ABBIAMO A CUORE I TUOI RENI. UN CAMMINO CONSAPEVOLE DI
CRESCITA DAL BAMBINO ALL’ADULTO Hanno la stessa età, 38
anni, ma non si sono mai conosciute. Oggi hanno dato vita a un sodalizio per
creare una straordinaria sinergia per affrontare insieme ricerca, prevenzione e
cura delle malattie renali e cardiovascolari. Sono due associazioni, ABN, per
il bambino nefropatico e Aspremare
fondazione Buccianti per i nefropatici adulti, che vogliono raggiungere un
obiettivo comune: salvare i reni, il cuore e migliorare la qualità di vita dei
malati. Come? Diffondendo le norme di prevenzione primaria, che comprendono stili
di vita sani (dieta mediterranea, esercizio fisico, niente fumo e alcol) per
tenere lontano ipertensione, diabete e obesità, che sono l'anticamera delle
malattie croniche. Cominciando dalle scuole, perchè bambini sani vuol dire
adulti sani e vecchi senza malattia. Ecco posizioni e intenti delle due
associazioni, raccontate dai due promotori, professor Giovanni Montini,
primario di nefrologia e dialisi pediatrica alla De Marchi Fondazione IRCCS Ca'
Granda Policlinico di Milano e dal professor Gherardo Buccianti, presidente
della Fondazione Aspremare, all'ospedale di Niguarda di Milano, nel corso della
Conferenza in occasione della Giornata Mondiale del rene, tenutasi nella sede
di Banca Prossima, a Milano, alla presenza dell'assessore al reddito e all'inclusione
sociale della regione Lombardia, Giulio Gallera. I malati di rene in Italia,
ammontano a 3 milioni e mezzo, secondo un recente studio apparso su Lancet che
stima la prevalenza delle malattie renali nel 6,3% della popolazione. Ma a
nostro avviso questi dati pur essendo corretti, sottostimano le dimensioni del
problema, che può coinvolgere anche 5 milioni di persone, comprendendo anche i
casi pediatrici. Per poter affrontare il problema, bisognerebbe conoscerlo
nella sua esatta dimensione, mentre attualmente è sottostimato per i seguenti
motivi: scarso invio del malato al nefrologo da parte dei medici, quando la
malattia è allo stadio di precocità; non sempre il nefrologo richiede per il
paziente l’esenzione per patologia renale dando la priorità ad altre esenzioni
già in suo possesso, inficiando i dati statistici a livello regionale e
nazionale di incidenza e prevalenza di disfunzione renale.; disinteresse per la
nefrologia che è ancora una disciplina sconosciuta ai più, tranne le persone
che ne sono venute a contatto per necessità cliniche, personali o familiari. Secondo gli esperti, quindi,
ci sono un milione e mezzo di persone che non sanno che i loro reni si possono
ammalare. Scoprirlo precocemente può servire per pracrastinare nel tempo
l’insorgenza della malattia ed evitare la dialisi. Per scoprirlo basta poco: il
test della creatinina sul sangue e l’esame delle urine. Diversa la situazione del
bambino nefropatico che oggi, grazie alle tecniche di imaging, viene
diagnosticato anche in ambiente fetale con possibilità di intervenire
chirurgicamente per eliminare la malformazione che in futuro potrebbe portare a
una malattia più grave. Se il bambino è curato precocemente e in maniera
adeguata può guarire, ma se il suo disturbo passa inosservato porterà da adulto
le conseguenze della malattia contratta nell’infanzia. L’imperativo è quindi
non dimenticarsi dei reni fin dalla nascita. La sinergia - Per questo motivo due organizzazioni, la Fondazione
Buccianti Aspremare per la prevenzione delle malattie renali nell’adulto e ABN,
l’Associazione bambino nefropatico, in occasione della Giornata mondiale del
rene, che si celebra oggi 10 marzo, uniscono le loro forze in un’azione
congiunta, per diffondere consapevolezza fra i medici e presa di coscienza fra
l’opinione pubblica per non sottovalutare le malattie renali, perché se
controllate e curate, mantenendo in efficienza i reni, si preservano anche le
malattie cardiovascolari. E’ di questi ultimi anni, infatti, l’attenzione a
questa multidisciplinarietà clinica, perché rene e cuore sono l’uno lo specchio
dell’altro. L’azione combinata fra le due Organizzazioni appare quanto mai
opportuna per evitare che ai 50.000 malati che tre volte alla settimana devono
recarsi in ospedale per la dialisi, se ne aggiungano altri. I bambini - Seppur meno frequenti che nell'adulto, le malattie
renali del bambino sono spesso patologie gravi, con necessità in alcuni casi di
ricorrere alla dialisi cronica ed al trapianto renale. Si tratta dunque di
patologie croniche che determinano un importante cambiamento dello stile di
