Piano Rifiuti radioattivi “NECESSARIO
UN DEPOSITO NAZIONALE MA CON IL COINVOLGIMENTO DI TUTTA LA COMUNITA’
SCIENTIFICA E LA CONDIVISIONE DELLA SCELTA!” Fiore (Presidente Nazionale
SIGEA): “Necessaria però la condivisione della scelta. Sigea auspica che la
comunità tecnico scientifica italiana sappia prestare la massima considerazione
al programma d’individuazione del deposito unico nazionale, nell’auspicio che
il contributo tecnico e scientifico che sarà espresso vada nella direzione di
un effettivo perseguimento di migliore sicurezza per le persone e l’ambiente”. Sassone (Pres. SIGEA Piemonte):
“I 67 siti individuati dall’attuale formulazione nella proposta della Carta,
rappresentano solo una preliminare selezione dei siti potenzialmente idonei
effettuata sulla base della Guida tecnica ISPRA; ci preme evidenziare che tra
questi siti non sono inclusi i siti che attualmente detengono la maggior parte
delle scorie radioattive nazionali: Saluggia e Trino Vercellese in provincia di
Vercelli. Urgente e indifferibile l’individuazione di un sito nazionale nel
quale stoccare, con tutte le garanzie di sicurezza che la scienza oggi
consente, quanto da decenni conservato in zone evidentemente non idonee e che
comportano un grave rischio per le comunità rivierasche della Dora Baltea e del
Fiume Po e del più grande acquedotto del Piemonte”. “I 67 siti individuati
dall’attuale formulazione nella proposta della Carta, rappresentano solo una
preliminare selezione dei siti potenzialmente idonei effettuata sulla base
della Guida tecnica ISPRA; ci preme evidenziare che tra questi siti non sono
inclusi i siti che attualmente detengono la maggior parte delle scorie radioattive
nazionali: Saluggia e Trino Vercellese in provincia di Vercelli. Tale aspetto,
rilevantissimo, sottolinea definitivamente come sia urgente e indifferibile
l’individuazione di un sito nazionale nel quale stoccare, con tutte le garanzie
di sicurezza che la scienza oggi consente, quanto da decenni conservato in zone
evidentemente non idonee e che comportano un grave rischio per le comunità
rivierasche della Dora Baltea e del Fiume Po e del più grande acquedotto del
Piemonte, l’acquedotto del Monferrato con oltre 150mila utenti e oltre 100
comuni tra la provincia di Torino, Alessandria e Asti. Allo stesso tempo
andrebbero da subito escluse aree italiane interessate da tettonica più
recente, da consolidati percorsi di sviluppo turistico e naturalistico e a vocazione
agricola ed ambientale di pregio”. Lo ha affermato Paolo Sassone, geologo
e Presidente della sezione piemontese della Società Italiana di Geologia
Ambientale. Che la comunità tecnico
scientifica italiana sappia prestare la massima considerazione al programma
d’individuazione del deposito unico nazionale “Con la pubblicazione online lo
scorso 5 gennaio 2020 della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente
Idonee (CNAPI), consultabile dal sito www.depositonazionale.it,
si è dato avvio alla fase di consultazione pubblica attesa da oltre 5 anni.
Questa consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, è finalizzata a
coinvolgere i soggetti portatori d’interessi qualificati nel processo di
localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico. La Società Italiana di Geologia
Ambientale prende atto che finalmente il Governo italiano ha dato avvio al
procedimento per l’individuazione del sito più idoneo a ospitare la
realizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo
definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività – ha dichiarato Antonello Fiore,
Presidente Nazionale della SIGEA - derivanti da
attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione
d’impianti nucleari, e all'immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga
durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti
dalla pregressa gestione di impianti nucleari. Nei prossimi mesi sarà l’intera
comunità scientifica nazionale, anche a supporto delle amministrazioni locali e
delle associazioni di categoria, a dover dare il contributo ad alto contenuto
tecnico-scientifico affinché le scelte che saranno effettuate siano basate su
cristallini criteri di approfondimento geologico, ambientale e socio-economico
nell’attesa di giungere alla scelta del sito suffragata da rigorose valutazioni
e non offuscata da arroganti valutazioni di convenienza o di parte che non
tengano conto delle reali condizioni di sicurezza dettate dai criteri tecnici
approvati da ISPRA (https://www. Sigea auspica che la comunità
tecnico scientifica italiana sappia prestare la massima considerazione al
programma d’individuazione del deposito unico nazionale, nell’auspicio che il
contributo tecnico e scientifico che sarà espresso vada nella direzione di un
effettivo perseguimento di migliore sicurezza per le persone e l’ambiente. Con questa procedura, la prima
nel nostro Paese su un’infrastruttura di rilevanza nazionale, si è dato avvio
al processo che permetterà di mettere definitivamente in sicurezza i rifiuti
radioattivi che noi stessi abbiamo prodotto e produciamo. L’auspicio che, nei limiti
dell’emergenza Covid che richiederebbe tempi maggiormente idonei per le
osservazioni, non si perda più altro tempo e siano rispettate rigorosamente le
tempistiche e scadenze che la stessa normativa Italia ha stabilito, magari
facilitando la consultazione delle carte nella fase di consultazione rendendo
disponibile il GIS per favorire l’analisi dei siti da parte degli interessati”. Per interviste: Paolo Sassone -
geologo – Presidente Sezione Piemonte della SIGEA – Tel 335 615 1798 Antonello Fiore - Presidente
Nazionale della SIGEA - Tel 336 – 354145. Giuseppe Ragosta – Addetto
Stampa Nazionale della SIGEA – Tel 392 5967459.
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