Roberto
Perotti (Presidente
Ordine Geologi Lombardia) : “Siccità: situazione ancora critica sotto il
profilo delle precipitazioni piovose e nevose, oltre che delle temperature
superiori alla media soprattutto a Nord del Po. Dobbiamo agire subito con interventi
strutturali atti a correre ai ripari anche da calamità di questa entità.
Verificare le reti e intervenire sulle perdite! La
Lombardia presenta una notevole geodiversità e conseguentemente sistemi
acquiferi molto diversi tra loro. Approfondire gli studi e prevedere nuovi
impianti di captazione”. “Ci troviamo all’inizio di un secondo anno decisamente anomalo,
ma che si porta dietro la penuria di precipitazioni piovose e nevose dello
scorso anno. Il risultato non potrà essere migliore del 2022, casomai
peggiore. I dati dell’ultimo incontro dell’Osservatorio Permanente degli
utilizzi idrici, coordinato dall’Autorità di Bacino del Fiume Po e tenutosi il
9 marzo, espone una situazione ancora critica sotto il profilo delle
precipitazioni piovose e nevose, oltre che delle temperature superiori alla
media soprattutto a Nord del Po. Temo che l’unica variabile che possa riportare
alla quasi normalità un complesso sistema idrico e tutti i suoi utilizzi, siano
intense precipitazioni della durata di oltre un mese e mezzo, in modo diffuso.
Ma questo potrà servire solo a breve termine, ossia forse per superare
l’Estate. Un altro inverno analogo a quello a cavallo tra il 2022 e il 2023 ci
riporterà a condizioni sempre peggiori”. Lo ha affermato Roberto Perotti,
Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia. “Dobbiamo agire subito con interventi strutturali atti a correre
ai ripari anche da calamità di questa entità. Il paradosso della Pianura Padana
è che si trova generalmente nei periodi primaverile/estivo e autunnale a
situazioni di precipitazioni abbondanti che portano ad esondazioni, allagamenti
e dissesti idrogeologici importanti. In questi ultimi due anni ci troviamo a
combattere una realtà esattamente opposta a quella cui ci siamo adoperati per
decenni a difenderci, con arginature, vasche di laminazione in grado di
contenere milioni di metri cubi d’acqua, ecc… Cosa fare per difenderci dalla siccità? Certamente una maggiore
attenzione la si sta ponendo nella distribuzione e nella razionalizzazione
delle acque dei grandi invasi. Acqua che ha molteplici utilizzi – ha
continuato Perotti - uno tra questi la generazione di energia
idroelettrica. Acqua che necessariamente deve scorrere a valle, ma che allo
stato attuale non sarebbe in alcun modo utilizzabile per il sistema irriguo. Proviamo pertanto a prendere in esame dapprima le acque
destinate al consumo umano e zootecnico, che certamente hanno la priorità. La Lombardia presenta una notevole geodiversità e
conseguentemente sistemi acquiferi molto diversi tra loro. La situazione
idrogeologica regionale o comunque del nord Italia presenta peculiarità
differenti in virtù del fatto se ci troviamo in ambito montano, collinare o di
pianura. Se la conoscenza degli acquiferi di pianura si può ritenere ad
un buon livello, anche dettato dalla presenza di numerosi pozzi per molteplici
scopi, non si può dire altrettanto per la collina e la montagna. In questi due ambiti morfologici, l’assetto idrogeologico è
certamente molto più complesso e il ruolo del geologo è proprio quello di
fornire utili indicazioni sulle caratteristiche e produttività potenziale di
questi acquiferi. Questo è possibile solo attraverso studi e approfondite
ricerche idrogeologiche di dettaglio”. Verificare le reti e intervenire sulle perdite! “Ma iniziamo a ragionare sull’esistente. In collina e montagna è
più facile avere realtà di approvvigionamento idrico, anche di grossi centri
abitati mediante sorgenti. Siamo però certi di conoscere i reali quantitativi
(la portata) che sono in grado di dare? Sono monitorate in continuo – ha
continuato Roberto Perotti - per valutare quale sia il loro tempo di
esaurimento? Siamo certi di captare tutta l’acqua potenziale, o una parte la si
perde e non lo sappiamo? Domande queste alle quali un geologo sarebbe in grado
di dare le adeguate risposte e magari proporre nuovi impianti di captazione, ma
solamente a seguito di specifici studi. Un altro intervento strutturale altrettanto importante è la
verifica delle reti e di eventuali perdite. Vista la difficoltà e complessità
di collegamenti in ambito soprattutto montano e vista la fragilità legata anche
a dissesti, spesso si perdono ingenti quantitativi di acqua semplicemente lungo
le reti di distribuzione. Laddove sono invece presenti pozzi dobbiamo invece pensare se
sono realmente efficienti così come quando sono stati realizzati. Per fare
questo occorre effettuare opportune prove di portata per verificare se è mutato
qualcosa. Ad esempio, che non si siamo intasati i tratti filtranti piuttosto
che ammalorata la parte impiantistica. Dobbiamo ancora una volta ragionare e pensare ad interventi
programmati a lungo termine e non solo all’occorrenza. Dobbiamo pensare che
soprattutto il settore idrogeologico è un settore di studio estremamente
complesso e che necessita di studi accurati. Dobbiamo iniziare a pensarci con
ragionevole anticipo!”. Per interviste : Roberto Perotti – Presidente Ordine Geologi della Lombardia –
Tel 347 – 101 2652 Giuseppe Ragosta - Addetto Stampa Ordine Geologi della Lombardia
- Tel 392 5967459. |