Dal 6
marzo 2022 in mostra
RITORNO A TRIESTE.
LUCIO
SAFFARO
TRA ARTE E SCIENZA
Trieste, Magazzino 26 / Porto Vecchio
UNA GRANDE MOSTRA NELLA
SUA CITTÀ NATALE
RIPORTA L'ATTENZIONE
SULL'OPERA PITTORICA E
GRAFICA DI LUCIO SAFFARO,
SINGOLARE FIGURA
INTELLETTUALE
DEL SECONDO NOVECENTO:
PITTORE, SCRITTORE,
POETA E SCIENZIATO,
ARTISTA RINASCIMENTALE E
MITTELEUROPEO AD UN TEMPO.
ARTE E SCIENZA UNITE
NELLA COSTANTE RICERCA
DELL'INFINTO E DELLA
PERFEZIONE.
FIGURE ENIGMATICHE,
POLIEDRI SOLITARI
PER INTERROGARSI SULL'
"IO" E SULLA FINITEZZA DELL'UOMO.
Lo specchio di Vermeer (opus CCLXXXIII)
1987, olio su tela, 60 x 50 cm.,
Fondazione Saffaro, Bologna
Una riscoperta, un atteso ritorno, una
personalità artistica e intellettuale incredibile.
La singolarità della figura di Lucio Saffaro (Trieste 1929 - Bologna 1998), pittore, scrittore, poeta e
matematico, e la complessità del suo universo – la sua costante
ricerca dell'infinito e della perfezione attraverso gli enigmi dello spazio e del tempo e
le esplorazioni del pensiero - appaiono con travolgente
evidenza soprattutto nelle
sue opere pittoriche e grafiche.
Quasi 90 lavori di questo straordinario artista e intellettuale saranno riuniti nella
mostra "Ritorno a Trieste.
Lucio Saffaro tra arte e scienza" in programma nel rinnovato Magazzino 26, nel Porto Vecchio della città giuliana, dal 6 marzo al 26 giugno 2022; mostra che riscopre un grande protagonista dello scenario
intellettuale del secondo Novecento e dà
conto dell'originalità di Saffaro nel contesto della cultura e
dell'arte italiana del tempo.
In effetti la poetica dell'artista triestino, che
lascia la città di Svevo in giovane età per svolgere i suoi studi di Fisica pura a Bologna, città d'elezione anche dal punto di vista
artistico - si sviluppa autonomamente
rispetto alle tendenze contemporanee, attraverso una concezione estetica che
si pone sotto il segno di una costante ricerca
della "differenza" nei confronti dei movimenti avanguardistici e
degli sperimentalismi linguistici del secondo '900.
Un'autonomia dalle correnti principali che forse
ha reso difficile la conoscenza e la familiarità da parte del grande pubblico con
l'arte di Saffaro, seppure egli abbia esposto alla Biennale di Venezia, alla
Quadriennale di Roma e in molte altre importanti rassegne in Italia e
all'estero e nonostante i maggiori critici e storici dell'arte del Novecento (come Arcangeli, Accame,
Calvesi, Quintavalle, Barilli e tanti altri) abbiano invece
lungamente scritto e riflettuto intorno ad essa e all'affascinante personalità di un artista
e intellettuale che può definirsi rinascimentale e mitteleuropeo ad
un tempo.
La stella di Origene (opus CCXCII)
1991, olio su tela, 80 x 60 cm.,
Fondazione Saffaro, Bologna
in alto
Opus
CCCV
1993,
olio su tela, 90 x 110 cm.,
Fondazione
Saffaro, Bologna
in
basso
San
Giorgio, il Drago e la Principessa (opus VIII),
1955,
olio su tela, 80 x120 cm.,
Fondazione
Saffaro, Bologna
Pur rifiutando la definizione di
artista-matematico, Saffaro ha
saputo coniugare la sua profonda cultura scientifica con la costante indagine
pittografica di forme simboliche legate allo spazio e al tempo,
agli interrogativi che essi pongono e alle infinite indagini mentali ed
estetiche da essi suggerite.
La mostra promossa dalla Fondazione Lucio Saffaro
con il Comune di Trieste e il patrocino della Regione Friuli-Venezia Giulia, curata da Claudio Cerritelli con
la collaborazione scientifica di Gisella Vismara e organizzata
da Villaggio Globale International, presenta dunque una consistente selezione di opere
pittoriche e grafiche di proprietà della Fondazione stessa (36 oli, 35
litografie e 16 disegni), che restituiscono al pubblico
un'immagine completa della ricerca dell'artista (1954-1997): dalle figure enigmatiche delle
prime opere immesse in una dimensione quasi onirica – come il Magnifico signore e il
Concerto del
1954 o L'inquietudine del
1956 – fino alla
ultime investigazioni prospettiche in cui i poliedri assumono un ruolo
centrale quali forme "che
pongono quesiti
non di natura matematica ma
piuttosto esistenziale", come La stella di Origene del
1991 e Il dodecaedro
paolense del 1993.
Catalogo edito per i tipi della Bononia University Press con testi di
Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore e Gisella Vismara .
Info
Orari
Lunedì e martedì: Chiuso
Mercoledì – Domenica: Ore 10:00 – 14:00
Ore 16:00 – 20:00
Biglietti: Ingresso gratuito
in alto da sinistra
N2 tab Senza titolo,
litografia a colori, 50x40 cm
Le colonne di posizione,
1979 c., litografia a colori, 35x40 cm.
in basso
La descrizione del tempo,
1986, litografia a colori, 50x35 cm.
in alto da sinistra
L'inquietudine
1956, olio su tela, 60 x 50 cm.,
Fondazione Saffaro, Bologna
Il concerto (opus V)
1954 c., olio su tela, 60 x 50 cm.
Fondazione Saffaro, Bologna
in basso
l'identificazione della realtà
1955, olio su tela, 50 x 60 cm.,
Fondazione Saffaro, Bologna