ITALIANI E SORRISO: IL 61% LO FA A BOCCA
CHIUSA Giornata mondiale del
sorriso, l’indagine commissionata da Straumann Group svela emozioni e abitudini
della popolazione. La psicoterapeuta spiega la tecnica del “Come se” per
riprendere a sorridere apertamente. Il sorriso è il vero
specchio dell’anima: sono proprio il viso e in particolare la bocca le parti più utilizzate per
esprimere il proprio stato d’animo, rispettivamente secondo il 34% e il 38%
degli italiani. È quanto emerge da uno studio commissionato da Straumann
Group in occasione della Giornata mondiale del Sorriso (7 ottobre) - effettuato
con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) - che ha messo in luce anche le recenti
maggiori difficoltà ad esternare le proprie emozioni: il 52% del campione non
lo fa mai (oppure poco), ostacolati da una disabitudine sviluppatasi in
seguito alla pandemia (59%), ma anche per timidezza (66%) o insicurezze
legate al proprio aspetto fisico (46%). IL RUOLO DELLA BOCCA Il ruolo chiave della
bocca è reso ancora più evidente da ulteriori dati dello studio “Italiani e
sorriso”: secondo il 37% degli
italiani coinvolti nello studio rappresenta una delle parti più intime del
proprio corpo, per il 29% è uno strumento indispensabile per comunicare
e per il 21% una parte del viso da curare all’esterno e all’interno.
Innumerevoli, inoltre, le sue funzioni: parlare (30%), mangiare (25%),
baciare (20%), trasmettere uno stato d’animo (19%). A spiegare e confermare
l’importanza della bocca è la Dr.ssa Katia Vignoli, psicoterapeuta e
docente alla Scuola di specializzazione in psicoterapia e alla Scuola di
Naturopatia dell'Istituto Riza: “Nell’immaginario universale la bocca è il
ponte di passaggio tra il mondo interiore e il mondo esterno: è dotata di un
numero straordinario di terminazioni nervose e forse non è così noto che larga
parte della nostra corteccia sensoriale sia dedicata alle sue numerose
attività”. Secondo l’indagine, sono molteplici anche gli stati d’animo che
le persone manifestano attraverso la bocca, ad esempio felicità (67%), sorpresa/stupore
(59%), perplessità (56%), disaccordo (41%) e tristezza
(45%): “La bocca può esprimere tutto e il contrario di tutto, è il
simbolo delle ambiguità - rivela la Dr.ssa Vignoli - Essa disegna
nelle sue due curve la compresenza di due direzioni opposte, che riassumono le
due nature dell’essere umano: quella superiore corrisponde al mondo dell’alto,
della coscienza; quella inferiore al mondo del basso, degli istinti”. IL SORRISO DEGLI ITALIANI La bocca, quindi, è la
traduttrice simultanea più versatile dei nostri stati d’animo ed è indubbio
che, nel ventaglio delle sue possibilità espressive, il sorriso occupi il
primo posto. Sono molte le sfaccettature che un sorriso può mostrare:
innanzitutto, l’indagine rivela che il 61% degli italiani sorride a bocca
chiusa, mentre soltanto il 39% lo fa a bocca aperta. Due modi di
sorridere che racchiudono differenti significati: “Il sorriso a bocca chiusa
si carica di significati come tacere, nascondere, rifiutare, assentarsi,
mantenere la distanza, custodire nel silenzio, auto-proteggersi… Mettiamo
istintivamente la mano sulla bocca quando abbiamo paura: tenere la bocca chiusa
è sbarrare l’accesso al mondo, e mima un grande ‘No’ alla vita -commenta
la pscicoterapeuta Vignoli - Aprire la bocca, invece, non è solo
respirare, mangiare, parlare, ma anche farsi sentire, rompere il tabù; e poi
sperimentare, avviare lo scambio con l’altro, essere disponibili, curiosi,
entrare nel gioco. Apriamo la bocca davanti a meraviglia, bellezza,
inaspettato: la vita chiama e le labbra si schiudono; la vita offre e la bocca
si apre; la vita sorprende e la bocca si spalanca. Insomma, aprire la bocca è
un grande ‘Sì’ alla vita: significa permettere alla vita di entrare dentro di
noi, consentire a noi stessi di uscire arricchiti o trasformati da questo
scambio”. CURARE IL SORRISO Lo studio ha indagato
anche le ragioni per cui gli
italiani, quando sorridono, non mostrano i denti: insicurezza legata
all’aspetto fisico (67%), disabitudine legata all’uso della mascherina
(63%), timidezza (60%) e poca cura della cavità orale (56%). Proprio
quest’ultimo è un aspetto che potrebbe essere migliorato e che, secondo
