Pazienti e pasticci con i farmaci nella
vita quotidiana. L’allarme degli internisti SIMI Roma,
16 gennaio 2024. Se i medici qualche volta sbagliano, anche ai pazienti capita
di incorrere in errore, soprattutto nell’assunzione delle terapie, mettendo a
repentaglio la loro salute. E le insidie si moltiplicano quando i pazienti sono
in poli-terapia. Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI)
lanciano l’allarme ‘bucce di banana nelle terapie’ e propongono consigli e
istruzioni per l’uso per evitarle. “Molti pazienti – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della SIMI –
in particolare quelli affetti da più patologie croniche, si trovano ad assumere
un alto numero di farmaci ogni giorno, magari a orari diversi. In Italia si
stima che il 75% degli over 60 assuma 5 o più farmaci al giorno. A rischio
‘pasticci’ sono soprattutto gli anziani con iniziali problemi di memoria, non
assistiti da un familiare o da un caregiver. Ma anche persone che
assumono farmaci per fai-da-te o passa-parola”. ‘Doppioni e politerapie’. Il problema può sorgere
quando il paziente si reca da diversi specialisti senza comunicare loro di
essere già in terapia con alcuni farmaci, uscendo dalla visita con una lista di
nuovi farmaci che potrebbero essere ‘doppioni’ di quelli che già assumono o
essere in contrasto con questi (interazione farmacologica). Lo stesso a volte
accade quando, un paziente dimesso dall’ospedale, assume i farmaci prescritti
in lettera di dimissione, riprendendo però anche ad assumere anche quelli
antecedenti al ricovero. “È importante – consiglia il professor Sesti –
informare sempre il medico delle terapie in corso, portando con sé un elenco
completo dei farmaci e della posologia assunta. È bene inoltre informare sempre il medico di famiglia delle
terapie proposte dai diversi specialisti, per aggiornare la scheda
farmacologica e verificare che non ci siano per problemi di ‘incompatibilità’ e
interferenza farmacologica che possono verificarsi sia con alcuni farmaci (ad
esempio antibiotici o contraccettivi orali), ma anche con farmaci da banco,
integratori e fitoterapici. Un altro consiglio è di portare sempre nel
portafoglio la lista dei farmaci assunti con orari e dosaggi, in caso di
emergenza”. Non dimenticare di
comunicare al medico le allergie. “Bisogna sempre informare il medico di eventuali
allergie (non solo farmacologiche) e soprattutto di reazioni allergiche insorte
a seguito dell’assunzione di un farmaco in particolare- ricorda il professor
Sesti -. Anche una terapia ‘sicura’ può avere effetti disastrosi su un paziente
allergico ad un determinato principio farmacologico”. Quando l’inganno è nel
nome o nel colore del farmaco. Un errore abbastanza comune è quello di prendere
un farmaco al posto di uno con un nome simile o con una formulazione simile (ad
esempio compresse rosa, forma a losanga, ecc.). L’ideale sarebbe prendere
sempre il farmaco dalla scatola sulla quale scrivere a cosa serve (ad esempio
‘per la pressione’, ‘per dormire’, ‘diuretico’, ‘per il diabete’, ecc.). Molti
anziani in politerapia sono abituati a mettere i farmaci in un portapillole con
scomparti divisi per giorno e orario della giornata (mattina, pomeriggio,
sera); in questo caso bisogna fare attenzione che il contenitore non si
rovesci, mischiando il contenuto di orari o giorni diversi”. Il microbiota intestinale
‘partecipa’ alla terapia. Un recente studio pubblicato su ‘Nature’ ha individuato 70
possibili interazioni tra batteri intestinali e i farmaci; il problema è di
così vasta portata da aver fatto coniare il termine ‘farmaco-microbiomica’.
