Padova,
17 novembre 2021 PFAS E DANNI NEURONALI POSSONO ESSERE
COINVOLTI NELL’INSORGERE DELLE ANOMALIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E NEL
PARKINSON Studio
Università di Padova-VIMM pubblicato sulla prestigiosa rivista «Environment
International». I PFAS si
integrano con le membrane neuronali e il sistema nervoso è a rischio durante la
fase dello sviluppo embrionale. I dati preliminari suggeriscono anche un
coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson Un gruppo di ricerca guidato dal professor Carlo Foresta dell’Università di Padova ha recentemente pubblicato sulla rivista «Environment International» -con il titolo “Impairment of human dopaminergic neuronsat different development alstages by perfluoro-octanoic acid (PFOA) and differential human brain areas accumulation of perfluoroalkylchemicals” - l’ultimo studio sugli gli effetti dei PFAS sul sistema nervoso.
Lo studio,
iniziato dalle relazioni tra inquinamento da PFAS e anomalie congenite del
sistema nervoso o disturbi comportamentali e neurologici come l’Alzheimer,
l’autismo e i disturbi dell’attenzione e iperattività, è stato sviluppato per indagare
se in cellule neuronali di specifiche aree del cervello si riscontrasse un
accumulo di PFAS. In
collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova -
nell’ambito del “Programma di donazione del corpo alla scienza” coordinato dal
professor Raffaele De Caro e dal professor Andrea Porzionato - sono stati
effettuati prelievi di diverse aree del tessuto cerebrale. In presenza di
significative concentrazioni plasmatiche di PFOA, PFOS e PFHxS sono stati
riscontrati importanti segni di accumulo di queste sostanze soprattutto
in aree costituite da particolari neuroni detti dopaminergici, come l’ipotalamo. I risultati
dello studio sono giunti da uno studio impegnativo e metodico, che ha coinvolto
diversi Dipartimenti dell’Università di Padova e del Veneto Institute
of Molecular Medicine (VIMM) per verificare gli effetti biologici di queste
sostanze sui neuroni dopaminergici attraverso la coltivazione in laboratorio di
cellule staminali neuronali a diversi stadi di differenziamento, fino al
neurone dopaminergico maturo. In particolare,
è stato osservato che i PFAS a concentrazioni simili a quelle ritrovate nelle
aree cerebrali si integrano con le membrane neuronali, modificandone la
struttura e la stabilità. L’effetto dei PFAS è più evidente quanto più
precoce è lo stadio di maturazione. Sono ora in
corso studi per determinare quali sono le conseguenze funzionali di
queste osservazioni. «Per la prima volta si è dimostrato che nell’uomo queste sostanze
chimiche possono modificare la funzione delle cellule nervose - commenta il professor Carlo Foresta -Ulteriori
studi sono necessari per quantificare le conseguenze sulla salute delle
persone. Le osservazioni che dimostrano una maggior sensibilità delle cellule
neuronali non ancora mature fanno pensare che gli effetti dei PFAS possano
essere più evidenti durante le fasi più sensibili dello sviluppo del sistema
nervoso come nell’embrione». «I dati preliminari suggeriscono un coinvolgimento delle cellule
implicate nel processo degenerativo del Parkinson – dice il Professor Angelo Antonini, Responsabile dell’Unità Parkinson e
Malattie Rare Neurologiche della Clinica Neurologica dell’Università di Padova
- Ancora non sappiamo se i PFAS
possono poi determinare un’alterazione nei processi di degradazione della
proteina alfa-sinucleina alla base di questa malattia. Tuttavia confermano una
vulnerabilità di questi nuclei cerebrali e che i fattori ambientali insieme al
profilo genetico giocano un ruolo importante probabilmente come fattore
scatenante nel processo degenerativo». «Si tratta di una collaborazione fra più gruppi universitari e team di
ricerca, tra cui il mio gruppo al VIMM, che ha messo a punto la coltura di
cellule staminali umane differenziate in neuroni dopaminergici che sono stati
utilizzati nello studio per dimostrare l'effetto nocivo dei PFAS – conclude il Principal
Investigator del VIMM Mario
Bortolozzi-. La
nostraexpertise biofisica ed elettrofisiologica ci ha permesso di verificare
che tali colture fossero funzionali, cioè in grado di "sparare" i
cosiddetti potenziali d'azione, una sorta di firma autografa del neurone». Link alla ricerca:https://doi.org/10.1016/j.envint.2021.106982 Autori: Andrea Di
Nisio, Micaela Pannella, Stefania Vogatisi, Stefania Sut, Stefano Dall’Acqua,
Maria Santa Rocca, Angelo Antonini, Andrea Porzionato, Raffaele De Caro, Mario
Bortolozzi, Luca De Toni, Carlo Foresta Titolo: Impairment
of human dopaminergic neurons at different developmental stages by
perfluoro-octanoic acid (PFOA) and differential human brain areas accumulation
of perfluoroalkyl chemicals - «Environment
International» 2021 Per ulteriori informazioni: Marco Milan marco.milan@unipd.it – 3517505091 per Università
degli Studi di Padova Pietro Cavalletti pietro.cavalletti@ahca.it
– 3351415577 per Fondazione
Ricerca Biomedica Avanzata – VIMM
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