UGIS AL POLITECNICO DI MILANO
Volare è davvero sicuro?
Nella rigorosa industria del trasporto aereo mondiale si nasconde un
traffico illegale più lucroso della droga. E' il mercato sommerso delle "bogus
parts”, ovvero dei componenti contraffatti installati a bordo degli aerei.
Fabrizio S. Bovi, coordinatore del
Gruppo Scienze Aeronautiche dell’UGIS e l’investigatore di incidenti aerei
com.te Arturo Radini, hanno trattato il tema in una lezione - con taglio
giornalistico dai realistici contorni di una spy story – a un Master sulla
Safety Aeronautica organizzato dalla facoltà di Ingegneria Aerospaziale del
Politecnico di Milano.
Pochi sanno che a causare l'incidente del Concorde nel quale - il 25 luglio
del 2000 - a Parigi persero la vita 113 persone, fu una barra di alluminio
lunga una quarantina di centimetri appartenente a un altro aereo. Gli
investigatori francesi accertarono che quella barra metallica, sfilatasi
dall'ala di un jet di linea che precedeva il Concorde in decollo, era una parte
meccanica contraffatta, in gergo tecnico una "bogus part".
Casualmente, negli stessi giorni, i Carabinieri di Olbia rinvenivano in un
ovile nei pressi di Tempio Pausania alcune casse contenenti parti di ricambio
di aereo "tarocche", pronte per essere rivendute.
L'inchiesta della Procura portò alla luce un ingente traffico
internazionale di ricambi aeronautici contraffatti in grado di compromettere
gravemente la sicurezza dei voli e la vita di milioni di passeggeri. A seguire
le tracce di questo lucrosissimo mercato illecito, accanto all'FBI e alle
Authority aeronautiche di mezzo mondo, furono due detective aeronautici
italiani: l'ing. Vittorio Floridia e lo stesso com.te Arturo Radini.
Dopo nove mesi di indagini condotte nell'ombra e sotto copertura,
l'operazione "Latin Phoenix" porterà alla sconcertante scoperta che
la centrale di smistamento delle parti contraffatte si trovava in un hangar
dell'aeroporto di Ciampino, affittato a una ditta civile, e presidiato
all'esterno da ignari vigilanti armati dell'Aeronautica Militare. E alla
certezza che qualcuno, ai più alti livelli politici, ne era perfettamente a
conoscenza.
Su quanto emerso dalle indagini e sull’esito del procedimento penale calò
in fretta il silenzio. Agli imputati nel processo furono comminate pene
detentive irrisorie, commutate in arresti domiciliari o condonate.
Le immagini del documentario-inchiesta ‘Endangerd Flights’, coprodotto da USA-Germania
e diffuso in tutto il mondo, non sono mai andate in onda sulle reti televisive
italiane.