vita del bambino e della sua famiglia. Sono necessarie frequenti visite
ospedaliere, l'assunzione di molti farmaci, restrizioni dietetiche. Si
correlano spesso a difficoltà di crescita e bassa statura e non è infrequente
che possano rientrare in quadri sindromici più complessi. Di conseguenza le
vite di questi piccoli pazienti e delle loro famiglie ne risultano
inevitabilmente segnate. A differenza degli adulti,
le principali cause di insufficienza renale cronica sono congenite (presenti
già alla nascita) o genetiche (legate ad alterazioni del DNA). Le malformazioni
congenite del rene e delle vie urinarie (CAKUT), ed in particolare le uropatie
ostruttive e la ipo-displasia renale, sono la principale causa di insufficienza
renale cronica nel bambino. Più raramente l'insufficienza renale del bambino
deriva da un danno al rene acuto e/o acquisito, legato a farmaci, a patologie
di altri organi o infezioni severe (sepsi). Rientra in questa categoria
anche il danno renale secondario alla prematurità. Come è noto, il
miglioramento della gestione del neonato prematuro ha consentito a bambini nati
in età sempre più precoce di sopravvivere e raggiungere l'età adulta.
Purtroppo, poiché il rene è ancora in una fase di sviluppo al momento della
nascita, una parte di questi bambini nati prematuri subisce un danno renale che
nelle età successive può manifestarsi come insufficienza renale cronica e/o
ipertensione. Che si tratti di congenito o
acquisito il danno renale insorto in età pediatrica può a volte rendersi
evidente solo nelle età successive, con comparsa di insufficienza renale
cronica di grado variabile. Pertanto le malattie con coinvolgimento renale nel
bambino non solo determinano una elevata morbidità e mortalità durante
l'infanzia, ma costituiscono una importante causa di insufficienza renale e/o
ipertensione anche oltre, in età adulta. “Identificare, in età pediatrica, le
condizioni a rischio di sviluppo di insufficienza renale nell'adulto – spiega
il professor Giovanni Montini, primario di nefrologie e dialisi alla De
Marchi-Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Policlinico - può consentire di mettere in
atto misure preventive comportamentali o terapeutiche che blocchino la
progressione di questo danno renale prima che si aggravi. Evitando pertanto la
totale perdita della funzione renale ed il ricorso al trapianto di rene o alla
dialisi. Gli adulti - Attualmente il numero di pazienti adulti in dialisi
in Italia è di circa 50.000 e 150 di loro sono bambini o adolescenti. Diversamente
dal passato in cui la malattia renale che portava alla dialisi era la
conseguenza di una patologia renale primitiva (glomerulonefrite, pielonefrite,
malattie su base ereditaria, anomalie congenite), essa oggi appare come
conseguenza della stessa malattia che alcuni anni prima aveva richiesto
l’intervento del cardiologo, del cardiochirurgo, del diabetologo: una malattia
cardiovascolare. La malattia renale va dunque intesa non più come malattia
d’organo ma “dell’intero organismo”. Stando così le cose i malati
ricorrono allo specialista nefrologo quando la malattia renale è avanzata,
magari con un bagaglio di malattie cardiovascolari sulle spalle. Diversamente
dal passato, oggi prevenire la comparsa e la progressione della malattia renale
e della patologia cardiovascolare è possibile, attraverso una corretta
prevenzione. Prima di tutto un banale esame del sangue per il test della
creatinina e l’esame delle urine con dosaggio dell’albuminuria, che possono
essere fatti ogni anno, dopo i 50 anni, a meno di avvisaglie, anche prima. In
seconda battura, il malato deve essere inviato al nefrologo prima possibile per
verificare la necessità di sottoporlo a una ecografia renale, a una indagine
cardiovascolare con elettrocardiogramma e ecocolordoppler degli arti inferiori.
Obesità, ipertensione,
diabete sono tre condizioni patologiche che possono coinvolgere anche i reni:
“Purtroppo – dice il professor Gherardo Buccianti, presidente della Fondazione
Aspremare – i nostri ambulatori sono frequentati da pazienti che presentano già
queste patologie, responsabili spesso della Sindrome metabolica, una condizione
che comporta un aggravio della funzione di tutti gli organi. Il consiglio
prevalente è quello di mantenere il proprio peso forma, tenere bassa la glicemia
e la pressione e alimentarsi correttamente privilegiando i cibi che hanno un
indice glicemico basso. |