi di studio in sette diverse aree disciplinari: economico-statistica,
giuridica, medica, psicologica, sociologica, scientifica e della formazione. La
ricerca si svolge in 14 dipartimenti, 3 Centri di Eccellenza e 44 Centri di
Ricerca universitari e interuniversitari. Sul fronte della nanomedicina,
l’Università di Milano-Bicocca è in prima linea coordinando due progetti
europei, uno dei quali ha già portato a uno spin-off, Amypopharma, per lo
sviluppo di un nanofarmaco contro l’Alzheimer. Fondato
nel 1928 a Milano, l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) è un polo di
eccellenza per la diagnosi, la cura e la ricerca in campo oncologico.
L’Organizzazione Europea degli Istituti sul Cancro (OECI) ha riconosciuto a INT
la qualifica di Comprehensive Cancer Center, certificazione che lo posiziona
fra i centri leader europei. Dal 2015 l’INT fa parte del nuovo Dipartimento di
Oncologia e Emato-oncologia dell’Università degli Studi di Milano. È inoltre il
maggior polo di oncologia pediatrica in Italia – e secondo in Europa - e centro
di riferimento per i Tumori Nuroendocrini. L’Istituto dei Tumori è
un’eccellenza per la ricerca pre-clinica, traslazionale, epidemiologica e per
la sperimentazione di nuove terapie. Costituiscono importanti campi di ricerca
per l’INT anche la “medicina predittiva” e la “medicina preventiva”. La
Piattaforma Europea di Nanomedicina (ETPN) nasce nel 2005 come iniziativa
guidata dall'industria e da alcuni Istituti di ricerca. ETPN, che oggi conta
più di 150 membri in 25 Paesi europei, punta a rafforzare la capacità e la competitività
dell'Europa di fare innovazione in nanomedicina. Le strategie e le future
azioni della ETPN sono utilizzate come linee guida da molti decision makers,
autorità nazionali e soprattutto dalla Commissione Europea per definire le
priorità degli obiettivi e dei progetti da finanziare nel programma
Horizon2020.
Contatti
per la stampa Università
di Milano-Bicocca Fondazione
IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Ivo
Parpinelli Cell. 3387493841, c.merli@vrelations.it |