Quando un odore diventa molesto. O reato
Mercoledì 20 aprile, presso
la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche a Roma, verrà
presentato “Molestie olfattive”, testo scientifico-divulgativo scritto da
esperti nel settore a livello nazionale. Edito da ETS, il saggio offre ai
lettori una visione diversa del rapporto ambiente e salute
Mercoledì 20 aprile, alle ore
9.00 (https://www.cnr.it/it/evento/17792) presso l’aula Marconi della sede
centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) a Roma, si terrà la
presentazione del testo “Molestie olfattive - Studi, metodi e strumenti per il
controllo”, edito da ETS. La pubblicazione rientra nel Progetto Cisas (Centro
internazionale di studi avanzati su ambiente, ecosistema e salute umana) per
affrontare una problematica complessa nel contesto ambiente-salute. L’evento
potrà essere seguito anche in streaming previa registrazione
(https://www.eventbrite.it/e/biglietti-presentazione-volume-molestie-olfattive-313240941087).
All’evento interverranno, per i saluti: la Presidente del Cnr, Maria Chiara
Carrozza; il Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio
Brusaferro e il Direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e
tecnologie per l'ambiente del Cnr, Fabio Trincardi. L’evento proseguirà con
l’intervento degli autori di riferimento dei vari capitoli. Le conclusioni
saranno affidate ad Alessandro Bratti, Direttore Generale dell’Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Il testo, in 12 capitoli, è
stato scritto da esperti a livello nazionale per dare una panoramica della
problematica ed è curato da Paolo Bonasoni e Sara Moraca dell’Istituto di
scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, Stefania Gilardoni
dell’Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr, Pierluigi Barbieri
dell’Università degli Studi di Trieste, Gianluigi De Gennaro dell’Università
degli Studi di Bari Aldo Moro, Vincenzo Infantino dell’Agenzia regionale per la
protezione dell’ambiente Sicilia (Arpa).
“Le molestie olfattive sono una
problematica complessa, data la varietà di sorgenti che immettono in atmosfera
e nell’acqua sostanze odorigene e nocive per l’uomo e l’ambiente”, commenta la
Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. “Nonostante i notevoli sforzi della
legislazione e l’impegno nazionale ed internazionale in questa difficile
tematica, rimangono ancora da adottare specifiche regole che, ad esempio,
fissino i valori limite delle concentrazioni orarie di alcuni importanti
composti odorigeni, quali gli idrocarburi non metanici, l’idrogeno solforato e
il benzene, quest’ultimo annoverato come importante composto cancerogeno
secondo lo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro”.
“Questo volume, unico nel suo
genere, unisce il mondo della ricerca a quello dei controlli per presentare lo
stato dell’arte di quanto viene sviluppato e svolto in questo campo, anche con
riferimenti operativi sul territorio”, dice Paolo Bonasoni, Cnr-Isac, che ha
curato il volume gemmato nell’ambito del progetto NOSE – Network for Odour
Sensitivity e che ha visto la collaborazione di massimi esperti del settore che
da anni studiano i complessi aspetti delle molestie olfattive e si prodigano
per migliorarne le conoscenza al fine di promuovere metodi e strumenti per
intervenire in modo adeguato sulle emissioni odorigene e chi le produce.
“L’odore dell’aria è ampiamente
riconosciuto come parametro ambientale essenziale nel determinare la qualità
della vita, con effetti significativi su molteplici attività quali turismo,
gestione del ciclo dei rifiuti, ecc.”, ricorda Gianluigi de Gennaro che ha curato
il primo capitolo con i colleghi dell’Università di Bari. “Negli ultimi anni,
l’insediamento di impianti in grado di rilasciare miasmi olfattivi in aree
urbanizzate, ha comportato il moltiplicarsi del rilascio di sostanze odorose
moleste, generando crescente preoccupazione per un ‘inquinamento olfattivo’
caratterizzato spesso dall’imprevedibilità del disturbo, dalla continuità nel
tempo e dall’impossibilità di difendersi, generando nell’opinione pubblica
tensione, ansia, disagi e proteste dovute anche alla maggiore attenzione verso
la tutela dell’ambiente e della salute”.