l’indagine, induce emozioni negative nelle persone consapevoli di non
avere un sorriso curato, quali insicurezza
(59%), imbarazzo (43%), vergogna (39%) e malumore (33%). D’altro canto, una
bocca curata fa sentire il 67% del campione più belli, più sicuri con gli
interlocutori (55%) e in salute (51%), oltre a migliorare l’autostima (47%). Una bocca e un sorriso
curati e sani sono cruciali anche per la salute generale delle persone, come
ricorda Federico Mandelli, Dottore in odontoiatria, specialista in chirurgia
orale e autore di pubblicazioni scientifiche: “Se la bocca funziona
male, è il corpo intero a subire ripercussioni. Basta pensare
all’alimentazione: il processo di digestione degli alimenti inizia proprio
dalla bocca e, se non curata, può incidere sull’assimilazione corretta dei
nutrienti – spiega il Dottor Mandelli – È importante,
quindi, seguire un’igiene orale adeguata: innanzitutto, è bene impostare
un’accurata e corretta routine, privilegiando la qualità alla quantità. In
secondo luogo, bisognerebbe fare attenzione ad alimenti e bibite troppo acide:
dopo averle consumate - senza eccessi - è meglio aspettare 30 minuti prima di
lavarsi i denti; questo perché, spazzolando subito, si rischia di intaccare la
superficie dello smalto momentaneamente indebolita dalle sostanze acide. In
questo modo, la saliva avrà invece il tempo di svolgere la sua funzione e
ristabilizzare il corretto pH della bocca. Infine, non dimenticare il filo
interdentale: se non è possibile utilizzarlo due volte al giorno, un trucco
potrebbe essere quello di passarlo la mattina sull’arcata superiore e la sera
sull’arcata inferiore, così da non avere la sensazione di perdere troppo tempo,
instaurando allo stesso tempo un’abitudine da seguire e intensificare giorno
dopo giorno”. “Come Straumann
Group crediamo nell’importanza di restituire il sorriso alle persone, dando la
possibilità ad ognuno di fortificare autostima e fiducia in se stessi ed
esprimere al massimo il proprio potenziale - commenta Davide Marchini,
General Manager e AD Straumann Group Italia - Lavoriamo quotidianamente
per raggiungere questa missione, guidati dai principi imprescindibili di alta
qualità e innovazione”. COME RICOMINCIARE A
SORRIDERE Per il 31% delle
persone, la mancata cura della propria bocca è strettamente correlata
al periodo pandemico e all’uso negli ultimi anni della mascherina;
il 27% attribuisce invece le ragioni al costo delle visite dentistiche oppure a
problemi economici, il 20% ad una minor frequenza con cui ci si rapporta alle
persone, mentre il 15% ad un’attenzione bassa per l’igiene. D’altra parte,
l’indagine rivela che il trend negativo è ora a un punto di svolta: il
61% degli italiani si prenderà maggiore cura della propria bocca, per via
della diminuzione delle misure restrittive - ad esempio l’uso meno frequente
delle mascherine e l’aumento degli incontri in presenza - con un conseguente
probabile incremento dei sorrisi. Risulta dunque
fondamentale il suggerimento della Dr.ssa Vignoli, con la tecnica del “Come
se”: “Tra gli effetti psicologici del post-pandemia, pare che molte
persone abbiano momentaneamente perso l’attitudine al sorriso che, specialmente
a bocca aperta, sembra sempre più raro. Dobbiamo allora reimparare a sorridere?
E se sì, come riuscirci, visto che il sorriso autentico è quello spontaneo? Può
venirci in soccorso il suggerimento del grande psichiatra e psicoterapeuta
Roberto Assaggioli: la tecnica del ‘Come se’. Consiste nell’agire come se uno
effettivamente possedesse lo stato interiore desiderato, non certo obbligandosi
a fingere di esser felice se in realtà è triste, ma comportandosi su un piano
corporeo come se fosse allegro e fiducioso: rasserenare la fronte, alzare la
testa, pronunciare parole di ottimismo e gioia e soprattutto sorridere. Secondo
Assaggioli, e le sue ricerche lo confermano, l’assetto corporeo della felicità,
in primis il sorriso, con un allenamento costante migliora effettivamente il
nostro stato emotivo. Riprendiamoci allora il nostro diritto al sorriso aperto;
ricominciamo a sorridere senza aspettare che siano le circostanze esterne a
indurci a farlo, così da riacquistare una naturalezza che contagerà anche gli
altri, riaprendoci alla speranza e alla fiducia!”. |