Sant Antoni del porscell
Lo sapevi che…
Il 17 Gennaio ricorre la festa di
Sant’Antonio Abate, che a Milano è noto anche come Sant Antoni del porscell.
Tra le tante malattie un tempo in circolazione, il "fuoco di Sant’Antonio" (l’herpes zoster che conosciamo anche
noi) ci andava giù duro. Per curarlo esisteva uno speciale unguento, a base di
grasso di maiale, fornito da certi frati dell’ordine di Sant’Antonio
Abate, che dimoravano nei pressi della contrada che da essi prenderà nome.
Dalla Francia, questi religiosi fin dal ’200 si erano trasferiti da noi,
andando ad abitare quel vasto brolo che si stendeva fra Santo Stefano e San
Nazaro e che, per essere alquanto fuori mano, vide il fiorire dei primi
ospedali cittadini. Tra questi ne esisteva uno che era divenuto famoso proprio
per la cura del "sacro fuoco" e ben presto gli Antoniani ne avevano
ottenuto la direzione. Per incrementare la produzione di quel grasso curativo,
avevano subito iniziato ad allevarvi maiali su vasta scala, contrassegnandoli
con una grande lettera T impressa a fuoco (che forse voleva simboleggiare la
stampella sulla quale si reggevano i colpiti dal morbo).
I porci di Sant'Antonio godevano di speciali
privilegi, primo fra tutti quello di poter liberamente scorrazzare per la città.
Tutte le volte che qualche infelice segnato dal “fuoco” bussava alla porta
degli Antoniani, il frate beccaio, dopo aver scannato il maiale di turno, ne
cavava il grasso che faceva al caso, mettendo il resto da parte, a vantaggio dei
confratelli che ne ricavavano poi prosciutti e cotechini.
Al sostentamento dei suini provvedeva di buon grado la pubblica carità,
incoraggiata dagli stessi monaci che, ai più generosi fra i cittadini, non
esitavano a concedere ogni sorta d’indulgenze.
Dove precisamente si trovasse il famoso Hospitale Porcorum le cronache non dicono: certo non lontano dal luogo dove ora sorge la
sontuosa chiesa di Sant'Antonio, riedificata a metà del ’600, quando da gran tempo ormai la cura degli
affetti dal "fuoco di Sant’Antonio" era stata rilevata dalla Cà Granda e gli Antoniani, dal canto loro, avevano
fatto ritorno in Francia.