Obesità progetto
Rinascere In Campania nasce programma per affrontare il
Disturbo alimentare da Abbuffate Compulsive. Ermenegilda Pagano (Direttrice
del progetto Rinascere: Reparto di riabilitazione Metabolica e Nutrizionale
della Santa Maria del Pozzo Hospital): “Non si parla mai del Binge eating
disorder che sta per Disturbo da alimentazione incontrollata ed invece esiste.
E’ un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da episodi
ricorrenti e incontrollati di consumo eccessivo di cibo, che rappresenta un
fattore di rischio importante nello sviluppo e nel mantenimento dell'obesità.
In Campania, alla Santa Maria del Pozzo Hospital abbiamo messo in campo il
programma riabilitativo Rinascere”. “C’è una vera epidemia di obesità
che ad oggi rappresenta una delle sfide più pressanti per il sistema sanitario
nazionale. Ogni anno presso il reparto di Riabilitazione Metabolica e Nutrizionale
della Santa Maria del Pozzo Hospital, in Campania, ho modo di visitare e
ricoverare circa 700 pazienti con obesità. Dal 2020 a oggi il totale dei
pazienti che hanno afferito al reparto metabolico sono stati 2774, dei quali
1285 pazienti in ricovero ordinario e 1489 pazienti in Day Hospital. Ed è
elevato il numero di pazienti che afferiscono da altre regioni d’Italia dal
nord, dal centro e dal sud, ad esempio in tanti dal Lazio, dal Molise, dalla
Lucania, dall’Emilia-Romagna, dalla Toscana, dall’Abruzzo, Calabria, dalla
Lombardia, dalla Puglia, dalla Sicilia, dal Piemonte, dalle Marche, dal Veneto
ed in particolare, abbiamo ricoverato più di 150 pazienti extraregione
dall’avvio del progetto Obesità”. Lo ha affermato la dott.ssa Ermenegilda
Pagano, Direttrice del progetto Rinascere, centro specializzato anche nella
diagnosi e cura di patologie legate al disturbo dell’alimentazione definito
Binge Eating Disorder. L’allarme lanciato è di grande
attualità. Parte il programma per l’identificazione del Binge eating disorder. “Tra le diverse forme di obesità, il
Disturbo da Abbuffate Compulsive che sta per Binge eating disorder con acronimo
BED, rappresenta una realtà spesso sottovalutata e poco conosciuta, ma con un
impatto significativo sulla salute psicologica e fisica dei pazienti. Il BED,
caratterizzato da episodi ricorrenti e incontrollati di consumo eccessivo di
cibo, rappresenta un fattore di rischio importante nello sviluppo e nel
mantenimento dell'obesità. Le abbuffate frequenti e abbondanti sbilanciano
significativamente l'apporto calorico, favorendo l'accumulo di massa grassa e,
di conseguenza, un aumento del peso corporeo. Durante la mia esperienza – ha
continuato la Pagano - mi sono accorta che alcuni pazienti con obesità
presentavano delle caratteristiche diverse dagli altri, cominciando ad
individuare i primi pazienti con Binge eating disorder già due anni fa. Da
Febbraio 2024, nell’ambito del progetto Rinascere che abbiamo creato, tra i
primi in Italia, alla Santa Maria Maria del Pozzo Hospital, abbiamo iniziato a
reclutare in modo sistematico i pazienti con Binge eating disorder,
identificandone ad oggi circa 60 e delineando per essi un intervento
multidisciplinare specifico che include medici internisti, fisiatri, neurologi,
psicologi, nutrizioniste e fisioterapisti”. Non si parla mai del Binge eating
disorder che sta per Disturbo da alimentazione incontrollata. “Circa l’88% dei pazienti con Binge
eating disorder che afferiscono alla nostra struttura non hanno ricevuto una
diagnosi. Ciò accade perché le interconnessioni tra obesità e BED sono
molteplici e complesse come alterazioni a livello neurobiologico, in
particolare nei circuiti cerebrali coinvolti nella regolazione dell'appetito potrebbero
predisporre individui sia all'obesità che al BED; emozioni negative come
stress, ansia e depressione possono fungere da trigger per le abbuffate,
creando un circolo vizioso in cui il cibo viene utilizzato come strumento per
far fronte a disagi emotivi. Inoltre, la bassa autostima e la percezione
negativa del proprio corpo possono contribuire a un'immagine corporea distorta
e a comportamenti alimentari disfunzionali, aggravati dai modelli di bellezza
veicolati dai media, che promuovono un ideale di magrezza spesso irrealistico,
che possono generare insicurezza e disagio. Il BED è spesso associato ad altri
disturbi psichiatrici, come la depressione, l'ansia e i disturbi d'ansia
generalizzata, che possono peggiorare ulteriormente la salute del paziente con
obesità e compromettere la qualità della vita. Sia l'obesità che il BED sono
associati a una ridotta qualità della vita, caratterizzata da isolamento
sociale, difficoltà nelle relazioni interpersonali e stigmatizzazione. In questo contesto, ritengo
fondamentale intensificare gli sforzi per prevenire e contrastare l'obesità,
partendo da una maggiore consapevolezza e competenza dei professionisti
sanitari, in particolare dei medici di medicina generale, che sono i primi a
entrare in contatto con i pazienti. L'identificazione precoce, la valutazione del
rischio cardiovascolare e l'attivazione di percorsi assistenziali integrati
rappresentano le principali leve di intervento”. L’obesità vera emergenza sanitaria! “L'obesità non è più un problema
estetico, ma una vera e propria emergenza sanitaria che causa gravi ripercussioni
sulla salute individuale e collettiva. È un fattore di rischio per numerose
patologie , come il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, le malattie
cardiovascolari, malattie respiratorie, incontinenza urinaria da sforzo,
epatosteatosi e calcolosi biliare, pancreatite, disturbi del sonno come apnee
ostruttive, disabilità motorie sindromi ansioso depressive e molti tipi di
tumore, con un conseguente impatto negativo sulla qualità di vita del paziente
e sulla sostenibilità economica dei suoi disagi e delle patologie concomitanti,
per non parlare dei costi enormi che ricadono sulla spesa sanitaria globale per
salute pubblica”. |