“Gli antibiotici o la terapia cronica con inibitori di pompa protonica (PPI,
farmaci gastro-protettori, che spesso tra l’altro non è necessario assumere per
lunghi periodi) ad esempio – spiega il professor Sesti - modificano il
microbiota intestinale e questo può avere a sua volta un impatto sull’efficacia
di alcuni farmaci come i contraccettivi orali (terapia estro-progestinica) o la
terapia anticoagulante orale (warfarin). Le terapie che alterano il microbiota
intestinale possono insomma interferire con l’attivazione di altri farmaci,
riducendone o aumentandone la biodisponibilità. In caso di assunzione di
antibiotici o di sospensione di terapie croniche (PPI, statine, ecc.) bisogna
sempre verificare con il proprio medico se questo può avere ricadute su altre
terapie in corso”. Seguire
sempre la prescrizione del medico/specialista e chiedere spiegazioni se poco
chiara. A
volte le prescrizioni sono scritte in modo poco chiaro e il paziente può non
comprendere per quanto tempo dovrà effettuare una terapia o se deve assumerla
prima o dopo i pasti. “La soluzione è quella di non aver paura di chiedere
spiegazioni – afferma il professor Sesti – Non si dovrebbe mai uscire dallo
studio del medico, senza avere le idee chiare rispetto alla prescrizione di una
nuova terapia. Se il dubbio insorge una volta tornati a casa, è bene contattare
il medico per email per avere chiarimenti”. Rispettare
gli orari di assunzione dei farmaci. “Molte terapie – ricorda il professor Sesti -
vanno prese a digiuno (è il caso ad esempio degli ormoni tiroidei) o comunque
lontano dai pasti (cioè due ore dopo o un’ora prima del pasto) come nel caso di
alcuni antibiotici (es. macrolidi). Al contrario, i FANS (ibuprofene,
naprossene, ketoprofene, ecc.) vanno assunti a stomaco pieno perché gastro-lesivi.
Alcuni farmaci vengono prescritti due o tre volte al giorno perché la loro
durata d’azione (‘emivita’) copre solo 8 o 12 ore e dunque, per non rimanere
scoperti è bene rispettare l’orario di prescrizione. È necessario insomma
rispettare sempre orari e dosaggi e se si salta una dose, mai prenderla doppia
il giorno successivo nel tentativo di ‘recuperare’. Per aiutare la memoria, si
può ricorrere alle sveglie sul telefonino”. Non
assumere mai i farmaci con latte, pompelmo o con bevande alcoliche. “I farmaci vanno assunti
sempre con un abbondante bicchiere d’acqua. Mai con il latte o gli agrumi (o
peggio con bevande alcoliche) – spiega il professor Sesti - perché questo può
ridurne o aumentarne l’assorbimento”. Non
assumere mai un antibiotico senza prescrizione. Molti, alle prime linee
di febbre, ricorrono al ‘fai-da-te’ attingendo a precedenti terapie
antibiotiche avanzate e conservate nell’armadietto dei medicinali. “È un errore
– sottolinea il professor Sesti - perché non tutti i mal di gola, sinusiti,
bronchiti o cistiti necessitano di una terapia antibiotica e comunque
l’antibiotico che troviamo in casa potrebbe non essere efficace su quel germe e
semmai contribuire al fenomeno dell’antibiotico- resistenza”. La prescrizione
dell’antibiotico insomma, di volta in volta, va lasciata al medico. Non ridurre, né aumentare
autonomamente la dose dei farmaci. “Nel primo caso il dosaggio del farmaco potrebbe
non essere efficace – spiega il professor Sesti - nel secondo si rischia di
incorrere nei suoi effetti indesiderati o in problemi di sovradosaggio. Il take home message anche in questo caso è
di verificare sempre con il medico se è il caso di ‘ritoccare’ la posologia del
farmaco (ad esempio se la pressione arteriosa aumenta con il freddo o scende durante
l’estate), senza modificarlo autonomamente. Il corretto dosaggio di alcuni
farmaci inoltre varia anche in base alla funzionalità dei reni, quindi
soprattutto in presenza di insufficienza renale, è bene attenersi alle
prescrizioni degli addetti ai lavori. Non
interrompere mai le terapie prescritte per una condizione cronica (diabete,
ipertensione, ipercolesterolemia, BPCO, ecc). Alcuni pazienti interrompono la cura
quando finiscono le compresse contenute nella scatola, altri perché ritengono
di star meglio (‘la pressione è tornata normale’). “Ma il diabete, come la
pressione alta o l’ipercolesterolemia – spiega il professor Sesti - necessitano
di un trattamento cronico, anche vita natural durante. Le patologie croniche
non si comportano come una polmonite che guarisce dopo una settimana di terapia
antibiotica e anche se la colesterolemia o la glicemia sono rientrati nella
norma nelle analisi del sangue, non bisogna sospendere una statina o un farmaco
anti-diabete perché si tornerà rapidamente al punto di partenza”. Ufficio stampa SIMI Maria Rita Montebelli 335 318642 Andrea Sermonti 334 1181140 |