Come emerge dal capitolo sulla
“Percezione del fastidio olfattivo ed effetti sulla salute della popolazione”
curato da Fabio Cibella e Silvia Ruggeri con colleghi Cnr-Irib ed Azienda
sanitaria provinciale (Asp) di Palermo: “L’emissione di composti volatili
maleodoranti è comune a molteplici attività agricole, impianti industriali e di
smaltimento e/o recupero di rifiuti, e rappresenta uno degli impatti ambientali
che negli ultimi 20 anni ha attirato maggiormente l’attenzione della comunità
scientifica”. Sebbene non tutte le maleodoranze siano collegabili a rischi
tossicologici, la bassa accettazione della molestia olfattiva, che incide
negativamente sulla qualità della vita delle persone interessate, è infatti
compatibile con la definizione di “danno alla salute” rilasciata
dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Infatti “la valutazione delle
emissioni odorigene costituisce un elemento strategico nella sorveglianza
ambientale”, scrivono Gaetano Settimo, Iss, e Domenico Cipriano, Rse, nel
capitolo 2, “e per questo risulta grande lo sforzo a livello regionale,
nazionale ed europeo, per arrivare ad una regolamentazione di queste
emissioni”.
Si parla anche di “Metodologie
e tecniche di campionamento delle sostanze odorigene”, nel contributo curato da
Pierluigi Barbieri e Silvia Licen dell’Università di Trieste, Alessandro
Battaglia, Labservice, e Giampiero Barbieri, Arco Solutions, ricordando che tra
i metodi di caratterizzazione, oltre alla raccolta delle segnalazioni, ai
metodi sensoriali quantitativi e alla caratterizzazione chimica di composti o
miscele nell’aria campionata da appositi sistemi, hanno un ruolo di crescente
importanza i sistemi strumentali che consentono il monitoraggio ad alta
frequenza temporale chiamati nasi elettronici (e-noses) e IOMS (Instrumental
Odour Monitoring Systems). La normativa definisce cioè il metodo per la
determinazione oggettiva della concentrazione di odore utilizzando
l’olfattometria dinamica con l’ausilio dell’olfatto umano, fornendo così una
base comune di misura in tutti i paesi dell’Unione europea. La
caratterizzazione olfattometrica e chimica delle molestie olfattive è descritto
nei capitoli centrali curati da Magda Brattoli di Arpa Puglia, Jolanda
Palmisani, Università di Bari, e colleghi.
“Lo studio e la previsione
della dispersione in atmosfera di composti odorigeni sono complicati dalle
caratteristiche soggettive, fisiologiche e psicologiche, del sensore recettore,
ovvero l’individuo”, confermano Silvia Trini Castelli e Tony Christian Landi,
Cnr-Isac, Gianni Tinarelli, Arianet, che aggiungono: “La modellistica numerica
rappresenta uno strumento fondamentale a supporto del tracciamento dell’origine
della molestia olfattiva e della valutazione del conseguente impatto sulla
popolazione.”
Il coinvolgimento della
popolazione su tematiche ambientali, noto come Citizen science, nel
monitoraggio degli odori è oggigiorno favorito dall’uso della tecnologia
digitale con lo sviluppo di App per smartphone, tra le quali Odortel di Arpa
Puglia, OdorNet di Arpa Marche e NOSE di Cnr ed Arpa Sicilia, come descritto da
Miriam Sileno di Arpa Marche e colleghi. Particolare attenzione è stata data al
problema dei miasmi olfattivi in Sicilia ed all’applicazione di NOSE sul
territorio, come scrivono Anna Abita e Paolo Bonasoni, con i colleghi di Arpa
Sicilia, Cnr-Isac e Inkode.
Il capitolo conclusivo è
rivolto alla cittadinanza ambientale, alla partecipazione ed alla coscienza
collettiva, che anche grazie alle Web-App hanno reso più semplice per i
cittadini segnalare i miasmi avvertiti sul territorio, rendendo più fruibili e
immediate le informazioni raccolte ad uso delle Agenzie ambientali del
territorio. Come scrivono Sara Moraca, Cnr-Isac, e Giuseppina Nanè, Comitato
Stop veleni, “i cittadini svolgono un ruolo centrale nell’unire scienza e
politica democratica considerando i progetti che si inseriscono nella
cittadinanza ambientale, cioè il comportamento responsabile e rispettoso
dell’ambiente dei cittadini che agiscono e partecipano come agenti di
cambiamento, nella direzione di risolvere e prevenire i problemi ambientali,
raggiungere la sostenibilità e sviluppare un sano rapporto con la natura”.
Roma, 15 aprile 2022
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